Creato da Le.Arabe.Felici il 03/11/2005
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Idi Amin Dada l'ultimo re di scozia
I miasmi della storia recente ci restituiscono un personaggio, certamente negativo, ma sicuramente ricco di difetti appartenenti alla parte oscura dell’animo umano: Idi Amin Dada.
Idi Amin era un omone alto due metri dall’aspetto brillante e bonario nato in un luogo dove il Nilo attraversa l’Africa dei grandi laghi: l’Uganda.
Di umili origini, divenne soldato inquadrato in uno dei vari corpi militari dello sconfinato impero coloniale inglese, facendo una discreta carriera.
Tornato in patria divenne l’uomo di fiducia del leader ugandese Obote, che poi caccerà nel ’71 con un colpo di stato facendo annunciare a Radio Uganda per intero il suo nuovo titolo "Sua Eccellenza Al-Hadji, Feldmaresciallo Dottor Idi Amin Dada, VC, DSO, MC, CBE, Presidente a vita della Repubblica dell'Uganda" e nel 1977, dopo che l’Inghilterra ruppe i rapporti diplomatici con l’Uganda si autoproclamò: “conquistatore dell’Impero Britannico”.
Le cose più gustose di questo personaggio sono gli aneddoti.
L’idea che ci si fa di lui è di un uomo apparentemente bonario, ma in realtà era una terribile commistione tra un ignorante, un megalomane e peggio: un ingenuo.
Si racconta che il Presidente Leone, che era capace di risolvere le situazioni più difficili con un'ironia tutta napoletana, quando si presentò Amin a Roma in visita privata, il Presidente Italiano aggirò il protocollo invitandolo, invece che a un banchetto al Quirinale, a un frugale pranzo a Castelporziano col personale di servizio, facendo credere al dittatore che quelle erano le autorità italiane. Così Amin pranzò con giardinieri e guardiacaccia, convinto di trovarsi accanto a ministri e presidenti.
Nei suoi discorsi al governo e alla radio si denota un atteggiamento da bonario maestro elementare che impartisce consigli dalla banalità disarmante che porteranno molti suoi ministri sul fondo del Nilo.
I suoi “mitici” telegrammi con cui regalò un po’ di “buon umore” a giro per il mondo saranno un delirio degno di una via di mezzo tra un dramma di Shakespeare e il teatro di Petrolini…. tanto assurdo da renderlo quasi simpatico.
Famoso un suo telegramma a Nixon, dove, chiamandolo fratello, lo esorterà a “riprendersi” dallo scandalo Watergate;
Il considerarsi rivoluzionario socialista alla Gheddafi e alla Arafat non gli impedirà, probabilmente per ignoranza, di mandare un telegramma di congratulazioni alla giunta militare guidata da Pinochet che prese il potere in Cile ammazzando il socialista Allende.
Oppure lo sconcertante telegramma, mandato poco dopo il massacro operato da Settembre Nero a Monaco, a Kurt Waldheim, l’allora Segretario ONU, dichiarando queste testuali parole: “Hitler e i tedeschi sapevano bene che gli israeliani non operano per il bene dei popoli del mondo e per questo hanno bruciato gli ebrei con il gas su suolo tedesco”… e qualche mese dopo dichiarare candidamente di essere amico di Moshe Dayan.
Un capitolo a parte fu il rapporto con gli ex colonizzatori: gli Inglesi. Amin si dichiarava ammiratore degli scozzesi, tanto da chiedere alla Regina Elisabetta, in un altro suo meraviglioso telegramma, una guardia del corpo scozzese. Qualche anno dopo, a seguito della crisi economica che attraversò l’Europa e l’Inghilterra in particolare, inviò alla Regina un casco di banane; si proclamò salvatore dell’Inghilterra inviandogli frutta e verdura, essendone l’Uganda un grande produttore…. cosa ci si poteva aspettare da uno che prendeva decisioni in base ai sogni della notte prima e che, a detta di lui, gli erano inviati da Dio?
Del resto le sue prime decisioni da leader furono: la cacciata entro 90 giorni di tutti gli asiatici; l’autoproclamarsi campione di boxe dell’Uganda dei pesi massimi e campione nazionale di rugby.
La sua megalomania gli faceva dichiarare a Radio Uganda di essere l’uomo che ha fatto scappare 250 milioni di americani, che gli inglesi non lo andavano a trovare perché era troppo forte ed intelligente e non ultimo, (del resto si capiva da solo), che Nixon voleva esportare il Watergate in Uganda.
Singolare, del resto, fu anche questo episodio:
Il volo 139 dell'Air France dirottato da Atene il 27 giugno del 1976 fu invitato da Amin a fare sosta all'Entebbe International Airport in Uganda. I dirottatori, che erano supportati dall'esercito ugandese, chiedevano, in cambio del rilascio di 256 ostaggi, la liberazione di 53 prigionieri facenti parte dell'OLP. Amin visitò gli ostaggi in più di una occasione. I dirottatori acconsentirono a rilasciare tutti gli ostaggi, meno coloro che erano di religione ebraica o di nazionalità israeliana, le persone liberate, tramite un aereo fornito da Amin, sarebbero state trasportate in Europa. Gli israeliani e gli ebrei sarebbero stati trattenuti. L'equipaggio dell'Air France, comunque, rifiutò di essere liberato finché tutti i passeggeri non fossero stati rilasciati. A mezzanotte del 3 luglio 1976 le forze speciali israeliane, in quella che fu chiamata Operazione Entebbe attaccarono l'aereoporto riuscendo a liberare tutti gli ostaggi meno quattro che furono uccisi; uno per errore dai soldati israeliani, due dagli ugandesi e un'altra, la settantacinquenne Dora Bloch, che era stata trasferita in ospedale prima dell'operazione di salvataggio, fu uccisa per ordine diretto di Amin da due ufficiali dell'esercito dopo il salvataggio degli ostaggi.
Uno dei componenti del commando fu ucciso, si trattava di Jonathan Netanyahu, fratello del futuro Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
Amin fu deposto da un intervento militare Tanzaniano nel 1979 per poi fuggire in Libia ed ottenere asilo politico in Arabia Saudita; riuscì a scappare per tornare in Uganda nell’89 ma a Kinshasa, Mobutu, lo rispedì a Jedda dove fu tenuto buono e zitto fino alla sua morte nel 2003.
Amin, nonostante il suo aspetto, brillante e bonario sarà capace, a detta di Amnesty International, di far sparire 500.000 persone nel suo paese… come disse il buon Gaber, parlando degli scandali del Bel Paese: “peggio di noi? Giusto l’Uganda!”
UDM
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