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RICETTA PER LA SALUTE

Vivi la tua vita.

Dai ascolto alla tua intelligenza interiore.

In essa è contenuto il programma per essere veramente te stesso.

In un senso mistico, il seme da cui sei cresciuto conteneva il progetto

del tuo sviluppo fisico, intellettuale, emotivo e spirituale.

Lascia che questo evento si realizzi pienamente; cresci e fiorisci.

Fà che la gioia ti guidi e sii ciò che vuoi essere.

"Amore, medicina e miracoli"

 









 

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da leggere con calma....

Post n°77 pubblicato il 04 Settembre 2008 da h_luna

CARA DOTTORESSA,
come Amelia (Vanity n. 32), sono la figlia di una donna che trae diletto dal conversare con sconosciuti via chat. Mia madre è una donna fortissima e io l’adoro. Ho perso mio padre un anno fa e da allora lei si è aggrappata alle chat: non più amicizie reali, solo amici conosciuti così, dei quali continua a parlare, con i quali continua a parlare. La posso capire, la perdita di mio padre è stato un duro colpo. Ma il duro colpo lo percepisco anche io quando, tornando a casa con l’immensa voglia di raccontarle ciò che faccio, la trovo davanti al pc estasiata, quasi fremente. E ai miei racconti risponde «più tardi, tesoro», e quando la cena è pronta mi risponde «più tardi, tesoro, non ti dispiace mangiare da sola vero?». Sì, mi dispiace, e molto, perché un gruppo di sconosciuti mi porta via la figura più importante della mia crescita.
Federica 93

Come scrivi bene, Federica! Quel «trae diletto», quel «quasi fremente», il tono serio e accorato della tua lettera insieme a quel «93» accostato al tuo nome mi lasciano immaginare una quindicenne che prende sul serio i suoi studi, i rapporti, le persone. La vita, insomma. Che riserva duri colpi. E così può capitare che una mamma fortissima e adorabile, sotto lo schiaffo di una grave perdita, scivoli in una sorta di regressione adolescenziale che lascia sola una figlia adolescente davvero e provata da una perdita altrettanto grave, cui tocca invece rimboccare le maniche dell’anima e tenere a bada il dispiacere. Non ci sono sconosciuti che ti portano via la mamma, Federica. È lei che si smarrisce un po’, è lei che forse trova in quelle amicizie irreali una sorta di anestetico al dolore dei legami reali. Quando la tua mamma ti chiede se ti dispiaccia mangiare da sola tu dovresti rispondere con quel «sì, mi dispiace e molto» che hai scritto a me. Credo che lei abbia bisogno di una scossa, di sentire quanto bisogno tu hai di lei. E lei di te, ci giurerei.  Forse la tua mamma ha bisogno di riprovare il diletto e l’estasi di una bella cenetta tutta chiacchiere con il suo «tesoro». Un tesoro molto reale.
da...

 
 
 
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