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Passeggiando

Post n°9 pubblicato il 19 Settembre 2007 da archimedesl

Psseggiando


Sono a spasso , guardo e scruto le vie
del centro popolate e solitarie, la solitudine di un insieme di
persone che non sa stare insieme,vedo tante persone, scorgo solo
piccoli frettolosi personaggi che in disordinato ordine scorrono per
le vie e si scambiano occhiate , ma mai un saluto, pare soffrano
dover salutare o fermarsi a confrontarsi dicendo poi solo due parole.


Che solitudine, ma io che faccio?


Io saluto chi non conosco e... sguardi
fugaci, restii, fanno finta di nulla, ma in cuor loro sanno che
almeno per educazione avrebbero dovuto almeno salutare, ma no...


Io passo oltre e risaluto una anziana
signora, un distinto signore, un vecchio amico, una giovane ragazza,
ma poi arrivato alla fine del mio percorso vorrei tornare indietro e
rivedere le persone , scambiare alcune parole, potergli raccontare
tante emozioni e fatti.


Poi riguardo indietro e vedo che le
persone non ci sono più, scorrono e scappano, forse sono io a
vederli scappare o forse loro sono fermi ed io sto scappando,
forse... forse, ma.


 

 
 
 

La discesa dell'Elvo

Post n°8 pubblicato il 16 Settembre 2007 da archimedesl

La discesa dell’Elvo



L’Elvo è un torrentedella valle omonima in provincia di
Biella.



La sua caratteristica torrentizia lo ha modellato nei
millenni fino a sagomarne alcune gole particolarmente belle anche se
difficilmente raggiungibili.Le bellezze naturali che si possono ammirare in
questo luogo hanno fatto si che per 29 anni il CAI ed in particolare il Gruppo
Speleologico Biellese, lo portassero a conoscenza di molti attraversandone i
suoi argini scoscesi e di modellato granito utilizzando le tecniche di
speleologia.



Il gruppo ogni vigilia prepara minuziosamente le
attrezzature che faranno gioire i partecipanti, alleste le imbragature, “arma”
il torrente, pronto per essere disceso in tutta sicurezza e con un buon grado
di adrenalina.Non sto a delineare tutte le procedure per Armare le sponde del
torrente, la vera emozione è poter discendere sin dalla prima teleferica il
corso d’acqua, dove si viene appesi e ci
si lascia scorrere su una carrucola, vedendo i fluttui della cascatella
sottostante, vedendo i colori della grigia roccia che fa da sfondo all’arcobaleno
creato dalla polverizzazione dell’acqua.



Chi assicura le persone alle corde gode delle emozioni dei
partecipanti, timorosi, insicuri, ma stimolati da una nuova avventura.



Chi riceve le persone al termine della teleferica ne gusta gli urli e le sonanti vocazioni di
gioia.



I tratti successivi sono mpegnativi da un lato, ma non meno
entusiasmanti dall’altro. I soli momenti di attesa e di confronto con gli altri
partecipanti porta a creare delle conoscenze ed amicizie che poi durano nel
tempo.



Oggi ho potuto
assaporare le emozioni di stupore e di gratificazione che i vari partecipanti
hanno vissuto calandosi per una corda da 10 metri di altezza e hanno gustato il
vuoto sottostante, i l’atterraggio sul mio canotto che navigava su uno specchio
d’acqua all’interno di una gola chiusa creata dall’erosione in diversi
millenni.



La conformazione delle rocce, la limpidezza dell’acqua, lo
splendore dei riflessi dell’acqua che gocciolava dal cielo e si riversava nella
conca...



Il mio giretto verso la cascatella rendeva ancor più
frizzante quel momento per poi teminare alla spiaggetta, dove tutti si dovevano
arenare un istante per proseguire con il viaggio verso sud.



Il buon Caronte ha trasportato una notevole quantità di
persone dalla calata alla spiaggia, ma ogni volta sentiva le emozioni che
vivevano i partecipanti.



