ISLANDA, DAL VULCANO POSSIBILI CAMBIAMENTI CLIMATICI

Post n°77 pubblicato il 19 Aprile 2010 da Arborianotizie
 

Roma, 18.04.10 - Gli enormi disagi che la nube di fumo e detriti emessi dal vulcano islandese Eyjafjallajokull, stanno causando, potrebbero essere nulla in confronto a ciò che potrebbe accadere tra qualche tempo. L’allarme è arrivato da Vincenzo Ferrara, esperto di clima dell’Enea, che ha analizzato le possibili conseguenze in base alle nuove rivelazioni sulle correnti in quota e l’andamento dei venti. "La nube di polvere e ceneri che si leva dal vulcano islandese - ha ricordato Ferrara - si sta muovendo verso la Danimarca e la Scandinavia più in generale, e arriverà a interessare la Russia, da Mosca in su. Si sta dunque allargando ma, a mano a mano che ci si allontana dalla zona del vulcano, le polveri più pesanti tendono a cadere e quindi rimangono in sospensione solo quelle più sottili". Se le polveri emesse dal vulcano islandese Eyjafjallajokull avranno quantità e soprattutto energia (termica) tale da "bucare" la tropopausa e finire nella stratosfera, potrebbero restarvi anche anni e determinare cambiamenti climatici significativi". Gli effetti, secondo lo studioso, sarebbero direttamente proporzionali alla durata dell’eruzione e alla sua intensità.

 
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AFGHANISTAN, LIBERATI I TRE MEDICI DI EMERGENCY

Roma, 19.04.10 - Domenica 18 aprile i tre medici di Emergency, Matteo Dell'Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani, che erano detenuti in una struttura dei servizi di sicurezza afgani, sono stati liberati, non essendo stato possibile formulare alcuna accusa nei loro confronti. "Esprimiamo la nostra soddisfazione per la liberazione dei tre medici italiani di Emergency" dichiara Vincenzo Galizia Presidente nazionale del Fronte Verde Ecologisti Indipendenti. "Noi di Fronte Verde, siamo stati dal primo giorno al fianco di Emergency, trovando riscontro su quel che pensavamo sin dall'inizio, cioè la completa infondatezza delle accuse gravissime rivolte ai nostri connazionali". conclude la nota del Presidente del movimento ecologista. 

 
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ROMA, FRONTE VERDE IN PIAZZA CON EMERGENCY

Roma, 16.04.10 - "Parteciperemo domani pomeriggio a Roma in piazza San Giovanni alla manifestazione indetta da Emergency per chiedere la liberazione dei suoi tre medici italiani detenuti illegalmente in Afghanistan" dichiara in una nota Vincenzo Galizia Presidente nazionale del Fronte Verde Ecologisti Indipendenti, che continua "prenderemo parte all'iniziativa senza nostre bandiere e simboli, per non strumentalizzare la manifestazione, come speriamo che facciano anche gli altri partiti e movimenti che parteciperanno all'iniziativa".  L'appuntamento per i militanti, aderenti e sostenitori del Fronte Verde è per sabato 17 aprile a Roma, in piazza San Giovanni dalle ore 14.30. Invitiamo tutti a firmare l'appello a sostegno di Emergency sul loro sito www.emergency.it  

 
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GLI OCCHI "SCOMODI" DI GINO STRADA

