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Sequoie della California preso dal Netional Geographic di ottobre 2009

Post n°846 pubblicato il 11 Novembre 2009 da bannita_ac

Se gello permetiamo possono crescere fino ad diventaregli alberi più alti della terra. Possono produrre legname e posti di lavoro, contribuire a mantenere puliti i corsi d'acqua e offrire rifugio a innumerevoli speci della foresta. Ma dipende tutto da noi.

La nebbia costiera dell'Humboldt Redwood State Park nutre le gigantesche sequoie millenarie e quelle di seconda crescita, più piccole, che si trovano oltre i confini del parco. Le sequoie dippendono dalla nebbia per oltre il 30% del loro fabbisogno d'acqua.

Per tren'anni hanno diffeso le foreste affricane; oggi Mike Fay, biologico della Wildlife Conservation Society ed esploratore incaricato della Netional Geograpihc Socety ha una nuova ossesione che gli fa ribbolire il sangue: le seuoie della california.

Fay è rimasto colpito dalla vista di aree completamente disboscate e foreste stentate di seconda crescita. In un'altra occasione, in un parco statale, una sezione alta quasi due metri ricavata dal ceppo di una antica sequoia ha catturato la sua attenzione al centro c'era una targa con la scritta: £"1492, Colombo".

"Ma la targhetta che mi colpì davvero si trova a circa otto centimetri dal margine del tronco" Continua Fay "C'era scritto 1849, Corsa all'oro" mi resi conto che nello spazio dei pochi, ultimi cm. della vita di quell'albero, era stata presso che liquidata una foresta bimillenaria". Nel 2007 Fay decide di vedere di persona come era stata sfrutata in passato e come viene gestita oggi, la foresta con gli alberi più alti della terra. Percorendo a piedi l'areale della sequoia, da Big Sur, in California, al confine dell'Oregon, intende scoprire se esiste un modo per incrementare sia la produzione del leggname che i molti benefici ecologici e sociali approtati da una foresta viva. Se funziona con le sequoie pensa, si potrà fare lo stesso in tutti gli luogi del pianeta dove le foreste vengono rase al suolo per ottenere profitti immediati. Con la stessa tecnica addotata nel Megatransect, per 11 mesi lui e Holm (naturalista autodidatt, nata e cresciuta in CAlifornia) scattano foto e prendono appunti, documentando in modo approfondito la vita animale e vegetale, le condizioni della foresta e dei corsi d'acqua. Inoltre, parlando con taglialegna, guaride forestali, biologi, ambientalisti, gestori di caffè e dirigenti di azziende produttrici di leggname; tutte persone la cui vita dipende dalla foresta.

Dopo più di 20 anni di battaglie contro ambientalisti per i suoi metodi di taglio, la tristemente nota Pacifiv Lumber Company è fallita. Anche se quanto resta della foresta primaria è quasi tutto protetto, le specie più rappresentative (l'allocco maculato, un uccello marino noto come urietta e il salmone argentato) continuano il loro pericoloso declino, mentre la crisi economica ha portato alla chiusura di molte segherie. Tra gruppi ambientalisti, consulenti forestali e persino tra aziende e communità del settore del legname, gira voce che le sequoie si trovino a un punto di svolta storico, che possa profilarsi una nuova era in cui la società suppererà la questione del "disboscare o non disboscare" al centro dei dibattiti dei decenni passati per addotare un nuovo concetto di gestione forestale che porterà benefici alla gente, alla natura, forse al pianta.

Fay e Holm iniziano il loro cammino dal margine sud della foresta, per 2.900 chilometri tra tratti disboscati almeno una volta e altri, più numerosi, che dal 1850 sono stati abbatuti tre volte, in cui svettano isole di foresta di seconda crescita tra distese di alberi perlopiù piccoli. Al confine meridionale dell'Humboldt Redwoods State Park,che ospita il tratto contiguo più esteso di foresta primaria di sequoie rimasto sul pianeta: circa 4.000 ettari. Le pianure alluvionali lungo i torrenti e i fiumi costituiscono l'habitat primario della sequoia, in cui la conbinazione tra suolo ricco, acqua e nebbia prove niente dall'oceano ha dato origine alla più alta foresta della terra. Oltre 130 delle 180 sequoie conosciute che superano i 106 metri d'altezza si trovano qui. Dal terreno spuntano seqouie titaniche, alcune hanno una corteccia spessa simile a corda che si inerpica verso il cielo, attorcigliandosi a spirale. Altre presentano enormi cavità, in grado di ospitare anche 20 persone.