Ogni volta che uno si emozionava per la vista dell’acqua
particolarmente verde, io gli proponevo il giro alla cascata, pochi gli
indifferenti, ma anche loro non mostravano il vero senso di godimento del
paesaggio.



Oggi sono stato in acqua più volte a rinfrescarmi e a giocare tra me e me , la compagnia ,
tranne qualche personaggio, non era delle migliori e con certe persone non
riesco a relazionarmi.



Preferisco lasciare che dicano o facciano senza dover dire
loro la mia opinione. Alle volte mi sento un pesce fuor d’acqua per il fatto
che non ho atteggiamenti di prepotenza o superficiali come dimostrano loro, ma
sò che il mio modo di fare è sicuramente limpido, corretto, altruista e
coerente.



Ala mia moda tutti sono uguali e tutti meritano dell’attenzione
giusta, questo mi permette di confrontarmi e di crescere acquisendo la forza
che mi viene trasmessa dagli altri .



La comunque bella giornata mi ha fatto pensare molto nei
momenti di fermo del mio traghettare, ho valutato quanto le persone si fidano ,
quanto alcuni siano attenti e precisi e quanti invece siano distratti o
confusionari. In alcuni casi ho potuto rilassarmi dondolato dalle dolci onde,
chiudendo gli occhi per diversi minuti ed assaporando l’aria umida nebulizzata
dalla cscata.



L’aria fresca e la luce tenue di un rannuvolamento
imponenteha raffreddato i colori permettendomi di vedere i lati meno piacevoli
della situazione.



Il tutto ovviamente condito con il frastuono dell’acqua che
scroscia contro le rocce erodendole in continuazione. Unevidente segno che la
natura sa farti assaporare le belle cose e farti vedere il rovescio della
medaglia insieme.



La gita teminata con il piacere di tutti i partecipanti, ha
fatto riviverenuovamente la volontà di pochi a godere di spettacoli
raggiungibili faticosamente e non sempre aperti a tutti.



Un pensiero conclusivo della giornata: Qualunque emozionante
avventura è bella o brutta, ma sicuramente da vivere in compagnia, potendone
condividere le emozioni belle o brutte.



Non è necessario affrontare
assurde imprese per affermarsi, ma condividere con altri lanche le più piccole
emozioni che ogni giorno viviamo.

 
 
 

Seconda parte - Bel finesettimana-

Post n°7 pubblicato il 13 Settembre 2007 da archimedesl

La serata consiglia di rientrare nel
rifugio, comunque più caldo di quanto lo sia fuori.


Il fresco meno 6 seppur secco fa
rabbrividire a star fermi in contemplazione delle stelle.


La miglior cosa da farsi, dicono alcuni
ospiti del rifugio, è di andare sotto la coperta e
rinfrancarsi fintanto che la mattina seguente la sveglia non squilli


Io e Paolo siamo stanchi della giornata
e ci avviciniamo pesantemente verso la camera n,1 che i gestori ci
hanno gentilmente concesso in uso per la notte.


La camera ha 4 letti , a due a due a
castello, un profumo di resina di abete, lo stesso profumo del legno
appena tagliato, quasi a ricordare che la stanza è stata da
poco ristrutturata e il calore del legno mi riscalda il cuore,
comincio ad affezionarmi anche a questo posto, più invaso
rispetto la Margherita, ma con fascino.


La notte passa decisamente velocemente,
Paolo dorme ancora, ogni tanto dà qualche sordo e discreto
brontolio, non russa per fortuna.


Sono le 4.15 e si comincia ad udire il
veloce , ma ancora assonnato calpestio dei piedi degli alpinisti che
vagheranno per il ghiacciai con meta Margherita.


Dalla cucina, sale un profumo di caffè
appena preparato, ma noi continuiamo a dormire imperterriti fino alle
7.15.


Il rumore del gruppo elettrogeno appena
avviato, le poche persone ancora presenti in rifugio, ci fanno
svegliare e in pochi minuti scendiamo a fare colazione.