Post n°74 pubblicato il 13 Aprile 2010 da Arborianotizie
 

di Massimo Fini

Fonte: "Il Fatto Quotidiano" del 13 aprile 2010

Sarà difficile sapere presto la verità sull’arresto, operato dalla polizia afghana coadiuvata da soldati britannici, dei nove operatori di Emergency, fra cui tre italiani, nell’ospedale di Lashkar Gah, con l'accusa di star preparando un attentato contro il governatore locale Gulabbudin Mangal. E, forse, non la si saprà mai. Perché anche su eventuali confessioni uscite da un carcere afghano, controllato formalmente dai servizi segreti locali (National Directorate of Security, Nds) ma nella sostanza da quelli americani e inglesi, c'è poco da far conto, visto il trattamento riservato ai “terroristi” ad Abu Ghraib e Guantanamo. Quel che è certo è che Emergency è stata sempre vista con molta ostilità dalle truppe Nato da quando hanno occupato l’Afghanistan. Perché Emergency operò durante il periodo del governo talebano e, a parte qualche disputa sulla rigida separazione dei reparti maschili e femminili, poté farlo tranquillamente perché i Talebani ci tenevano, forse più delle forze Isaf-Nato, che ci fossero degli ospedali funzionanti. Emergency ha quindi sempre avuto buoni rapporti con i Talebani. La liberazione dell’inviato di Repubblica Daniele Mastrogiacomo sequestrato dagli uomini del feroce comandante Dadullah, e che ci avrebbe quindi lasciato sicuramente la pelle perché Dadullah non faceva sconti a nessuno, fu dovuta all’intermediazione personale di Gino Strada che riuscì a far arrivare un messaggio al Mullah Omar che ne ordinò il rilascio. In seguito Omar, che non approvava per nulla i metodi troppo spicci di Dadullah che coinvolgevano civili (lo aveva già degradato o espulso tre volte dal movimento, in particolare per una strage di Hazara avvenuta quando il Mullah era al governo) fece in modo di lasciarlo allo scoperto. E Dadullah fu poco dopo ucciso dalle forze Nato. Nella provincia di Helmand gli uomini di Emergency possono girare tranquillamente, mentre il governatore Mangal, un fantoccio degli angloamericani, è costretto a muoversi in quella che formalmente è la sua provincia protetto da elicotteri, blindati, scorte armate fino ai denti composte più che da poliziotti afghani da militari britannici. Ma, forse, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è quanto avvenuto una mese fa nell’assedio della cittadina di Marjah all’interno della grande offensiva lanciata dal generale Stanley McCrystal nell’Helmand. A Marjah esiste un piccolo presidio della Croce Rossa internazionale, una specie di osservatorio, un centro di raccolta di primo soccorso, ma non un ospedale attrezzato, con sale operatorie e tutto quanto occorre. Nel presidio erano stati ricoverati una cinquantina di feriti e di moribondi che in nessun modo potevano essere curati lì. La Croce Rossa chiese l’apertura di un “corridoio umanitario” che potesse superare i posti di blocco organizzati tutt’intorno a Marjah per poter trasportare i feriti negli ospedali più vicini e in particolare in quello di Emergency di Lashkar Gah che era il più vicino. I comandi Nato si opposero affermando che fra i feriti "potevano esserci anche dei talebani" (conferma indiretta, tra l’altro, che l’offensiva Nato, nonostante tutte le premesse e le promesse di McCrystal, si era risolta nella consueta strage di civili). Ora neanche nelle più feroci guerre moderne, neanche nella Seconda guerra mondiale, si è mai venuti meno alla regola, stabilita dalla Convenzione di Ginevra, che i feriti dei nemici vanno curati. Emergency fu in prima linea nel denunciare questo inaudito comportamento. Adesso siamo alle porte dell’altra grande offensiva che la Nato vuol lanciare contro la città di Kandahar, storica roccaforte del movimento talebano afghano (il Mullah Omar è nato in un villaggio vicino). E non credo che Gino Strada sia molto lontano dalla verità quando dice che si vuole togliere di mezzo Emergency, o privarla di credibilità, come testimone scomodo, in modo che i bombardieri americani, i Dardo e i Predator, aerei senza pilota né equipaggio, ma armati di missili micidiali possano agire indisturbati (intanto ieri, preannuncio della prossima offensiva, i soldati Nato hanno ucciso a Kandahar quattro civili a un posto di blocco). È chiaro che il governatore Mangal, un quidam qualsiasi, non si sarebbe permesso di arrestare tre operatori italiani senza l’avallo non tanto di Karzai (che tratta da mesi con il Mullah Omar e che recentemente ha dichiarato testualmente in una conferenza stampa “gli americani alimentano il conflitto fra afghani per poter avere il pretesto per continuare ad occupare il Paese, se continua così mi alleerò con i Talebani”) ma dei comandi statunitensi. E il nostro ministro degli Esteri Franco Frattini dovrebbe riflettere seriamente sui reali rapporti fra noi e gli alleati anglosassoni, invece di rilasciare dichiarazioni vergognose (un ministro degli Esteri ha innanzitutto il dovere di difendere i propri connazionali, poi si vedrà) accusando Gino Strada di “aver fatto dichiarazioni politiche”. Fino a prova contraria, nonostante il Berlusconi imperans, gli italiani, nel nostro Paese e all’estero, hanno ancora diritto di parola e di manifestazione del proprio pensiero. Anche se sono dei medici, come Gino Strada.

 
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FRONTE VERDE: "CON EMERGENCY PER I PIU' DEBOLI"

Roma, 13.04.10 - "Ci schieriamo al fianco di Emergency chiedendo l'immediata liberazione dei tre medici italiani in Afghanistan" dichiara in una nota il Fronte Verde Ecologisti Indipendenti, che continua "Si vuole colpire l'organizzazione di Gino Strada, che dal 1999 da assistenza medica e chirurgica gratuita a circa due milioni di afgani nei centri di Kabul, Anabah e Lashkargah, nel centro di maternità e medicina di Panjshir, nelle 25 cliniche e posti di primo soccorso e nelle 6 cliniche delle prigioni afgane. L'unica organizzazione che da sempre difende e cura il popolo afgano senza alcuna discriminazione. Ribadiamo anche in questa occasione, la nostra contrarietà alla continuazione della guerra in Afghanistan da parte dell'Italia. Ed invitiamo tutti a firmare l'appello a sostegno di Emergency sul loro sito www.emergency.it  

 
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