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E' STATO

Post n°41 pubblicato il 24 Maggio 2009 da miladylady

"E' stato"   http://www.silviolucchini.com

la foto è di proprietà di Silvio Lucchini e non può essere copiata o utilizzata senza il suo consenso.

 

Il magnifico progetto fotografico di Silvio si intitola “è stato”, scatti urbani, per lo più di sera, ambienti in costruzione, luce artificiale, assenza di esseri umani…continuo ad osservare queste foto affascinanti, bellissime…inquietanti.

Si sovrappongono le immagini di un altro progetto artistico, quello di ArsLab, installazioni d’arte interattive, e le immagini plasmate dalla lettura di libri, quelle rimaste impresse negli occhi attraverso la visione di film…..un futuro che è presente e nello stesso tempo già passato…dolente.

La mente spazia, attraverso reminiscenze di immagini, di fatti, di letture, di nozioni, di sogni.

La bomba al neutrone pare possa distruggere tutto ciò che è vivente ma lasciare intatti edifici ed infrastrutture, i luoghi avvolti nel silenzio, l’armonia dell’assenza, l'assenza dell’uomo.

Il Cacciatore di androidi, meravigliosa opera nata dalla grande inquietudine di P. Dick, divenne poi un film altrettanto bello, Blade Runner.

“Io ne ho viste cose che vuoi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser... e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. E' tempo di morire”.

Il viaggio di Frodo e la sconfitta di Sauron, scenari luminosi, bucolici, semplici e altri foschi, oscuri, fascinosi e ingannevoli.

L’assenza e la presenza.

Gli uomini traspaiono dietro le loro creazioni, oppure le opere dell’uomo una volta realizzate si svelano colme di vita propria e soprattutto autonoma?

Guardo e mi pare di esserci, sento però di essere spettatore, non protagonista…, questi luoghi, aree industriali, avvolte in un’algida bellezza, edifici bianchi, illuminati dalla fredda luce elettrica, spazi colmi di magnificenza, bellezza silenziosa, immota, oppure armonia allo stato puro…l’assenza dell’uomo è una ferita dolente oppure la somma armonia?

Gli escavatori, i lavori in corso, le auto in sosta, le rotonde in costruzione, le palizzate dei cantieri…tutto ciò denota l’incompletezza, l’assenza dell’uomo, eppure guardando questi scatti la completezza c’è, ed è assoluta….le cose esistono, hanno acquisito una vita propria, fanno mostra della propria bellezza, a tratti austera, a tratti essenziale, selvaggia in alcuni scorci, altera in altri, sentono, vibrano, gioiscono e si dolgono…..come gli androidi di blade runner…divenuti infine i veri umani, più umani degli umani che han perso la loro umanità barattata, moderni Faust, con i giocattoli tecnologici di cui ci si riempie la vita, in una frenesia dell'usa e getta sempre più veloce, per non correre il rischio di fermarsi ed accorgersi del vuoto che si ha dentro, incolmabile, abissale, disperante.

Le zone industriali di sera, quando non c’è più nessuno, gli edifici nitidi, squadrati, avvolti nella quiete della sera, assumono una bellezza assoluta, sono foto, non c’è audio, eppure guardando, senti il silenzio, lo percepisci, ne senti l’essenza, lo senti avvolgere ogni spazio, ne senti la pregnanza…hai la nitida certezza che qualunque passo umano in quel momento, in quel luogo, risuonerebbe come fuori luogo, inquietante, nemico….questo paesaggio vagamente lunare è perfetto così, la sua bellezza sublime è nell’assenza.

Guardare la città, è una città ben precisa, ma potrebbe essere qualunque città, qualunque area metropolitana, e scoprire di non conoscerla, non è così nelle mattine di corsa contro il tempo, non è così nelle sere di rientro spasmodico, non è così nelle notti di movida, eppure è sempre lei, sempre La Città, la stessa che viviamo ogni giorno, la stessa attraverso la quale ci muoviamo e che ci scorre accanto senza che ci si soffermi a guardarla davvero…. un limite moderno, non c’è tempo mai per nulla, le cose, le persone, tutto rimane ignoto, non conosciamo mai nulla davvero, non abbiamo tempo di fermarci a vedere, guardiamo senza vedere realmente … e abbiamo perso il senso della meraviglia, della fiaba, dell’immaginario…dell’anima e dell’immensità di un istante….e poi…una foto, uno scatto e rimembriamo quasi nostalgicamente che lo sguardo è lo specchio dell’anima, sentiamo gli infiniti orizzonti che ci appartengono, le silenti potenzialità inespresse ridestarsi, la forza evocativa..la magia attraverso la visione, l’immagine dell’anima che l’uomo sta perdendo… O forse solo dimenticando di avere?

 

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creatività

 Gran parte dell’arte primordiale sembra essere stata creata dalle donne in un contesto rituale. La metodologia di ricercatori, antropologi, archeologi si basa sulla teoria accettata, ma erronea, che le civiltà arcaiche non potevano, per definizione, avere un concetto centrale astratto di divinità, quindi le statuette femminili non sono state considerate dee bensì semplici rappresentazioni di donne. La complessa opera di Marija Gimbutas e il concetto da lei coniato di archeomitologia ( che indica un metodo multidisciplinare che unisce l’archeologia descrittiva alla mitologia comparata, alla linguistica, al folclore e all’etnologia storica) dovrebbe invalidare per sempre questa teoria così fallace. Tutto richiama alla ciclicità e dunque al femminile, le stagioni,il giorno che oblia nella notte e poi rinasce con l’alba, i modi di dire ( i corsi e ricorsi storici), persino ad una convenzione come il tempo è stata attribuita un’impostazione ciclica (le ore). Invero per creare arte sciamanica la donna deve innanzitutto liberarsi della credenza diffusa, ribadita e stereotipata di non avere “doti artistiche”. Siate creative, vi appartiene!!!
 

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tú cantas esperanza, tú cantas remedios,
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"te quiero pequeña, chiquita, preciosa, hermosa.....
 

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