L'acqua stamattina non c'è ed il
mio io chiede di essere rinfrescato da una notte senza molti inganni.


La dolce creatura del rifugio, mi viene
a cercare , ha ricevuto la telefonata dal gestore del rifugio
Margherita.


Verso le 9.00 passeranno a prenderci
con l'elicottero per valutare una piccola perdita dell'impianto in
locale tecnico.


Paolo ed io ci prepariamo il materiale
e gli sci per affrontare l'ascesa alla margherita


Nel frattempo che attendiamo l'arrivo
dell'elicottero, prendiamo le misure dei pali e delle aree
disponibili per depositare i particolari del gruppo quando dovremo
cambiare il sistema.


Pochi minuti e sentiamo il classico
rumoreggiare di un elicottero in arrivo, ci prepariamo sulla piazzola
di atterraggio.


Michele e Christiano arrivano con il
velivolo e con un sorriso ci indicano di salire a bordo.


Non ci sono nubi o vento a turbare
l'inverosimile scenario.


Raramente ci si può permettere
di vedere dei panorami così belli e così luminosi con
tanta pulizia del cielo.


All'atterraggio ci permettiamo di
salutare i ragazzi in piazzola alla moda di grandi star o famosi vip.


La voglia di rivedere i ragazzi, ci fa
salire velocemente verso la cucina per questa mattina ci aspettano
ben due dolci donzelle.


Stanno preparando la cena per stasera.


La nostra mattinata si protrae
nell'aiutare i ragazzi a preparare e terminare alcuni lavori di
manutenzione.


Paolo si mette alle corde ed iuta due
persone a mantenere la sicurezza in discesa.


Il loro compito era di assicurare i
cavi di terra alle rocce della costa sud della montagna


Il tempo passa in modo estremamente
piacevole, ci rendiamo utili e verso le 11.30 marzia esce con un
sorridente viso e chiede se vogliamo gustare un antipasto.


La fame non manca, ma sappiamo che il
lavoro ancora non è finito e ci accordiamo per proseguire i
lavori.


Con piacere disinvoltura terminiamo
alcune operazioni, ora ci aspetta la pappa...


Paolo vorrebbe iniziare la discesa, ma
io ancora perdo tempo in chiacchiere e racconti emozionanti.


Appena dopo pranzo cominciamo a
salutare tutti e ci prepariamo a scendere, indossiamo i pesanti
scarponi, gli sci e via, giù per le vette innevate.


Non vi racconto le espressioni delle
persone che ci vedevano scivolare sulle pendici delle montagne


Ora le nostre attenzioni erano rivolte
alla discesa, stavamo gioendo in modo unico.


L'arrivo al rifugio gnifetti è
stato bello,il sole ci faceva sembrare esperti alpinisti.


Le ore successive abbiamo terminato i
rilievi, ma ora ci attanagliavano alcuni pensieri relativi la
fattibilità del sistema.


La cena stasera era diversa più
amichevole e accogliente.


Prepariamo le tabelle e spizzichiamo
delle fettine di crudo, alcune parole relativamente i venti e ci
mangiamo delle scaglie di parmigiano.


La notte si avvicina velocemente e
stasera ci affidano la stanza 18: quasi non la troviamo da quanto è
piccola...


E' ora di staccare la spina e mettersi
a dormire, l'indomani mattina metteremo gli sci ai piedi alle 4.45.


Anche noi faremo parte di quei matti
che si alzeranno presto e saliranno verso le mete incuranti del
freddo e del vento che caratterizzerà la lunga mattinata.





