capita che...
parti alle 23 e arrivi alle 5e50...
distrutto e assonnato salpi a quasi 600 km da casa...
dai un volto, una voce, una consistenza fisica ad una bella persona...
che ti ha sopportato e confortato...
ascoltato e abbracciato...
da una tastiera che a volte fa rima con anima...
capita che...
ti aggiri per la Stazione in stato confusionale...
trascinando testa, gambe e secondi, minuti, ore...
capita che...
lei arriva...
e capisci...
che è vera...
in carne, ossa e cuore...
capita che si passeggia,
si ammirano quadri,
si sbafano pizze,
si fermano attimi da un luogo eterno...
capita che le gambe non reggano,
ma le parole,
le sue e le tue sì...
perchè infinite quelle scritte
a poter finalmente dare un suono...
capita che il tempo si fermi...
e un'amicizia...
ora finalmente da vedere...
da toccare...
riscaldi ombre e vento fresco...
capita che stai bene...
che approfondire con lei non è mai stato tempo perso...
che attendere due anni...
renda rassicurante e scontato l'esito...
perchè tu credevi e credi in lei...
lei credeva e crede in te...
e oggi, oggi...
un po' di più.
capita di sentirti dire che uomini come te sono molto amati...
capita di restare a metà tra il sorriso e il pianto...
perchè sai che la tua vita ti ha insegnato l'esatto contrario...
ma sai anche che lei ci crede...
che lei ti ammira...
capita che alle 19:15 rimani solo...
ma in quell'ultimo saluto, in quell'ultimo abbracciarsi stretti
senti quanto è vera e quanto siete veri...
e pensi
(non te ne andare)...
ma sai che ognuno è atteso da altre battaglie...
altri magoni...
e altri reciproci sorrisi su cui poter contare...
sui quali fare affidamento...
pigiando lettere e allungando una mano amica
verso la striscia di polvere che incornicia un monitor...
capita che debbano ancora passare quattro ore e mezzo...
capita che fermo in stazione crolleresti...
e i pensieri tornerebbero quelli di sempre...
Lei, lui, gli altri, le altre, il lavoro, la famiglia, la morte dentro...
e allora intoni salmi agli arti inferiori e li rimetti in moto...
girando intorno...
appena fuori...
e all'improvviso, per sbaglio, ti ritrovi in via Cavour
(quella che poco prima cercavate insieme senza riuscire a trovarla)...
dove vent'anni fa...
con quel tuo compagno di scuola
celebravi la maturità e il primo viaggio senza mammà...
e cammini, cammini, cammini...
ne arrivi al fondo...
leggi "Da Valentino"...
e il cuore ti suggerisce un sms da mandare...
selezioni Ivan.
"Trattoria. Da Valentino. Via Cavour. Roma"
capita che lui ti risponda venti minuti dopo...
per dirti...
"Sono qui... per la manifestazione... prendo il treno delle 23:50"
e capita che poco prima delle 21...
Massimo e Ivan...
si siedano...
a due passi dai Fori e dall'Altare...
come in quei giorni lontani...
quando gli anni erano soltanto diciannove...
e i sogni ancora a migliaia...
si accorgono che nulla è cambiato...
e tornano a parlare dell'altra metà del cielo...
del senso da dare ad un silenzio...
ad una mezza frase...
riscoprendosi unici ma tanto simili...
e il "salmodiare" di Ivan
(grazie a Giovanni Lindo Ferretti per il vocabolo preso in prestito)
sembra uscire dalle mie labbra...
"se mi chiedessero cosa desideri di più al mondo...
risponderei farle una carezza e spostarle quella ciocca di capelli
che lei lascia cadere sempre sulla sinistra"
quando le due pance piene salgono sull'Intercity Night 796
sanno che la felicità resta una chimera...
ma non dimenticheranno mai queste ore
che Dio ha inaspettatamente mandato loro in dono...
parte il treno...
parte e corre forte...
corre forte forte...
come questo mondo...
mentre NOI trasciniamo dentro il cuore
la nostra lentezza di pensiero e azione...
la nostra sublime e fatale illusione di un amore che nessuno vuole più...
perchè ora il mondo pensa solo a fottere...
e a fottere le persone come NOI...
p.s. e (passatemi il francesismo) puttana troia... quanto mi piace questo post!!!!!
Condividi e segnala 
Sorrido.... e di cuore.