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« Giggi Playmobil presentsGli Adesivi Gialli »

Amarcord Cartoni Animati

Post n°2209 pubblicato il 10 Giugno 2006 da Le.Arabe.Felici
 

a Cura di Go Alex Nagai

Ciao a tutti! Mi chiamo Alessandro, ma gli amici mi chiamano Go Alex Nagai per la mia smodata passione per i cartoni animati, i fumetti, il cinema d’animazione giapponese ma soprattutto per i manga erotici.

Vi do il benvenuto all’angolo dei ricordi, della nostalgia come forse avrete intuito dal titolo della rubrica (a meno che non abbiate subìto traumi al cranio saltando dalla gioia e sbattendo la testa sull’architrave della porta della Vostra camera da letto). Il mio intento, quasi filantropico, è quello di riportarVi indietro con la memoria ai tempi belli della giovinezza quando passavamo i pomeriggi ad ammuffire davanti al televisore, a suonare il flauto o a fare i cmpiti appositamente chiesti in più per accrescere le nostre conoscenze.

E quale miglior modo se non rivangando i cartoni animatis, i fumettis, le canzonis, i videogiochis e i film che ci hanno fatto provare sensazioni uniche, irripetibili, quasi d’assorbimento e che sono rimasti nel nostro cuore fino ad oggi che andiamo a riscuotere la pensione. Finiti finalmente i “favolosi anni 60” dei nostri/Vostri genitori inizia finalmente l’era dei “favolosi anni 70/80”: l’era della Dance Music, dei Cartoni Animati Giapponesi, del Computer da Casa, dello Snack a Due Gusti!

Per la serie <>, cominciamo il nostro lungo viaggio nella memoria parlando dei cartoni animati e più precisamente del PRIMO, inimitabile cartone giapponese giunto in Italia che ha plasmato la mente di generazioni. Molti di voi avranno già capito che sto parlando di GOLDRAKE che con i suoi colori e animazioni veloci ha tenuto inchiodati ai televisori milioni di bambini. La storia è iniziata nel lontano 1978 verso le 19:00 – 19:30. Maria Giovanna Elmi aveva annunciato che era finito Spazio Aperto la cui sigla consisteva in un’ora di gabbiano che volava sul mare, pare quello del Circeo.

Io personalmente ero da mia nonna e mi annoiavo, allora lei disse queste testuali parole: <> (Nonna ha come un potere magico quando cambia canale con il dito perché non esiste ancora il telecomando, ora ti sintonizzo un canale in cui vengonomandati in onda i cartoni animati – N.d.T.).Fu così che ebbi la fortuna, o sfortuna a seconda dei casi, di assistere alla primissima puntata di Goldrake.

Come dimenticare ACTARUS, pilota del robot, il protagonista, che per 72 puntate ha indossato sempre gli stessi vestiti gialli e marroni con il gilets di pelle

a frange (tipo il Talla) e che, se si buttava di sotto dal sesto piano urlando, cambiava immediatamente vestito indossando una tuta spaziale rossa e nera anche se tifava per la Lazio. Chi non ha mai sognato di essere come lui, alzarsi la mattina mezz’ora più tardi per andare a scuola, gridare ed essere già belli pronti e vestiti in un attimo?

Per non parlare poi della ragazza che gli faceva il filo: tale Venusia, contadinozza nella fattoria del padre Righel (un povero vecchio strafatto di alcool e crack che vedeva UFO dappertutto, un po’ come Marcello Leone con gli Hamburgers). Ella dallo zappare la brulla terra di Cavi Risorta (CE) si è ritrovata ad essere un’abilissima pilotessa di navi spaziali come quella che consentiva a Goldrake di andare sott’acqua. A proposito del nome, si è aperto in quegli anni un dibattitosul perché lei, zappatrice di Calvi Risorta, si chiamasse VENUSIA mentre la sorella di Actarus, principessa della stella Fleed del quinto sistema solare della costellazione di Andromeda si chiamasse MARIA!!!

Perché, avete scordato Alcor?! Quello che pilotava il dischetto giallo che se avesse usato come arma baratoli di Nutella anziché missili sarebbe stato più forte. Beh, ho una rivelazione da farvi; io l’ho capito dopo vent’anni e ancora ne subisco le conseguenze: il vero nome di Alcor (invenzione italiana) è Ryo Kabuto e altri non è che l’ex pilota di Mazinga Z, altro ammasso di latta che all’epoca pagava 8.000.000 (ottomilioni) di yens al trimestre di bollo per circolare nel centro di Tokyo, ma questa è un’altra storia.