Segue


 

 
 
 

Splendide emozioni - prima parte

Post n°6 pubblicato il 10 Settembre 2007 da archimedesl
Foto di archimedesl

 Resoconto di un finesettimana esclusivo



 

















































































































































Mercoledì ricevo la
telefonata di un caro cliente, quasi stupito e un poco preoccupato per
l’intonazione della voce durante il primo saluto, chiedo subito se ci sono
problemi alla installazione presso il rifugio Margherita, a me particolarmente
caro.
La richiesta del cliente diventa subito particolarmente
gradita, vuole che vada a fare i rilievi necessari per migliorare ed adeguare
il rifugio Gnifetti sotto il profilo energetico e non solo.
La mia mente comincia a fantasticare ed immagino tutto lo
scenariocontornato di candida neve e crepacciati ghiacciai.
Lo scorso anno avevo eseguito dei lavori imponenti, grazie a
personale decisamente positivo, collaborativo e magnificamente socievole.
Il mio intervento non sarebbe stato possibile se quegli
amici non fossero stati così “in gamba”.
Mi rendo conto subito che la richiesta non si ferma alla
sola verifica, fine preventivo, ma alla volontà di esecuzione dell’impresa.
Le parole esprimono una gratitudine per il lavoro svolto, mi
imbarazzano i complimenti del cliente.
Lui traduce in numeri i benefici dell’impianto installato lo scorso anno, mi espone i dati
quasi fossero delle paole di un romanzo da leggere tutto d’un fiato,
particolari che accrescono la curiosita ad ogni parola detta.
Mi espone gli obbiettivi dell’opera da farsi ed io
controbatto con le innovazioni che vorrei proporre e subito siintrecciano discorsi che via via delineano una
immagine nella mia mente.
Ora so che il mio compito sarà particolarmente oneroso.
Gli accordi sono di volare venerdì fino al rifugio.
Lo scorso anno ho potuto avvalermi di un grande personaggio,
Paolo, che mi ha supportato in modo unico durante i lavori in quota, Dopo aver
terminato la telefonata con il cliente chiamo Paolo per offrirgli la possibilità di tornare sul
ghiacciaio e potermi avvalere nuovamente della sua grande esperienza e capacità
.
Il giorno dopo ci accordiamo di incontrarci di fronte al
negozio di attrezzatura per montagna dove avremmo noleggiato l’attrezatura per
praticare del sano sci alpinismo.
La nostra immaginazione corre e le parole si sprecano , non
conteniamo la frenesia e l’attesa per il domani.
Ci salutiamo rinnovando gli accordi per il viaggio
dell’indomani mattina.
Le corse ai preparativi sono sempre ricche di contrattempi e
finisco di preparare lo zaino con il solito timore di aver scordato qualcosa.
Punto la sveglia per le 4.00 del mattino seguente,
l’appuntamento è alle 5.00 per iniziare la nostra nuova avventura.
Le ore di sonno sono poche, ma i sogni le impegnano tutte ed
intensamente.
Il film a colori che scorre nel mio sonno è luccicante e intenso.
Poco prima delle 4.00 apro gli occhi e salto giù dal letto a
gambe pari, finalmente è l’ora.
Le stelle nel cielo luccicano in modo sistoso e dalla
finesta socchiusa posso odorare un vento pungente.
Ho preso accordi con il gentore del rifugio per sapere se
quest’oggi l’elicottero volerà, dipendentemente dalle previsioni meteo.
Faccio squillare il telefono e pochi squilli dopo risponde
