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ArteNet nasce dal desiderio di condividere l'interesse per l'arte intesa nel suo significato più ampio: dalle arti figurative alla musica, al cinema, al teatro e ai libri, nella convinzione che, come scrive Brecht, “tutte le arti contribuiscono all'arte più grande di tutte: quella di vivere”.
Illustrazione di Davide Bonazzi
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Con il saluto del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si apre domani la speciale due giorni di diretta televisiva, su Rai1, del ''Rigoletto a Mantova''. Si tratta di un evento tv che andra' in mondovisione in 148 Paesi per un pubblico di oltre 1 miliardo di persone: ''Rigoletto a Mantova'' e' un ''Film in diretta'', ideato e prodotto da Andrea Andermann, che riunisce ''opera'', ''cinema'' e ''luoghi artistici''. Un' impresa televisiva che vede in campo oltre alla tecnologia Rai di ultimissima generazione, cinque tra i piu' grandi nomi del mondo della musica e del cinema come Placido Domingo (Rigoletto), Ruggero Raimondi (Sparafucile), Zubin Mehta (Direttore d'Orchestra), Marco Bellocchio (regia) e Vittorio Storaro (cinematografia). Completano il cast d'eccezione Julia Novikova, Vittorio Grigolo e Nino Surguladze. Con l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Dirige il Coro Solisti Cantori il Maestro Emanuela Di Pietro.
In onda su oggi, sabato 4 settembre, alle 20.30 e
domenica 5 settembre alle 14.00 e alle 23.10
(vedi GUIDA PROGRAMMI)
Molto interessante il sito CITTA' DI MANTOVA
BELLE FOTO nel sito di Enrico Stinchelli
T R A M A
La scena è ambientata a Mantova e dintorni nel XVI secolo.
Atto I
Al Palazzo Ducale di Mantova, durante una festa, il duca discorre con il fido Borsa su una fanciulla (Gilda) che egli vede sempre all'uscita della chiesa (Della mia bella incognita borghese). Borsa lo distrae mostrandogli le beltà delle dame presenti (Quante beltà... mirate). Il duca allora, dopo aver intonato una canzone al suo spirito libertino (Questa o quella per me pari sono), corteggia la duchessa di Ceprano, provocando la rabbia del marito, che viene schernito da Rigoletto, il buffone di corte. Intanto il cortigiano Marullo racconta ai suoi amici (Gran nuova!) che Rigoletto, sebbene gobbo e deforme, avrebbe un'amante (Quel mostro? Cupido? Cupido beato!). Ma la presunta amante, come si scoprirà, altri non è che la figlia Gilda.
Palazzo Ducale di Mantova. Improvvisamente appare il conte di Monterone, vecchio nemico del Duca, che lo accusa pubblicamente di avergli sedotto la figlia. Rigoletto lo irride (Voi congiuraste contro noi, signore) e Monterone maledice lui e il duca. Il duca ordina di arrestare il conte, mentre Rigoletto, spaventato per le parole di Monterone, fugge.
Mentre è sulla strada di casa il buffone viene avvicinato da Sparafucile, un sicario prezzolato, che gli offre i suoi servigi. Rigoletto lo allontana. Quindi, giunto sulla soglia di casa, ripensa alla sua vita infelice da buffone e alla maledizione di Monterone, che lo ha profondamente turbato (Quel vecchio maledivami).
Tornato a casa, riabbraccia Gilda e raccomanda alla cameriera Giovanna di vegliare su di lei (Veglia, o donna, questo fiore); ma il duca si è già introdotto nella casa e osserva di nascosto la scena. Poco dopo Rigoletto se ne va e Gilda viene avvicinata dal duca che le dichiara il suo amore, spacciandosi per uno studente povero, Gualtier Maldè. Andatosene anche il duca, Gilda canta il suo amore per lui (Gualtier Maldé... Caro nome...).
Nelle vicinanze Marullo sta organizzando con un gruppo di cortigiani il rapimento di quella che crede essere l'amante di Rigoletto (Zitti, zitti, moviamo a vendetta) e si fa aiutare dallo stesso inconsapevole buffone che, bendato, gli tiene ferma la scala d'accesso al verone. Solo quando tutti sono partiti, egli capisce la verità.
