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I Borlotti più buoni

Post n°2687 pubblicato il 03 Ottobre 2006 da Le.Arabe.Felici

Ovvero : il maschio che era nell'Uomo Rockford

In un mondo in cui non esistono più i veri eroi, in cui si va in giro col petto depilato e le sopracciglia modellate a guisa di ala d’airone, in cui la virilità è un lontano ricordo ed i dopobarba sanno di mughetto, violette e sedani, noi volgiamo gli occhi al passato, verso quegli uomini veri, duri, immarcescibili, forti ma teneri, che si facevano la barba a secco con il wilkinson’s sword , il rasoio che si arrugginiva a contatto con l’aria. Uomini che si compravano le cremine su “L’intrepido” per incrementare la propria villosità onde poter adagiare capezze in oro bianco su petti pelosi come la schiena di Lucio Dalla, tanto che al confronto ora Piero Pelù sembra un paggetto. Uomini che usavano il profumo Mennen, che odorava di ascella di struzzo, o Rockford , che aveva lo stesso afrore dell’interno delle mutande di un polacco che pulisce i parabrezza ai semafori.immagine Per i troppo giovani, vogliamo ricordare la pubblicità, appunto, del Rockford, in cui comparivano una donna ed un uomo, abbracciati teneramente: lui, capelli crespi e monociglio peloso come uno zerbino, la cingeva così forte da procurarle un’embolia addominale, tronfio di spocchia ed egagro di spermatozoi. I due, per chi non lo sapesse, camminavano su un porticciolo mentre impazzava una tempesta che pareva uno tzunami, volavano carcasse di tonni trascinati dall’uragano, le chiatte affondavano nella tempesta: ma a lui non fregava un cazzo, rimaneva piantato saldo in terra,così maschio , così rorido, così turgido. Un uomo (citiamo commossi dal Jingle)“che sa creare un momento guardarti negli occhi parlare col viso, un uomo che sa veder e guardare guardare e capire le storie del mare un uomo che sa capire il momento godere la vita giocare col vento”. Ed un uomo che sa giocare col vento significa che con una scorreggia è in grado di potare una foresta di lecci e platani solo con lo spostamento d’aria provocato. Un jingle che pare una poesia di immagineOdiosissimo, in pratica. Ma che comunque dava idea di virilità mugghiante come le onde del mare che imperversavano nel porto istesso. E chi non ricorda il nonno della Valle degli Orti? Colui che poteva sembrare solo un merdosissimo ottuagenario in preda alla demenza senile, era in realtà un canuto ma arzillo mentore di un nipote che lo seguiva rapito dai suoi racconti. I due si sobbarcavano chilometri nella valle alla ricerca dei borlotti più buoni che venivano inseriti in “un grande Freezer “ (Il nonno lo chiamava “Frisa” per motivi che ignoriamo) e, quando non erano più visti da nessuno,  il rorido vegliardo proponeva al nipote il cetriolo più buono della valle, quello suo. E questi erano gli uomini che ammiriamo e ricordiamo con un velo di commozione mista a tristezza per un tempo che fu.

Imperdibile: la pubblicità "La Valle degli Orti" gentilmente concessaci da Skizotonic detta anche Eva, ossia l'amante del nonno.

http://digilander.libero.it/Le.Arabe.Felici/valle_degli_orti.wmv

 
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