Le Arabe Felici®

L’invenzione degli adesivi gialli si deve alla geniale trovata di Cri Camomilla e Bruno Tartaruga.
        Nell’ormai lontano settembre del 1991 i due aspettavano il 310 a viale Ippocrate (avevano deciso di non prendere più la macchina perché la benzina era aumentata di ben 0,5 lire ogni 10 litri) e, guardando la fermata, notarono che questa era formata da tante strisce metalliche gialle quante erano le linee degli autobus, e che su ogni striscia vi era riportato l’intero percorso del relativo mezzo con tutte le vie ove erano situate le fermate, scritte in nero (su sfondo, appunto, giallo).
        Notarono anche che le persone che aspettavano l’autobus talvolta leggevano con attenzione i nomi delle vie per regolarsi su dove scendere, probabilmente.
        Da qui la loro idea rivoluzionaria: creare un prolungamento fittizio del percorso con, al posto dei nomi delle vie, i nomi dei Balordi Metropolitani (Le Arabe Felici di allora).
        Bruno, dopo aver informato i suoi amici di ciò, e dopo aver ottenuto gli scontati consensi, commissionò allo zio di Luca il Nudo, tipografo benemerito, la stampa di 2.000 adesivi gialli che riproducevano al millimetro la larghezza di ogni singola striscia di cui erano composte le fermate degli autobus, e nei quali vi erano inseriti 13 nomi scritti con le stesse dimensioni  dei nomi delle vie.
        Gli adesivi vennero spartiti in parti eguali (2.000 : 13 = 153,8461538462) e per tutto il mese di ottobre Bruno guidò, qual novello condottiero, la sua squadra di Balordi che appiccicarono gli adesivi su più fermate possibili, rispettando gli margini ad arte in modo che il percorso sembrasse modificato o allungato.
        Il risultato fu che molte persone, leggendo ad esempio il percorso del 38 barrato, vedevano con stupore che dopo viale Libia seguiva non più “via delle Valli” e “via Conca d’Oro”, ma “via Bruno Tartaruga” e via “Giggi Playmobil” e “piazza Luca il Nudo” ecc. Gli adesivi erano stati fatti così bene che era difficile distinguere l’“aggiunta” se non s’aguzzava bene l’occhio.
        Nei mesi che seguirono gli adesivi furono attaccati un po’ su tutte le fermate di Roma (e consegnati ad amici che andavano all’estero) in maniera semplicissima: bastava salire uno sulle spalle dell’altro, meglio se davanti a un bel po’ di persone, e attaccare l’adesivo   sulla linea interessata. Tuttavia Bruno pretese che l’operazione fosse eseguita a regola d’arte, e dispose chiaramente che prima dell’applicazione la parte interessata fosse pulita accuratamente dalla polvere per assicurare un ottimale e duraturo incollaggio dell’adesivo.  

          Col tempo e le piogge gli adesivi, essendo di carta, hanno cominciato a raggrinzirsi e molti si sono staccati; del resto sono passati troppi anni.
        Se oggi doveste vedere su una qualsiasi fermata, ma anche su muri, cartelli stradali) un adesivo giallo, sicuramente accartocciatissimo e provato dalle intemperie, ebbene, lì è passato un Balordo Metropolitano.