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L' Albero della Vita

Post n°10 pubblicato il 24 Maggio 2006 da amarena75
Foto di amarena75

Nel 1905 l' industriale belga Adolphe Stoclet affida a Klimt l' allestimento di una nuova residenza a Bruxelles che per dimensioni e livello poteva essere definita un vero e proprio palazzo. Gli Stoclet sono attenti collezionisti, appassionati d' arte indiana e buddista e Klimt intende tenere in considerazione questo interesse. Il Palazzo Stoclet si pone come uno dei più significativi episodi dell’arte del Novecento come insuperato esempio di integrazione delle arti. Il fregio che Klimt disegna per la sala da pranzo viene realizzato, dietro sue precise indicazioni, dagli artigiani della Wiener Werkstätte. Si tratta di un mosaico di marmi, pietre dure, maioliche e corallo. L'opera è composta da tre pannelli : il motivo centrale è L' albero della vita, è il simbolo che riunifica tutti i temi a lui cari, dai motivi floreali alla figura femminile, dalla morte della vegetazione alla rinascita attraverso il ciclo delle stagioni. Sotto uno degli alberi una danzatrice rappresenta L' attesa, cioè l' atteggiamento della donna klimtiana che è succeduta alla femme fatale. L' abbraccio si realizza nella coppia abbracciata che prelude al Bacio, che rappresenta la riconciliazione tra i due sessi, l' oro forma un 'aureola intorno alla coppia che conferisce al dipinto un carattere di grande preziosità, ottenendo l' entusiasta approvazione del pubblico e della borghesia.


Klimt deriva qui spunti formali dall’antico Egitto, da Bisanzio, dal Giappone, raccontando un’esile quanto fascinosa “favola bella”: tra i rami dorati dell'albero della vita una fanciulla attende l’amato, cui infine si ricongiunge appassionatamente. Nelle figure del Fregio Stoclet vi è il contrasto, tipico del “periodo d’oro” di Klimt, tra il trattamento naturalistico dei volti e delle braccia e l’astratto appiattimento decorativo delle vesti.

 
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