"Il declino dell'insegnamento universitario" Ogni tanto mi soffermo a guardare qualche sito o blog gestito da docenti dell'Università. E devo dire che, a parte qualche lodevole eccezione, c'è un triste spettacolo davanti agli occhi di chi mantiene il culto della conoscenza e del sapere, a causa dell'impressione assai poco gradevole, che si trae dagli argomenti trattati e dal modo di esporli.La sensazione è quella di una sciatteria presso che uniforme e di una banalità così grave da rimanere esterrefatti. Mi ero illuso, fino a poco tempo fa, che l'ambiente universitario, nonostante le forti immissioni di personaggi ambigui e di traballante competenza, conservasse un ceto insegnante degno di rispetto.Invece mi accorgo, ad ogni pie' sospinto, che l'asinocrazia ha fatto passi da gigante, conservando del passato solo le bardature retoriche e decadenti e le baronie, per le quali vale sempre la regola della lotta al coltello, favorita dalla lottizzazione partitocratica. Non c'è nemmeno il gusto di sbeffeggiarli questi insegnanti, tanto in basso è caduta la figura, un tempo, aureolata del sapiente per eccellenza. Una volta, a tirar sberleffi contro un Ugo Papi, emblema del professore satanico e reazionario, arroccato nella torre eburnea del potere cripto-fascista, c'era almeno da cogliere, nel viso del personaggio contestato, un lampo di austera dignità, finita ormai nel nulla dell'anonimìa imbelle, partorita dal sistema livellatore della pseudo- democrazia. A parte i Piperno, i Negri e non so chi altro sia giunto in cattedra, grazie agli esami collettivi e alle autoproclamazioni dei trenta e lode, si deve però constatare come anche la classe di docenti venuta su con selezioni e concorsi, modulati dalla cooptazione e dal comparaggio, con lo scambio di favori mafiosi, è quanto di più deprimente e narcisistico, presuntuoso e vacuo possa generare il virus della mediocrità e del pressapochismo. Già alcuni anni fa mi meravigliai della proposta fattami da un rettore di tenere alcune lezioni in una disciplina, che praticavo da tempo e per la quale avevo maturato esperienza professionale specifica. Mi chiesi se ciò sarebbe stato possibile quando ancora i prof erano poco più di semidei pronti ad assidersi nell'olimpo di un qualsivoglia ateneo di provincia. Poi mi dissi che forse alcune materie mancavano d'interscambio tra pratica e dottrina, come invece sarebbe auspicabile per ogni branca dello scibile e di qui l'esigenza dell'interrelazione.Sul momento, ne fui lusingato, ma, dopo, a ben vedere, mi accorsi che tra coloro, che approdavano al ruolo di Preside di facoltà, ve n'erano alcuni già conosciuti come puri e semplici fuoricorso. Approfondendo le conoscenze e frequentando certi esemplari della fauna universitaria, mi sento deluso e disincantato. In questo settore, come in tanti altri dell'apparato pubblico, c'è solo una generale clima di disarmo intellettuale, e pare un miracolo incontrare ancora, di tanto in tanto, valide personalità, persone dalla testa lucida e pensante, che meritatamente godono di stima anche all'estero.
ASINOCRAZIA
"Il declino dell'insegnamento universitario" Ogni tanto mi soffermo a guardare qualche sito o blog gestito da docenti dell'Università. E devo dire che, a parte qualche lodevole eccezione, c'è un triste spettacolo davanti agli occhi di chi mantiene il culto della conoscenza e del sapere, a causa dell'impressione assai poco gradevole, che si trae dagli argomenti trattati e dal modo di esporli.La sensazione è quella di una sciatteria presso che uniforme e di una banalità così grave da rimanere esterrefatti. Mi ero illuso, fino a poco tempo fa, che l'ambiente universitario, nonostante le forti immissioni di personaggi ambigui e di traballante competenza, conservasse un ceto insegnante degno di rispetto.Invece mi accorgo, ad ogni pie' sospinto, che l'asinocrazia ha fatto passi da gigante, conservando del passato solo le bardature retoriche e decadenti e le baronie, per le quali vale sempre la regola della lotta al coltello, favorita dalla lottizzazione partitocratica. Non c'è nemmeno il gusto di sbeffeggiarli questi insegnanti, tanto in basso è caduta la figura, un tempo, aureolata del sapiente per eccellenza. Una volta, a tirar sberleffi contro un Ugo Papi, emblema del professore satanico e reazionario, arroccato nella torre eburnea del potere cripto-fascista, c'era almeno da cogliere, nel viso del personaggio contestato, un lampo di austera dignità, finita ormai nel nulla dell'anonimìa imbelle, partorita dal sistema livellatore della pseudo- democrazia. A parte i Piperno, i Negri e non so chi altro sia giunto in cattedra, grazie agli esami collettivi e alle autoproclamazioni dei trenta e lode, si deve però constatare come anche la classe di docenti venuta su con selezioni e concorsi, modulati dalla cooptazione e dal comparaggio, con lo scambio di favori mafiosi, è quanto di più deprimente e narcisistico, presuntuoso e vacuo possa generare il virus della mediocrità e del pressapochismo. Già alcuni anni fa mi meravigliai della proposta fattami da un rettore di tenere alcune lezioni in una disciplina, che praticavo da tempo e per la quale avevo maturato esperienza professionale specifica. Mi chiesi se ciò sarebbe stato possibile quando ancora i prof erano poco più di semidei pronti ad assidersi nell'olimpo di un qualsivoglia ateneo di provincia. Poi mi dissi che forse alcune materie mancavano d'interscambio tra pratica e dottrina, come invece sarebbe auspicabile per ogni branca dello scibile e di qui l'esigenza dell'interrelazione.Sul momento, ne fui lusingato, ma, dopo, a ben vedere, mi accorsi che tra coloro, che approdavano al ruolo di Preside di facoltà, ve n'erano alcuni già conosciuti come puri e semplici fuoricorso. Approfondendo le conoscenze e frequentando certi esemplari della fauna universitaria, mi sento deluso e disincantato. In questo settore, come in tanti altri dell'apparato pubblico, c'è solo una generale clima di disarmo intellettuale, e pare un miracolo incontrare ancora, di tanto in tanto, valide personalità, persone dalla testa lucida e pensante, che meritatamente godono di stima anche all'estero.