una voce assonnata, ma gentilmente mi rassicura sulla possibilità di volo.
Mi preparo e mi specchio più volte per vantarmi del nuovo
acquisto fatto il giorno prima.
Quei pantaloni grigi, tecnici adatti ad intensa attività
montana mi fanno sentire un po più bravo, è solo illusione, ma so che le dure condizioni mi permetteranno di
testare nuovamente le mie capacità.
Le 5.00 Paolo arriva a casa mia, puntuale come sempre,
affidabile.
Trasbordiamo gli zaini, sci, scarponi e altri piccoli
particolari sull’automobile, ci guardiamo e ci facciamo i complimenti ironici
sull’abigliamento.
Messo in moto il motore sgusciamo via per le vie del paese
addormentato.
Il viaggio si articola su strade di montagna particolarmente
tortuose e lunghe, ma i 90 minuti di
percorso sembrano passare velocissimamente, i nostri discorsi variano di volta
in volta, lanciano spunti di approfondimento, nuove ambizioni.
Arriviamo a destino alle 6.30, , la valle stretta di Alagna
comincia a illuminarsi e a colorarsi di verde intenso delle sue pinete.
L’aria frizzzante ci
incoraggia a indossare la giacca rossa, ci guardiamo e ci mettaimo a ridere,
un’altra avventura sta per cominciare, ma come si fa a dimenticare gli amici in
questo momento?
So che è presto, ma compongo il numero dell’idraulico di
Alagna che ha sapientemente eseguito alcuni lavori  lo scorso anno presso il famoso rifugio.
Suona solo uno squillo e dall’altra parte un radioso saluto
mi emoziona, malgrado l’ora è contento di sentirmi. Accetta l’invito di volare insieme alla Margherita per vedere
insieme alcuni lavoretti.
Ci diamo appuntamento
al bar delle guide, alle 7.30, l’elicottero non arriverà prima delle 8.00, ma
la piazzola di decollo è poco distante e ci godiamo il profumo del caffè appena
preparaqto e delle briosche appena sfornate raccontandoci le belle avventure
vissute ulimamente.
L’attesa cresce ed i pochi minuti di attesa sembrano
interminabili, siamo impazienti di raggiungere la vetta.
Finalmente la radio ci allarma e Michele, l’idraulico,
nonchè guida della valsesia ci ricorda
alcuni accorgimenti per alloggiarci sul velivolo.
Il pilota atterra con uno spettacolare allungo, ci sediamo
assicurando gli sci al cestello sopra i pattini dell’elicottero ed imbracciamo
gli zaini ingombranti.
Il pilota dà motore,
inclina il quadriposto ed in men che non si dica vediamo i tetti delle case
rimpicciolire.
Aferro le cuffie e saluto il pilota che già avevo conosciuto
in altra occasione e discutiamo durante gli 8 minuti di volo.
Avvistiamo la capanna Margherita ed ho l’onore di
avvertire a terra l’imminente
atterraggio.
Forse sarebbe più esplicativo dire annevaggio, cisto che i pattini dell’elicottero
poseranno su una strettissima porzione di neve perenne.
L’accoglienza è la solita, impressionantemente piacevole.
Malgrado gli impegni verso i clienti siano pressanti , tutto
il personale del rifugio ci riservauna accoglienza calorosa ed amichevole.
La sera prima avevo sentito la cuoca, Marzia, con voce rauca
confermarmi la disponibilità ad eseguire certi lavori. Non ho potuto fare a
meno di portrle un omaggio, del buon miele per alleviare il fastidio alla gola.
Il sole delle 9 del mattino illumina le pareti del Liskam,
del Cervino, e dele altre 14 vette oltre i 4000 dei dintorni e la limpidezza
