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“IL GIARDINO DEI MIRACOLI”
Post n°14 pubblicato il 25 Aprile 2011 da ayeshawill
Ai limiti del mondo, oltre le città oltre gli oceani infiniti che hanno il sapore del sale, oltre i deserti da tempo dimenticati ed i ponti mai più attraversati da coloro che, timorosi di percorrerli, li hanno lasciati andare in rovina... oltre tutto questo e nel Giardino dei Miracoli vi è una Soglia antica come il mondo stesso, un uscio di metallo alto fino alla sommità del cielo sul quale sono scolpiti tutti i nomi, come dedali intricati e splendidi, del Dio che chiamano Eros. un tempo, un tempo prima di ogni altra cosa creata dall'uomo, un tempo che è al di sopra di qualunque, seppur mirabile, visione umana, il Dio venne incatenato e smembrato e il suo corpo, fatto a pezzi, plagiato e sepolto al di la' dell'occhio umano, oltre la Soglia. nonostante sia morto egli è per sempre. inutili, di oggetti dall'intrinseco significato, minimi nella loro forma. Tutto vi è in quel luogo, tranne gli specchi. dato a sapere, neppure a lui stesso; poichè l'unica cosa di cui egli è consapevole è l'attesa, un'attesa che dura da secoli, da quando ebbe inizio la vita sulla terra; l'attesa di un uomo pio e santo che riporti i semi del Dio Nascosto nel mondo degli uomini. quell'uomo, il prescelto, l'unico Eletto guarderà oltre la Soglia, toccherà la porta con la punta delle dita ed essa si aprirà al suo tocco leggero come se fosse fatta di aria, frutto del pensiero. la morte dell'amore non sarà che un ricordo. grazia perduta e ricorderà ciò che ha perso; piange e tutto sarà perfetto e 'per sempre' non sarà più solo una parola. poco importa, attende solo con impazienza che quel santo lo liberi dell'attesa infinita che dura in eterno. Un uomo sulla soglia antica come il mondo, giace riverso sulla sedia di vimini. non ricorda che a tratti il sogno, ne' sa cosa lo renda così diverso dagli altri di cui è vissuto fino ad ora. una donna senza nome e senza volto, la quale si assopiva come lui su una sedia di vimini, sulla Soglia antica quanto il mondo. Sognava ed erano perle quelle che scendevano dal viso di lei, ed erano petali di rosa le mani con cui gli sfiorava le gote accese dal fuoco del cuore. volta un segreto che è il suo stesso segreto, ignara di essere, a sua volta, sognata. aleggiare nella sua mente e farsi vivido nel pensiero; ed un segreto non detto, ed ignaro di essere tale, sussurra fin dentro la sua anima...dentro quel segreto la coscienza proibita, il segreto del Dio, il suo stesso nome e il volto del santo che lo libererà dalla prigionia dell'attesa. non è ancora ricordo ma non ha più il sapore della realtà. Forse, ma solo forse, potrebbe cercare di afferrare quel sogno, di tenerlo ancora per se' indugiando nella veglia; ma la volta del cielo sembra rispondere alle sue domande inespresse rimandando ai suoi occhi il fulgido splendore della donna mai vista per la quale prova un sentimento che ancora non sa descrivere, un sentimento che lo stordisce e che sa di fuoco e di pioggia. si accanisce sull'alone del sogno lasciando l'uomo alla sua cruda realtà. [Nel sogno che l'uomo non può ricordare la donna sulla sedia di vimini accanto alla Soglia ricorda il baluginio del volto della Santa che finalmente verrà a aliberarla da quell'attesa che dura dall'inizio del tempo. Rivede il volto di quell'uomo addormentato e sa che l'uomo sta sognando il suo stesso segreto, quello del suo nome e quello del Dio Nascosto...Attende che l'uomo si svegli per pronunciare le parole con cui svelerà l'immensa menzogna nella quale lei è intrappolata sin da quando può ricordare; ma gli occhi vanno inavvertitamente alle labbra di rugiada e ai suoi capelli che, come fili d'oro ombreggiano le palpebre chiuse. non appena il sole ne cancella l'immagine nella mente che si infrange come cornice scolpita nel ghiaccio. Ed entrambi piangono, ignari del volto per cui le lacrime vengono versate; se' stesso eppure metà dell'altro speculare dell'altro Una donna sulla soglia antica come il mondo, giace riversa sulla sedia di vimini.
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ALEXANDRA STAN_ MR SAXOBEAT