I cafoni d'Italia
i cafoni con i telefonini e abbigliamento firmato
L'AMORE
L'amore passione tanto esaltato e tanto sbandierato dalla letteratura e dal cinema non è affatto indice di amore per la vita, ma una sua segreta, violenta e radicale negazione. Coloro che oggi esaltano la «bellezza» dell'amore passionale e coloro che vi si gettano a capofitto, convinti di vivere esperienze uniche e, anzi, le sole capaci di dare un senso alla propria vita, non si rendono conto di comportarsi come sprovveduti . L'Amore è un sentimento pericolosissimo, che si sa come incomincia ma si ignora dove, quando e come avrà fine; un gioco al massacro dal quale non si ritorna mai indenni.
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di Massimo Fini - 30/05/2011 |
Viviamo in un’epoca in cui la sessualità è stata repressa, quasi annullata. Si stendono fiumi di parole sul tema, si scattano migliaia di foto erotiche, ma chi lo pratica più il sesso? Qualcuno, stancamente, il sabato sera tenta qualche approccio con il/la proprio stanco/a compagno/a. Qualcuno vive turbolenti e occasionali amplessi in discoteca, stordito dall’alcol e dalla musica, infilando e mischiando organi genitali come se si trattassero di frullatori, senza assaporare quanto accade se non per qualche istante. E gli altri? Gli altri sono vinti da una volgarità imperante, da una presenza di simboli erotici e di corpi esibiti, talmente dirompente da diventare annichilente. La maggior parte dei maschi , facendo zapping in tv si sofferma sui corpi delle belle svestite fanciulle, esibite un po’ in tutti i programmi che ci vengono proposti. Tette, cosce, scollature, tacchi vertiginosi, “sorrisi da zoccole”, visiniteneri e impuniti, stupidità ridondante, malizia e intelligenza si alternano tra una pubblicità di un orologio, un varietà per anziane e un programma per bambini. E così, sempre di più le nuove generazioni sognano di "scopare" e sempre meno di fare l’amore. Il sesso diventa un gesto di realizzazione personale, di sfogo, di sopraffazione maschile verso il femminile da un lato e di competizione, di affermazione del proprio io, di bisogno di essere all’altezza di modelli imposti dall’atra E rimane Ben poco alla condivisione. Ben poco al piacere. Ben poco al rispetto. Ben poco all’amore.
"Atra" è la bile scura, infernale, maligna, che scorre a fiumi nei rapporti che intercorrono, tra esseri umani, massmedia e la vita.. |
rapace, volgare in cui viviamo. Ma lo sono non soltanto i bambini che muoiono di fame e di malattie nel Terzo Mondo. Lo sono, anche, moltissimi bambini ben «protetti» che vivono nel nostro mondo occidentale, e vanno a scuola, fanno lo sport, tornano a casa e guardano ore di tv. La malattia mortale che tocca una quantità enorme di questi bambini «sani» è la famiglia. Non certo la famiglia tradizionale, nella quale esistevano un padre e una madre che vivevano insieme, e davvero in questo modo proteggevano e rendevano felici i loro figli. Perché, prima ancora di ogni politica e progetto (sacrosanti) per salvaguardare i bambini, questo, senza troppi giri di parole, e odiose falsità mondane, è il punto: la famiglia. La famiglia che, drammaticamente, con numeri ormai esponenziali, vediamo non esistere più. Il problema non è la regolamentazione delle unioni. Il problema, dolorosissimo, è il dover prendere atto della disgregazione delle unioni. I bambini, istintivamente, cercano l' unione, una Unità che è sostanziale del loro essere. Questo dovrebbero saperlo tutti i padri e le madri che oggi fanno una famiglia e dei figli, e poi, dopo due anni, dopo cinque anni, letteralmente si stufano, trovano un altro o un' altra o litigano o hanno qualche difficoltà, e per questo mandano all' aria la famiglia e distruggono la felicità dei loro figli. Le «nuove famiglie» che poi (ormai, purtroppo, in tutte le classi sociali) mettono in piedi questi padri e queste madri, le famiglie cosiddette «allargate», con il fidanzato della mamma e la fidanzata del papà, non sono più una famiglia. Sono un' altra cosa. Che magari funziona alla grande, magari è allegrissima con tutti quegli scambi di fidanzati e di fratellini. Ma non è la vera famiglia. Perché i bambini vogliono il loro padre e la loro madre. E non altro. È vero che ci sono molte separazioni inevitabili. Ed è vero che i bambini nel dolore si fortificano e si adattano a tutto. Ma non per questo bisogna approfittare dei bambini: che sono assai più generosi e buoni degli adulti.
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Post n°40 pubblicato il 30 Novembre 2009 da antony531
«Lo giorno se n'andava, e l'aere bruno Noi siano come le foglie, dice Glauco a Diomede nell'«Iliade»; e lo dice con profonda pena, come chi sia convinto che le foglie cadute non ritorneranno più, e che la loro breve vita non è stata altro che un inutile capriccio del destino. |
e forse il loro sorriso ci indica che, stanno già viaggiando in una dimensione diversa dalla nostra, dove i corpi non si ammalano, non invecchiano né muoiono, è per noi un suggerimento, circa il destino finale della nostra esistenza. Dovremmo riflettere su questo. Forse, ci aiuterebbe a guardare alla vita e alla morte con una maggiore consapevolezza.
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Inviato da: antony531
il 02/11/2010 alle 07:05
Inviato da: lsobelGowdie
il 01/11/2010 alle 17:23
Inviato da: antony531
il 30/10/2010 alle 15:40
Inviato da: adularia64
il 29/10/2010 alle 21:49
Inviato da: antony531
il 22/09/2010 alle 18:15