Le Arabe Felici®

Uno degli eventi che ultimamente è riuscito a catalizzare le attenzioni del pubblico, facendoci dimenticare le piccolezze del mondo, dalla crisi in medioriente fino alle adozioni in Bielorussia, è stata la morte del poliziotto Belli di distretto di polizia. Interpretato da uno scaldabagno chiamato , per motivi inspiegabili, Ricky Memphis, ha commosso milioni di telespettatori che lo seguivano puntualmente da ormai sei anni. Ma oltre la commozione ci deve essere , come al solito, la riflessione. D'accordo che i poliziotti italiani non brillano per acume e lucidità, ma uno che si getta allo scoperto, senza giubotto antiproiettile, in mezzo ad una sparatoria, o è un coglione o è, appunto, Ricky Memphis. E merita, pertanto, di essere crivellato senza pietà da una precisa scarica di mitra, dal momento che i proiettili di una qualsiasi pistola non sarebbero riusciti a bucare gli innumerevoli strati di grasso che avvolgono con pietà lo stolido corpo dell'attore come quello di un cetaceo spiaggiato. Un personaggio che ha comunque fatto innamorare, introspettivo e con uno sguardo espressivo come quello di uno scalatore che si caga addosso durante una cordata per scalare il Monte Rosa. Una mimica facciale tronfia di ben due espressioni : con l'amatriciana in bocca e senza. Ma lui, ora, non c'è più. Forse ce l'avrebbe fatta se non fosse stato due ore a sprecare fiato, rantolante di sangue, per raccontare una marea di cazzate all'amico commissario poco prima di spirare. L'ultima scena prima di morire, infatti, è stata quella in cui, con un filo di fiato ha chiesto a Roberto Ardenzi di tirargli il dito indice per sparare una scorreggia. Alla fine il dolore per la perdita c'è,ma un buon sceneggiatore lo avrebbe fatto spirare per infarto da carbonara. Una prece per un uomo scoperto da Costanzo ed ucciso da Mediaset.

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