Creato da Le.Arabe.Felici il 03/11/2005
Riteniamo lo scambismo semplice tradimento ad amministrazione controllata e il bang bussing il modo ideale per un viaggio di piacere

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« Moralizziamoci!E' ToRnAta L'iNquIsizIonE! »

Satira o ingiuria?

Post n°2135 pubblicato il 30 Maggio 2006 da Le.Arabe.Felici

Pubblico una bellissima lettera inviatami da Diego , Rex tangentialis. Mio vecchio socio in un sito troppo bello per rimanere a lungo in vita. Quando due menti brillanti cantano in uno stesso pollaio, quest'ultimo di solito è destinato ad implodere su se stesso. I dissapori passati non mi impediscono di ringraziarlo sentitamente. Per tutti: da leggere. E riflettere.



Caro Cristiano, premetto che mi sento assolutamente non all'altezza, dal punto di vista giuridico, di esprimere il mio parere sulla questione. Posso solo tentare di mettere in campo il mio buon senso ma, come è noto, esistono precise leggi che talora ne rendono inutile l'uso regolamentando la convivenza tra umani, reale o virtuale che sia, con un approccio che sembrerebbe diametralmente opposto a quello dettato dalla logica. Quindi, fermo restando che tutto quello che dirò è mia personale opinione non suffragata da una adeguata conoscenza della normativa vigente, vorrei tentare di ragionare per analogia. Comunemente si ritiene la satira un valore sano, indice di libertà e non lesivo della dignità di alcuno. Tipicamente essa prende ad oggetto personaggi che detengano una quota di potere, sia perché essi più facilmente suscitano l'esecrazione collettiva, sia perché la loro notorietà fa sì che l'enfatizzazione di alcune loro caratteristiche risulti più divertente in quanto nuova espressione di qualcosa che è già comunque presente nel patrimonio percettivo o cognitivo del lettore. Ma, sebbene il mondo della politica sia ovviamente il bersaglio preferito della satira, questo non significa che sia l'unico settore verso il quale sia lecito farne. E dunque, dovendo ricercare quali siano i confini della liceità della satira (ammesso che ve ne siano), diremo che un soggetto è passibile di satira nel momento in cui rende, o tenta di rendere, pubblica la propria immagine. In questo caso dovrà accettare che essa, altrettanto pubblicamente, possa essere commentata, con mezzi, modi e toni che non hanno affatto l'obbligo di essere politically correct. Se negassimo questo principio, dovremmo proibire qualunque tipo di commento non encomiastico nei confronti di chiunque, persino ad esempio le recensioni negative dei film o dei libri. Nell'ambito ben più ristretto di una community virtuale, la regola dovrebbe essere la medesima: chi fa mostra di sé, sperando nell'altrui elogio, si pone necessariamente nella condizione di dover accettare anche le stroncature. Se quindi, a mio modesto avviso, non è poi così difficile definire quali siano i soggetti verso i quali è consentito fare della satira, la questione si semplifica ulteriormente se, facendo un passo indietro, si cerca di determinare cosa sia davvero la satira. Compito della satira è suscitare ilarità. Molti filosofi prima e meglio di me hanno speculato sul fatto che la sofferenza sembri essere connaturata alla condizione umana, mentre la felicità, la gioia ed il riso siano uno stato momentaneo e transeunte. Dunque, la satira è evanescente, e il suo effetto svanisce nello stesso tempo che è necessario ad una rosa per appassire. Spero di sfondare una porta aperta nel ricordare che la satira è un prodotto dell'ingegno di un essere umano, che abbia per argomento la scherzosa derisione e stigmatizzazione di comportamenti e atteggiamenti di un secondo essere umano che l'autore, di norma, non conosce. Quindi la scelta del soggetto è in ultima analisi solo un pretesto per divertire, e la satira non aspira minimamente a rivelare verità ignote sulla sua vittima e anzi in modo palese ed aperto gli mette in bocca parole che non ha mai detto e gli attribuisce azioni che non ha mai compiuto. Dunque il destinatario di una satira non ha ragione di essere in collera con l'autore della medesima più di quanto sarebbe in diritto di prendersela con un fotografo maldestro che gli scattasse una foto malriuscita e non somigliante all'originale. L'arma migliore è sempre, in ogni situazione e non solo nella questione presente, l'intelligenza. Ridere di sé, saper apprezzare ciò che, seppur in modo critico, dà visibilità, e sentirsi sicuri di NON essere davvero come si è stati dipinti all'interno di una satira, sono i modi migliori per convivere serenamente con i propri detrattori e offrire di sé un'immagine che dalla satira, anziché esserne sminuita, trae arricchimento.