I polifenoli di cui è ricco il loro legno le rende poco gradite agli insetti e ai funghi che causano la decomposizione. E dato che la loro corteccia fibrosa non contiene molta resina, le più immportanti hanno una grande resistenza al fuoco.

Ma forse l'aspetto più soprendente delle sequoie è la loro capacità di produrre palloni ogni volta che il tessuto vivo sotto la corteccia viene esposto alla luce: se la cima dell'albero si stacca viene troncato un ramo o un taglialegna abbatte l'albero, dalla ferità spunterà un nuovo ramo che crescerà velocissimo. In tutta la foresta si trovano ceppi enormi circondati da gruppi di alberi di seconda generazione, tutti coloni del ceppo principale il cui Dna potebbe essere vecchio di migliaia di anni. Stranamente, le pigne della sequoia sono molto piccole (come un'oliva) e producono semi solo di rado. Ciò ha reso il germogliamento dai ceppi cruciale per la sopravvivenza delle sequoie neel'era dell'industria del legname. Ma c'è un altro trucco delle sequoie che intrigha gli studiosi: grazie a un'alta tolleranza per l'ombra e alla capacità di germogliare, possono rimanere pressochè dormienti per deccenni all'ombra degli alberi più anziani. Ma appena un albero domiante cade o viene abbattuto, creando uno squarcio nella volta della foresta e lasciando penetrare nuova luce, la sequoia non sviluppata comincia a crescere a grande velocità.

Ebbe così l'inizio l'era delle grandi socetà del legname continua ancora oggi: dei 650 mila ettari complessivi di foresta di seqouia, il 34% è di propietà di 3 società, il 21 della california e del governo federale, il resto dei piccoli propietari. Il terremoto di San Francisco del 1906 e i conseguenti incendi fecero aumentare ulteriormente la produzione.

L'abbatimento dei grandi alberi fece anche germogliare il movimento ecologista. Nel 1900 un gruppo di cittadini fondò il Sempervirens Club, che, nel 1902, portò la creazione del Big Basin Redwoods State Park. Negli anni venti, la Save the Redwoods League cominciò ad acquistare i boschi che sarebbero diventati la spinta dorsale dei parchi californiani delle sequoie.

L'ultima e più intensa ondata di tagli ebbe inizio dopo la Seconda guerra mondiale, quando il boom dell'edilizia e la disponibilità di mezzi militari a buon mercato sguinzagliarono tra le foreste di sequoia eserciti di bulldozer, camion e taglialegna armati di motosega. All'inizio degli anni Cinquanta, gli stabilimenti producevano più di due milioni di metri cubi di leganme per custruzione all'anno, livello di produzione mantenuto fino a metà anni Settanta.

Il trasporto dei tronchi, dei caterpillar, i trattoni gialli che sarebbero divenutu i cavalli da tiro dell'industria del legname, fece sì che dal reticolo di strade e piste per il trasporto e lo scivolamento del legname si riversasero nei torrenti grandi quantità di terra. I salmoni cominciareono a diminuire, assieme ad altre specie che vivevano da millenni tra le sequoie.

Oggi rimane meno del 5% dei circa 800 mila ettari di foresta originaria, distribuito per lo più in parchi e riserve.

"La battaglia per salvare le sequoie è stata già combattuta, e ci sono rimaste solo le briciole", dice Steve Sillett, ricercatore alla Humboldt State University. "La sfida adesso sta nel capire come migliorare la gestione di quel 95% di bosco che comincia a ricrescere".

Il salmone e l'allocco mculato non sono gli unici ad avere risenito dell'abbattimento dela foresta. Dagli anni Novanta la raccolta del legname di sequoia, già dimezzara rispetto agli anni Settanta è controllata. "Combattere per gli alberi millenari è facile", dice Lindsey Holm. "E' una questione morale salviamo gli alberi antichi, le specie a rischio. Non richiede una grande sforzo mentale". Si tratta di mantenere in tatto l'ecosistema minimizzando l'erosione e tutelando flora e fauna, e al contempo massimizzano la produzione di legname.

Lidea che si possono abbattere gli alberi di una foresta senza raderla al suolo non è nuova; la Pacific Lumber non avrebbe mai abbattuto più del 70% di un bosco, o più di quanto potesse riscrescere in un anno, almeno prima dell'arerivo di Horowitz.

