Creato da Le.Arabe.Felici il 03/11/2005
Riteniamo lo scambismo semplice tradimento ad amministrazione controllata e il bang bussing il modo ideale per un viaggio di piacere
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« Dubbi vespertini | Messaggio #3650 » |
Pezzi di guerra fredda: Il Pacemaker.
Solo dalla coscienza di un bambino dall’anima liliale, poteva nascere l’idea di realizzare e chiamare così un aggeggio del genere.
Nella foto, a sinistra, potete vedere il mitico B29 Superfortress, tristemente famoso per essere stato il polpastrello di Dio che lasciò “scivolare” su Hiroshima la prima bomba atomica in una operazione di guerra.
Di questo velivolo fu detto che non sarebbe mai volato perché con i suoi 43 m. di apertura alare era troppo grosso, invece volò benissimo e per tanto tempo, tanto che i Russi continuarono a produrlo per parecchio tempo su iniziale licenza americana.
Quell’affare a destra è il B36 “pacificatore” che con i suoi 70 m. di apertura alare e il quasi mezzo kilometro quadrato di superficie alare con un peso in assetto operativo di 185 tonnellate faceva passare per un giocattolo il già grande B29.
Fu pensato così grosso per portare la più pesante bomba atomica al mondo, l’Mk-17, un “petardo” di 8 m. di lunghezza e del peso di oltre 18 tonnellate che con la sua potenza di 15 volte la bomba di Hiroshima poteva capricciosamente “rimodellare” una intera regione.
Questo ordigno veniva “assistito” da ben 64 paracaduti che frenavano la caduta principalmente per dare la possibilità al lento B36 di mettersi in salvo.
In effetti il B36 era alquanto “bolso” nonostante i sei motori ed aveva seri problemi al decollo in piste che non erano particolarmente lunghe tanto che furono progettate delle razziere per assisterlo al decollo con una spinta propulsiva aggiuntiva.
Quest’altro velivolo che vedete in foto non è altro che la versione “civile” del B36 capace, sottolineo prima degli anni ’50, di portare 400 passeggeri.
Il velivolo fu abbandonato perché necessitava di motori da 5.000 h.p. (l’unità di misura Cavalli Motore –CV- che utilizziamo noi è simile ma non identica ad Horse Power –HP- di uso anglosassone) percui non si era ancora in grado di realizzare potenze del genere ottenibili solo con turbine a gas e diventava antieconomico lasciarci i motori radiali a pistoni da 3.400 hp originali che avevano consumi stratosferici di carburante e di olio.
Notate, nella foto, l’unico “avanzo” del passaggio terreno di questo velivolo con dietro un Galaxy, che attualmente è il terzo aereo più grande del mondo.
UDM
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