del cielo ci miostra uno spettacolo impressionante.
Il Monviso appare vicinissimo, appena più in là appaiono gli
appennini liguri e toscani.
Lo splendore di una giornata unica, la limpidezza del cielo mostra un blu intenso quasi da
cartello stradale, più in basso uno splendente candido ghiacciaio.
Il confine tra cielo e terra è impressionante, i due colori
sembrano combattere una battaglia a chi spodesta l’altro, vigoroso e tenace,
due colori forti che spumeggiano senza sfumature.
Più in giù alcuni alpinisti stanno avanzando faticosamente
in corsata, i ramponi si conficcano pesantemente nel chiaccio, i fiati
appesantiti dalla quota , condensano quasi a precipitare sulla neve.
La cuoca ci distrae offrendoci un discreto trancio di
crostata alla marmellata di mirtillo preparata la sera prima.
Devo dire che la somma delle belle cose vissute in quei
pochi momenti è una emozione unica, troppe belle sensazioni vissute in pochi
attimi, ho quasi paura a voler credere sia realtà e non un sogno.
Ci organizziamo i lavori di manutanzione e cominciamo a
ripassare i collegamenti sia nelle cabine eletriche, sia nelle staze.
Il lavoro è veloce e io mi preparo a salire una corda per
stringere le graffe delle celle fotovoltaiche.
Luca, il gestore della margherita, mi prepara l’ancoraggio
della corda , fissa i rinvii ed i moschettoni in modo da poter esguire i lavori
in modo più che sicuro.
Il tempo passa e la cuoca suona il triangolo,
impazientemente.
Assaporiamo un piatto di tortelli al crudo e parmigiano.
Il momento del pranzo diventa un’occasione di festa, di
rcordi, di amicizia.
Poco dopo il cafè
Paolo ed io ci prepariamo a scenderee all’altro rifugio, dove avremmo
cominciato a fare i nostri rilievi.
L compagnia ci distoglie dall’intento per un’ulteriore ora.
Indossiamo gli sci e solleviamo la cerniera della giacca,
infiliamo gli ochiali da sole e sistemiamo il cappello .
La discesa non inizia benissimo, un leggero mal di montagn,
ci annebia un poco la soddisfazione.
Superiamo diversi alpinisti durante la discesa e tutti ci
salutano con una certa invidia.
La neve parzialmente farinosa ed intonsa si sforma durante il
nostro passaggio e si delineano delle sinuose scie.
Giungiamio alla gnifetti ed il tempo di slacciare
gli scarponi capiamo che la serata sarà particolarmente festosa, contiamo un
centinaio di ospiti, tutti intenti a
partire l’indomani per una ascesa alla margherita.
Il pomeriggio cominciamo a fare i nostri sopralluoghi,
misuriamo, disegnamo, ragioniamo sui passaggi, scambiamo pareri sulle cose da
fare e come dovranno essere fatte.
Il tempo scorre e ci invitano a cenare.
La pasta non è prettamente al dente, l’arrosto di vitello
con carote e piselli è invece, gustoso e inemente speziato.
Una scodellina di pesche sciroppate ed la fame è saziata.
La notte è ormai calata, le stlle brillano incuranti del
vento che spazza via i pochi residui dei neve dal tetto.
Riesco a coinvolgere una decina di persone a guardare le
stelle. Gli ospiti di Bolzano si infilano gli scarponi e si avvicinano alla
vetta dove poter ammirare uno spettacolo fuoridal comune.
La via lattea appare sfolgorante quasi da volersi
mostrare irriverentemente
La pennellata di stelle mi rinvigorisce comincio a
distrarmi , immagino le figure, mi perdo in sogni ad occhi aperti.