La società che li controlla, Mrc, taglia da un terzo a metà del volume complessivo di legname che cresce ogni anno sulle sue terre attraverso tecniche selettive, sacrificando così profitti maggiori a breve termine a favore di un investimento a lungo termine nella foresta. "Sia la sequoia che l'abete americano crescono più velocemente in piena luce". Negli anni novanta, la California ha ridotto la dimensione ammissibili per le are disboscate a raso da 30 ettari a una misura variabile tra gli 8 e i 16. I pasanti trattori responsabili dell'erosione e della rovina dei torrenti dove depongono le uova i salmoni sono stati in gran parte sostituiti da pale meccaniche più leggere. Secondo Templeton, l'impiego di questi macchinari, unito a un nummero ridotto di strade realizzate con più cura e all'istituzione di zone cuscinetto obbligatorie lungo i torrenti, riduce in modo significativo la qualità di sedimento che finisce nelle acque. All'inizio degli anni novanta Lowell Diller, biologo capo della Green Diamond, fu tra i primi a rilevare alte densità di allocchi maculati nelle foreste di seconda crescita. La sua ricerca dimostrò che gli allocchi possono soppravivere nelle foreste più giovani se hanno a disposizione un numero sufficente di vecchi monconi e grossi alberi per nidificare. Le scoperte di Diller hanno aiutato la Green Diamond a ottenere il permesso di continuare ad abbattere nel territorio dell'allocco, a patto di avere un piano per conservare l'habitat della specie.

Eppure dice Diller, dal 2001 sulle terre delle Green Diamond gli allocchi sono dimminuiti di circa 3% al l'anno, come è avvenuto in gran parte del loro areale. Il problema è dovuto in parte a un misterioso crollo nella popolazion ddi ratti dei boschi, preda preferita degli allocchi ma anche alla competizione dell più aggressivo e adattabile dell'allocco maculato.

Nelle foreste giovani si sono edivenziate altre conseguenze non volute per le specie selvatiche. A primavera, prima che matturino bacche e ghiande, gli orsi neri dipendono in parte della linfa che si trovano sotto la corteccia delle sequoie e di altre confire. Questi animali, che preferiscono gli alberi giovani, hanno causato tali danni hai lotti destinati al taglio che alcuni argnomi li definiscono i peggiorni "parrasiti" delle sequoie. Gli orsi però sono diventati un problema da quando l'industria agricola del legname a cominciato a far crescere gli alberi come se fossero colture agricole.

"Bisogna considerarlo come un eco sistema" dice " se vogliamo acque pulite, salmoni, fauna, selvatica e legname di qualità, dobbiamo avere la foresta". "La mia idea è quella di tagliare meno alberi e realizzare più dennaro per ogni albero", spiega Jim Able, ex argonomo forestale della Luisiana Pacific che oggi gestice piccoli terreni privati piantati ad alberi da legname. Able sta praticando il taglio selvatico per la terza volta. Abeti americani e grosse sequoie di seconda generazine, un metro o più di diametro e fino a 60 metri di altezza, si levano come come freccie dal fianco della collina. Cercano di non supperare mai il 30-50% del volume complessivo del lotto, tagli gli alberi esili e mal sviluppati, lasciando i più dritti e robusti a presperare nella nuova luce che si è creata. E a differenza delle aziende che disboscano con il taglio a reso a intervalli di qualche decenio, Able torna una volta ogni 10 anni a valutare se è il caso di tagliare di nuovo. Non prende mai più legna di quella che la foresta ha prodotto in quel tempo, il che significa che gli alberi rimasti- che lui chiama il suo "capitale"- continuano a crescere in altezza, volume e qualità.

C'è chi definisce questo approccio "selvicoltura ecologica" : la foresta è gestita in modo da offrire non solo lavoro e leggname, ma anche habitat per la fauna selvatica e acque pulite. La foresta van Eck, vicino ad Arcata, 890 ettari gestiti dalla Pacific Forest Trust, svoglie un'ulteriore funzione: si sostiene anche offrendo crediti per la riduzione dei gas serra, che possono essere itilizati per comprenare le emissioni. Grazie al fenomenale tasso di crescita di questi alberi, alla loro grande resistena alle malatie, agli insetti e al merciume, e alla loro incredibile logitività, le foreste di sequoia sono le migliori per catturare CO2 dall'attmosfera e trattenerlo nel loro legno.

Il denaro guadagnato immaggazinando CO2 potrebbe aiutare i propietari terreni e passae alla tecnica del tagio a raso a quella lungo termine delle rotazione, grazie alla quale gi albri più grandi e di migliore qualità potrebbero tornare a dominare il paesaggio.