 
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Commenti al Post:
vibannoilblog5
vibannoilblog5 il 30/05/06 alle 00:13 via WEB
e un bel chi se ne frega non ce lo mettiamo? hahahahahaha hihihihihihih
(Rispondi)
Lolit_arieccola
Lolit_arieccola il 30/05/06 alle 00:13 via WEB
Ola per Diego. Clap clap.
(Rispondi)
elegante_educato1
elegante_educato1 il 30/05/06 alle 09:06 via WEB
devo fare il complimenti al redattore e all'estensore della lettera. E' un testo che dovrebbero studiarsi molti dei signori che decidono i palinsesti RAI (ricordate Luttazi, Grillo ecc...). Io dal canto mio sono molto più scanzonato e semplice..quando penso al termine SATIRA mi viene in mente Dario Fo e uno dei tanti monologhi del suo meraviglioso Mistero Buffo.
(Rispondi)
la_vendetta1973
la_vendetta1973 il 30/05/06 alle 10:35 via WEB
Di nuovo sta pappardella?Cri, l'abbiamo letta già mesi fà.Basta per favore....che cazzo!!
(Rispondi)
belladonna1974
belladonna1974 il 30/05/06 alle 10:36 via WEB
Caro Diego, leggo con grande piacere la tua lettera pubblicata su questo blog, ne condivido molti passaggi. Leggendo il resto dei post di confronto tra le "Fenici" ed "il Moralizzatore" mi sono fatta però un'idea del contesto. A prescindere delle valutazioni sull' ordinamento giuridico e sulla convivenza civile ed "ordinata", mi sento di proporre una riflessione su quanto sia opportuna un’azione di questo genere. Penso che ognuno di noi abbia fatto su internet esperienze personali, su cui a volte ha riso ed altre ha sofferto. Leggo dai post che le “Fenici” più spesso ridono di queste esperienze, mentre “il Moralizzatore” a volte non ride, anzi si rammarica che certe esperienze continuino a ripetersi senza che ci sia un “luogo” in cui ‘dar sfogo’ questo stato d’animo. Per questo non vedo contrapposizione tra i due “mondi” anzi vedo di buon grado una collaborazione o comunque un rispetto reciproco. Un ringraziamento al Moralizzatore ed alle Fenici ed un saluto Veruska
(Rispondi)
un.ragazzo.serio
un.ragazzo.serio il 30/05/06 alle 12:20 via WEB
ho letto il post di Veruska è mi trovo d'accordo con lei. Questa guerra tra blog mi sembra assurda. A maggior ragione se proprio si vuole difendere la libertà di pensiero e di "satira" il miglior esempio lo dareste moderando i toni . Non serve dare dei coglioni alla gente per strappare una risata. Se l'intendo è quello di far sorridere allora fatelo ma con intelligenza e non con la volgarità. Che poi si sà che il volgare di questi tempi fa ridere...ma questa è un'altra storia!
(Rispondi)
b_lizard
b_lizard il 30/05/06 alle 12:58 via WEB
Diè è pur sempre Diè. Secondo me dovreste far pace.
(Rispondi)
 
Cri_Camomilla
Cri_Camomilla il 30/05/06 alle 13:19 via WEB
Lo so. Conosce il mio numero, sa dove chiamarmi. E , se lo conosci, puoi dirgli che non lo mando a cagare. Semmai, lo mando a cagare dopo la telefonata.
(Rispondi)
 
 
MARCOX7501
MARCOX7501 il 30/05/06 alle 14:01 via WEB
Minchia di nuovo sta roba?
(Rispondi)
 
 
 
Le.Arabe.Felici
Le.Arabe.Felici il 30/05/06 alle 14:13 via WEB
Storia lunga...leggi sotto.
(Rispondi)
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