......... segue..................

 
 
 

Una splendida serata

Post n°5 pubblicato il 06 Settembre 2007 da archimedesl




Questa sera sono in accordi con una
amica di vederci per chiacchierare un po’ relativamente le nostre
disavventure , mancano pochi minuti alle 18 che il telefono vibra e
preannuncia un nuovo sms in arrivo mentre componevo il numero della
bionda amica.


Apro il messaggio , è lei che
chiede conferma per la serata, rispondo e nel frattempo mi organizzo
per il viaggio che durerà circa 75 minuti.


Gli accordi sono di andare a cena alle
21, ma io parto in solito anticipo, odio arrivare tardi.


Il tragitto diventa un inestimabile
fonte di tempo per telefonare agli amici che immancabilmente trascuro
ed approfitto della situazione per prendere accordi sulle cose da
fare la domenica che verrà.


Il vento fuori impazza e l’abitacolo
della mia automobile si muove, ondeggia, si sente il sibilo del
vento sulla carrozzeria che intona allegri motivi.


Arrivo ad Aosta, ormai il cielo si
propone scuro, ma libero da nubi così da permettere di
osservare qualche stella, la più luminosa.


Nel frattempo una serie di messaggi
scorre tra me e la mia amica, riusciamo a vederci, un caldo saluto e
ci incamminiamo verso il ristorante, mi racconta delle ultime
disavventure, io le racconto delle mie, il vento ci accompagna,
frusta gli alberi, flette i rami e sussurra suoni alle fronde che si
inchinano al nostro passaggio.


La passeggiata si fa interessante, il
vento ci accompagna, ma noi siamo attrezzati e non ci preoccupiamo
dell’ospite invadente.


Al rinomato ristoro troviamo posto di
fianco ad un festoso e chiassoso gruppo di divertenti sconosciuti.


La conversazione si fa sempre più
intensa e sincera, lei mi si confida come si fa tra veri amici ed io
sono li, ma sinceramente vorrei poter fare di più, poterla
sollevare da pressanti e dolorosi oneri.


Quei stessi pesi provati 13 anni or
sono, così dolorosi da voler fare gesti inconsulsi, così
deprimenti da non voler accettare , così dolorosi da non poter
fare nulla.


Mentre ci raccontiamo io mi rifletto
nei suoi occhi che a volte sfuggenti, ma a volte diretti mi fanno
rivedere la sofferenza del passato.


La cena è ottima, piacevole,
ambiente caldo ed accogliente.


La cena non si protrae molto, siamo
stanchi entrambi ed è ora di rincasare.


Ormai il vento è fuggito, sta
cercando di spazzar via le poche nubi che sono rimaste nel cielo e
noi ci avviciniamo verso casa, ora nostri discorsi sono rivolti alle
dolci creature che lei amorevolmente accudisce e che adora. Siamo
sulla porta di casa ed io la saluto, mi abbraccia, con un abbraccio
intenso caldo, forte, significativo, un abbraccio che esplica
sincerità ed amicizia, una bella amicizia.


L’ultima volta che ho provato una
emozione così è stato durante l’addio di un amico,
alcuni istanti che ci avvolgono e che restano nella memoria per
sempre.


Un altro istante ancora e avrei perso
la cognizione del tempo.


Mi incammino verso l’automobile, devo
fare qualche passo, il cielo riflette una enormità di stesse
ora.


Avvio l’automobile, sistemo alcuni
oggetti e parto verso l’autostrada, il sonno imperversa, mi fermo
ad una area di sosta, reclino il sedile ed apro il finestrino. Da li
a poco emerge una favola colorata di bianco, ...la via lattea...,
che splendore.


Vorrei dormire qualche minuto, ma lo
spettacolo sidereo non lascia spazio al sonno.


Penso alla bella serata , alla fiducia
che lei ja riposto in me, penso alle figure che ho interpretaso
durante la mia osservazione celeste.


Il mio viaggio si rende pericoloso, Le
palpebre sonnecchiano e si chiudono
ssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssss
rinvengo, ma le strada scorre veloce, decido per un’altra sosta, la
radio ed il finestrino pero non sono sufficienti. Mi fermerò
una terza volta, non reagisco molto stanotte...


Arrivo a casa e ccccccccccccccccado in
un tremendo attimo di Sonno.


Pochi istanti, ma riprendo vitalità,
voglio scrivere questa percezione, le ho scritto un messaggio di
ringraziamento, lei non mi risponde, sarà già a nanna..


Questa sera ho piacevolmente potuto
confrontarmi con lei con tante cose in comune, ma con tante
spiacevoli cose in comune.


Questa sera ho contato le stelle fino a
... non ricordo, ma non importa.


Mi mangio un biscotto , li ho preparati
ieri sera per i bimbi e per farle un dono, assaporo un’altra
emozione.


Che piacevole amicizia, schietta,
sincera, mi fa sentire importante poter custodire le confidenze e mi
fa piacere poter essere di supporto per qualcuno, come fece qualcuno
per me a suo tempo.


Ho scritto queste Poche parole per
descriver la serata, solo per non dimenticare mai questi intensi
momenti.







 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: archimedesl
Data di creazione: 09/08/2007
 

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