Atto II
All'oscuro di tutto, il duca di Mantova, tornato a cercare Gilda, si dispera per il suo rapimento (Ella mi fu rapita). Quando i cortigiani lo informano di aver rapito l'amante di Rigoletto, egli comprende cosa è successo e si fa portare Gilda in camera (Possente amor mi chiama).
Entra Rigoletto e sfoga la sua ira imprecando contro i cortigiani che gli impediscono di raggiungere la stanza dove si trova la figlia (Cortigiani vil razza dannata). Esce Gilda e finalmente rivela al padre come ha conosciuto il giovane di cui ignorava la vera identità (Tutte le feste al tempio). Per vendicare la figlia disonorata, Rigoletto medita una terribile vendetta.
Passa frattanto Monterone, che sta per essere condotto al supplizio. Il vecchio nobile si ferma e osserva il Duca ritratto in un quadro, constatando che la sua maledizione è stata vana. Quindi esce. Udite le sue parole, Rigoletto replica che la vendetta invece arriverà (Sì, vendetta, tremenda vendetta!). Egli ha già deciso di rivolgersi al sicario Sparafucile per chiedergli di uccidere il duca.
Atto III
Rigoletto ha deciso di far toccare con mano alla figlia chi sia veramente l'uomo che ella continua, nonostante tutto, ad amare. La conduce perciò alla locanda di Sparafucile, nella periferia di Mantova, dove si trova il duca, adescato dalla sorella del sicario, Maddalena. Gilda ha così modo di vedere di nascosto il duca, mentre questi canta un elogio all'amore libertino (La donna è mobile).
Mentre all'esterno si avvicina un temporale, il duca amoreggia con Maddalena (Bella figlia dell'amore), quindi va a riposare al piano superiore. Rigoletto dà ordine alla figlia di tornare a casa e di partire immediatamente alla volta di Verona, travestita da uomo per la sua incolumità; dopo aver preso accordi con Sparafucile, si allontana anch'egli dalla locanda. Ma Gilda, già in abiti maschili, torna presso la taverna e ascolta il drammatico dialogo che vi si svolge. Maddalena infatti, invaghitasi anch'essa del duca, supplica il fratello affinché lo risparmi e uccida al suo posto il mandante del delitto, Rigoletto, non appena giungerà con il denaro. Sparafucile non ne vuole sapere, ma alla fine accetta un compromesso: aspetterà la mezzanotte (Se pria che abbia il mezzo la notte toccato) e ucciderà il primo uomo che entrerà nell'osteria. Gilda decide immediatamente di sacrificarsi per il duca: ella bussa alla porta della locanda e viene pugnalata a sangue freddo dal sicario.
Sparafucile consegna il corpo in un sacco a Rigoletto che è soddisfatto di aver portato a compimento la vendetta, quando ode in lontananza la voce del duca che canta La donna è mobile. Sconvolto e raggelato, si chiede allora di chi sia il corpo nel sacco. Lo apre e vede Gilda in fin di vita, che in un ultimo anelito chiede perdono al padre e muore tra le sue braccia. Rigoletto, disperato, si rende conto che la maledizione del vecchio Monterone si è avverata (Ah la maledizione!).
testo da WIKIPEDIA (ipertesto... artigianale!)
Il "mio" RIGOLETTO:
Puoi avere un "assaggio" del "mio" RIGOLETTO in
Il miglior RIGOLETTO secondo il mio amico Piero Giorgi, appassionato di musica e, in particolare, di lirica:
QUI alcuni brani
Il RIGOLETTO che mi ha regalato Davide:
Verdi - Rigoletto / Luciano Pavarotti, Ingvar Wixell, Edita Gruberova, Victoria Vergara, Ferruccio Furlanetto, Riccardo Chailly (DVD)
Luciano Pavarotti, Ingvar Wixell, and Edita Gruberova star in this Verdi opera filmed on location in 1981 in Italian Renaissance landmarks including the Castello di San Giorgio in Mantua, the Piazza Duomo in Cremona, and the Teatro Farnese in Parma. Riccardo Chially conducts the Vienna Philharmonic and Konzertvereinigung Vienna State Opera Chorus. Jean-Pierre Ponnelle directs.
A 1981 performance of Verdi's RIGOLETTO, this production features celebrated tenor Luciano Pavarotti as the Duke of Mantua. Director Jean-Pierre Ponnelle adds a great sense of authenticity to this interpretation by staging various scenes in historic parts of Italy.
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Bologna, 27 luglio 2008
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