E come scordarsi dei nemici: il famigerato Vega noto mafioso della stella omonima che ha speso più lui in minidischi mai serviti a nulla e distrutti in quantità industriale, che noi a fare questo giornale. Il sopracitato boss andava in giro con al séguito i suoi scagnozzi Hidargos, Gandal e Zuril tra i quali spiccava il secondo, caratteristico per la sua faccia a due ante, apribili dall’interno, nella quale albergava una vecchina che non perdeva occasione di uscire fuori tipo orologio a cu cù ogni qualvolta volesse dire la sua. A un certo punto della serie però, vuoi perché non pagava l’affitto, vuoi perché non curava la sua igiene personale, fu sfrattata dalla testa di Gandal e rimpiazzata da una malafemmina che, dopo aver rimodernato l’ambiente, sposò Gandal.

Dal cartone furono tratti tre albums di figurine, i pacchetti costavano 10 lire e iniziò l’èra del “ce l’ho, ce l’ho, mi manca, ce l’ho” (come disse Giggi Playmobil frugando frugandosi nei pantaloni). Uscirono film nei cinemas, libris, adesivis, astuccis, cartelles con l’effige del nostro eroe, asciugamanis con l’icona del robottone (venduti all’Emporio Venturi in piazza ad Anzio), gomme da masticare ed altre già masticate nelle quali se trovavi il disegno di Procton (scienziato della base di Goldrake) vincevi un posters, carta igienica con le facce dei protagonisti su ogni strappo e da allora non si fece più la cacca, ma missili perforanti!

Comunque Goldrake è un odi quei cartoni animati che ci ha lasciato più interrogativi irrisolti come: perché quando usciva con l’astronave usava sempre l’uscita n° 7 avendone a disposizione otto diverse? Perché, quando veniva colpito il robot, quello dentro si torceva tra atroci dolori? Perché quando si sganciava dall’astronave Actarus doveva compiere 81 giri su se stesso con la sedia? Perché quando Actarus usava una qualsiasi arma ne gridava forte il nome, in modo che lo stesso nemico poteva sentirlo?  E soprattutto perché Goldrake sul suo pianeta ce le ha prese di brutto  da Vega tanto che è dovuto scappare e sulla Terra, invece, vince sempre?! Sarà il cambiamento d’aria??

Ad ogni modo siamo giunti al termine di questo primo appuntamento con le rimembranze; vi lascio sfidandoVi a ricordare il motivetto della prima sigla iniziale di Goldrake [non tutti sanno che alla canzone hanno partecipato nomi illustri della musica leggera italiana come Fabio Concato prima che la domennica fosse bestiale (lo giuro!!)] e quella finale “Shooting Star” da ascoltare solo mentre si guarda la patente di Giggi Playmobil. E se un giorno camminando per le strade di Nettuno y Anzio y Lavinio y Lido dei Pyni sentiste urlare non è un ragazzo rimasto traumatizzato nell’infanzia dai cartoni animati, ma Giggi Playmobil che ventilizza le sue sudate e maleodoranti ascelle  fuori dal finestrino della sua UNO color grigio topo.

Un saluto da


GO ALEX NAGAI

 
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Commenti al Post:
stoico_epicureo
stoico_epicureo il 10/06/06 alle 00:26 via WEB
Pantarei
(Rispondi)
Le.Arabe.Felici
Le.Arabe.Felici il 10/06/06 alle 00:28 via WEB
Siamo atarassici, poco inclini al tutto scorre.
(Rispondi)
 
stoico_epicureo
stoico_epicureo il 10/06/06 alle 00:38 via WEB
Me ne scuso non potevo esimermi dato l'argomento che mi vede particolarmente coinvolto, essendo io uno dei primi ad aver visto la prima puntata di goldrake in diretta durante una merenda pomeridiana a casa di mia zia..e poi via via sempre più in la sino agli odierni fullmetalpanic etc..passando per GundamIII..scusatemi se un pantarei me lo sono lasciato scappare
(Rispondi)
 
 
Lolit_arieccola
Lolit_arieccola il 10/06/06 alle 14:12 via WEB
Io ero troppo piccola, forse neanche nata.
(Rispondi)
 
 
 
Skizotonic
Skizotonic il 10/06/06 alle 14:19 via WEB
No, non eri nata.
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
Lolit_arieccola
Lolit_arieccola il 10/06/06 alle 15:39 via WEB
Ero solo uno spermatozoo in potenza.
(Rispondi)
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