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DANZA DELL'ANTICO EGITTO

Nell'antico Egitto, le danze erano nei templi dedicati a Iaset (Iside), la dea della Luna, della Magia e del Mistero. A lei si offrivano fiori di Loto, incenso, essenze, acqua e frutta. Mentre i Queberes (sacerdoti) e il Sem (sommo sacerdote) preparavano la cerimonia e offiaciavano i riti, le sacerdotesse, per la loro natura femminile e ricettiva, erano responsabili dell'apertura d'un canale verso il piano spirituale, attraverso i canti e le danze, affinchè l'energia divina si potesse manifestare. Senza la loro presenza, non si poteva fare alcun rito.
La sacerdotessa iniziavano la danza, coprendosi il volto e quando se lo toglievano, simboleggiavano la rivelazione del mistero, portando la luce e la saggezza.
Per fare cosa gradita alla dea, le sacerdotesse compivano passi e movimenti del ventre che narravano la sua apparizione sulla terra, assieme al suo sposo Asar, la nascita di Horus, il dio Falco e di Anubis, il dio Sciacallo. Ma anche movimenti che rappresentano gli animali e i loro aspetti divini, come anche i quattro elementi della natura e le loro divinità.
(R. Ferrari, Danza del ventre dell'Egitto faraonico, pag. 23)

LA DANZA DEGLI SPECCHI
È rappresentata fin dall’Antico Regno, nella tomba di Mereruka, visir di Teti, a Saqqara, in uno degli ambienti dedicati alla sua sposa Seseshet, sacerdotessa di Hathor; sono raffigurate quattro fanciulle che eseguono una danza ritmata, tenendo in una mano specchi col maniaco papiri forme e nell’altra strumenti musicali simili a nacchere, a forma di mano, anch’essi sacri alla dea, della quale accompagnavano i riti e le feste. Le danzatrici con gli specchi cercano di cogliere l’immagine della mano e dunque della dea stessa.

Un ruolo analogo dello specchio si vede in una processione isiaca (la dea Iside si identifica per sincretismo con Hathor) descritta da Apuleio: alcune partecipanti al corteo reggono specchi dietro la schiena per permettere all’immagine della statua di Iside, che si trova alle loro spalle, di riflettersi e di rendersi visibili alle sue fedeli che la precedono.
(Di Enrichetta Leospo, Mario Tosi, La donna nell'antico egitto, pagg. 36-37)

 PER APPROFONDIRE: UN LIBRO CON UN INTERO CAPITOLO

http://books.google.it/books?id=CAEgjnA3G-AC&pg=PA85&dq=danza+antico+egitto&lr=&ei=QINIS6fyI4P2zQS8oeD2DQ&cd=26#v=onepage&q=danza%20antico%20egitto&f=false