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LA VERA STORIA DI JACK LO SQUARTATORE

La vera storia di Jack lo Squartatore

Capostipite di una lunga, e ancor'oggi interminabile, lista di efferati e crudeli assassini, Jack lo Squartatore è il serial killer più famoso, su cui si sono scritti fiumi di parole e realizzate infinite produzioni cinematografiche, la prima delle quali fu quella del grande maestro Alfred Hitchcock nel 1929. Protagonista indiscusso delle nebbie londinesi di fine '800, in cui si aggirava con discreta nonchalance e inenarrabile malvagità, lo Squartatore ha in realtà ucciso un numero piuttosto basso di vittime, cinque, e in periodo di tempo indubbiamente brevissimo: il suo primo omicidio avvenne il 30 agosto 1888 e l'ultimo l'8 novembre. Dei cinque delitti due vennero commessi nella stessa notte a soli 45 minuti di distanza l'uno dall'altro.
I giornali non parlarono d'altro per mesi, trasformando rapidamente il mostro nella prima celebrità della stampa. Mentre la polizia brancolava imbarazzata nel buio, grandi personaggi come George Bernard Shaw dichiararono che Jack, con i suoi terribili omicidi, era il solo ad essere stato in grado di richiamare l'attenzione sui gravi problemi sociali dell'epoca.
L'originalità del film non sta nella storia o nella sua tesi, e neppure nelle caratteristiche di alcuni personaggi, come il visionario oppiomane e alcolizzato ispettore Abberline, interpretato da uno straordinario Johnny Depp, ma e soprattutto nella visione "dal basso" della vicenda. Questa volta non si esce, se non raramente, dalle viuzze strette e maleodoranti del quartiere dell'East End londinese di Whitechapel, in cui si muove impunemente il mostro. L'occhio della macchina da presa è sempre rivolto alla realtà di quel quartiere in cui metà degli abitanti mendica e l'altra metà si prostituisce, in cui domina il grigiore delle pietre di strade e case e di esistenze senza speranza; segue le parole e i passi delle cinque prostitute che incroceranno, non poi così casualmente, il cammino di Jack.
I due fratelli non si allontanano troppo dalla loro "specializzazione" cinematografica, il disagio urbano e sociale, e la combinano ad arte con le gesta raccapriccianti del mito "nero" più celebrato del nostro tempo.
Nelle atmosfere fumose di sordide strade e squallide stanzette, rischiarate appena dalla luce incerta di candele e lampade a petrolio, si scontrano senza speranza di vittoria, il disincanto di Abberline e la follia di Jack.
Dello scempio dei corpi delle cinque donne non si riuscirà a far giustizia, ma il passaggio di quel brutale mostro senza volto segnerà la nascita dell'era contemporanea, in cui si risolveranno i gravi problemi sociali e si darà spazio a nuovi e ancor più efferati omicidi.














 
 
 
 
 
 
 

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Il ritratto di Dorian Gray

Post n°16 pubblicato il 28 Febbraio 2008 da ascar25
 
Foto di ascar25

Dorian Gray è un ragazzo affascinante, incantevole e non si può fare
a meno di essere attratti dalla sua figura e dai suoi lineamenti
perfetti. Diviene l’unica ispirazione del pittore Basil Hallward che un
pomeriggio ne ritrae la bellezza nello studio dove ha inizio la storia.
Sempre qui Dorian incontra il cinico e carismatico Lord Henry Wotton il
quale gli si rivolge in questo modo:


“Avete un volto meraviglioso, signor Gray, non accigliatevi, lo
avete. E la bellezza è un aspetto del genio, è più alta, anzi, del
genio, perché non richiede spiegazioni. E’ una delle grandi cose del
mondo, come la luce del sole, o come la primavera, o il riflesso
nell’acqua cupa di quella conchiglia d’argento che chiamano luna. Su di
essa non si può discutere: ha un diritto divino alla sovranità, rende
principi coloro che la possiedono. Sorridete? Non sorriderete quando
l’avrete perduta… Si dice spesso che la bellezza sia cosa superficiale;
può essere, ma non sarà mai superficiale come il pensiero. Per me la
bellezza è la meraviglia sovrana. Solo la gente mediocre non giudica
dalle apparenze: il vero mistero del mondo è il visibile, non
l’invisibile. Sì, signor Gray, gli dei sono stati benigni con voi, ma
gli dei non indugiano a riprendersi quello che danno. Avete solo pochi
anni per vivere realmente, perfettamente e pienamente. Quando la
gioventù vi abbandonerà, la bellezza si affretterà a seguirla, e allora
vi accorgerete a un tratto che non vi sono più trionfi per voi o
dovrete contentarvi di quei mediocri trionfi che il ricordo del vostro
passato renderà amari più che disfatte. Ogni mese vi avvicina,
scomparendo, a qualche cosa di terribile; il tempo è geloso di voi e fa
guerra ai vostri gigli e alle vostre rose. Si spegneranno i vostri
colori, le vostre guance si incaveranno, gli occhi perderanno il loro
lampo; e soffrirete tremendamente.”


Dorian non tollera l’idea che il tempo lo faccia invecchiare, mentre
i quadri del suo amico Basil non muteranno mai. Esprime così il
desiderio che i segni inevitabili che la vita lascia sulle persone
possano essere rivolti al suo ritratto, e non a sé stesso. Da quel
momento, come per incanto, qualsiasi cosa egli faccia, qualsiasi azione
egli commetta, i tratti del suo volto muteranno solo nella tela e non
toccheranno minimamente la bellezza e la gioventù della sua persona.
Mentre il quadro porta i segni dell’età che avanza, l’anima di Dorian
porta quelli della progressiva decadenza morale, alla quale l’eccessiva
dedizione al culto del bello e della superficialità lo ha portato. Il
suo ritratto diventa lo specchio dell’anima.


Wilde celebra il culto della bellezza, dell’arte come somma
espressione dell’uomo e lo fa sia nei suoi scritti, sia con la sua
condotta anticonformista e antivittoriana. La vita è un’opera d’arte
ben riuscita; la vita imita l’arte; la vita è il risultato dell’arte
secondo Wilde. Da qui la ricerca del piacere da un lato e lo stile di
vita disinibito e dissoluto dall’altro.

Questo libro è il simbolo di un’epoca, a ragione identificato come il
capolavoro del decadentismo e dell’estetismo. Contrasto tra apparenza e
essenza, tra ciò che è visibile agli occhi e ciò che è intimamente
nascosto in ognuno di noi.

 
 
 
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ciao fra scua il comento sopra è il mio è che mi sono...
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Titolo Tradotto: L’altro Lato Del Mondo

Oltre il mare e ancora più lontano
Lei sta aspettando come un iceberg
Aspetta di cambiare
Ma è fredda dentro
Lei vuole essere come l’acqua

Nella sua faccia tutti i muscoli tesi
Sotterra la sua anima in un abbraccio
Sono unici e uguali
Proprio come l’acqua

Il fuoco si spegne
Quasi ogni giorno
È pieno di stanche scuse
Ma è troppo difficile da dire
Vorrei che fosse semplice
Ma noi ci arrendiamo facilmente
Tu sei vicino abbastanza per vedere che
Tu sei l’altro lato del mondo per me

Sull'arrivo della paura
Andiamo avanti con le dita e sentimenti simili
Ma il tempo è venuto
Per muoversi in avanti

Il fuoco si spegne

Puoi aiutarmi?
Puoi lasciarmi andare via?
E puoi continuare ad amarmi?
Anche quando non puoi più vedermi?

Il fuoco si spegne...
 
 
 
 
 
 
 

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