Nel ultimo giorno del transetto, mentre procedeno alla ricerca della sequoia pià settentrionale vicino al fiume Chetco, in Oregon, Fay e Holm parlano dei paesaggi che hanno conosciunto, come Tim Renner, un anziano taglialegna che nutre una profonda avversione per gli ecologisti. Tim ha raccontato loro di quando era sraro chiamato per tagliare alberi nella Arcata Community Forest, che serve anche da parco per la comunità. Stava riponendo la motosega a fine giornata quando gli venne incontro un giovane con capelli lunghi, barba e abiti sudici. Renner pensò: "Questo ora mi fa a pezzi". Il ragazzo invece si fermò a guardare gli alberi appena tagliati e, con stupore del taglialegna, disse: " E' fantastio! Arriva molta più luce. Mi piace davvero".

Questo significa che oltre a procurarci legname di prima qualità e un sistema per immagazzinare CO2, a conservare la purezza delle acque e fornire un habbitat alla fauna selvatica, la selvicoltura ecologica servirà a restituici un'altra cosa per cui le sequoie sono giustamente famose: l'assoluta meraviglia che ispirano.

A quasi 100 metri da terra, le chiome dello sequoie più antiche ospitano un'altra foresta. Cespugli di bacche, felci e altre conifere - alcune abbastanza grandi da produrre igne - crescono da strati di terriccio depositati su grossi rami o sulle diramazioni dei tronchi. Il terriccio, spesso anche un metro, si forma della decomposizione di felci di cuoio, foglie e corteccia di sequoia, e nutre un ecosistema aereo scoperto solo negli anni Novanta, Quando gli studiosi sono saliti per la prima volta nella volta arborea.

Acluni abitanti delle sequoie:ù

Gli animali:

Urietta marmoreggiata:

A rischio di estinzione, questo uccello marino nidifica tra le chiome di grandi conifere di foreste antiche, e per nutrirsi vola fino a 80 km del nido all'oceano Pacifico.

La Ghiandaia di Steller che abbiamo parlato prima.

La Salamandra:

predatrice della volta arborea. Arrampicandosi sul suolo, la Salamandra può cacciare insetti e altri invertebrati tra le chiome degli alberi. Non avvendo i polmoni, il suo corpo ha bisogno di umidità per permettere di respirare attraverso la pelle.

Lo Scoiattolo stirato che ne abbiamo parlato prima.

Le pinate:

Felce cuoio, Mirtillo della California, Tsuga, Mirtillo rosso.

Terriccio della volta arborea, lo strato di terra volta può assorbire acqua sufficente a sostenere comunità della volta durante l'estate. Anche l'albero può beneficare assorbendo acqua e nutrienti attraverso le radici emesse dei nuovi fusti che spuntano dai rami.

Sotto la radice:

Ospiti inattesi:

I copepodi sono crostacei acquatici che possono vivere nel terreno anche lontani della loro consueta dimora nei ruschielli. Muovendosi su un sottile strato d'acqua, forse salgono sui tronchi durante i temporali.

Rapporto simbiotico:

I funghi colonizzano le radici delle piante legnose, aiutandole ad assorbire nutrienti e acqua. Inoltre accelerano il procsso di decoposizione della vegetazione morta, procedendo suolo sulla volta arborea.

GLi ultimi giganti:

Le sequoie della california vivono solo lungo la costa del Pacifico USA, tra il sud dell'Oregon e Big Sur. La sequoia gigante - più grande di volume ma meno alta - si trova solo nella Sierra Nevada, in California. Nel corso di una vita che può durante millenni, ogni sequoia sviluppa una propria architettura.

Le sequoie che crescono vicino alla costa - più esposte alle intemperie - sviluppano le chiome più complesse. I danni arrecati dal vento o dal fuoco stimoilano nuova crescita: dal fusto e dai rami principali si sviluppano nuovi tronchi, che crescono abbastanza da dare vita ad altri rami. Le più alte, le poche sopravvissute al disboscamento, crescono su terreni protetti da rilievi montuosi oin vallate. L'Humboldt Redwoods State Park ha circa 130 delle 180 sequoie alte più di 160 metri conosciute. La più alta (115,6 m) è stata scoperta nel 2006 nel Reswood National Perk. Più del 95% delle sequoie si trova in foreste di seconda o terza crescita. Nascono quasi tutte da ceppi o radici, e in meno di 100 anni raggiungono i 45 metri d'altezza. La ricca biodiversità e il carattere unico delle foreste antiche sono frutto di un orocesso secolare.

Crescita secolare Meno di 40.000 ettari (5% della foresta orginaria), Seconda e nuova crescita: 600.000 ettari.

 
 
 
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