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Post n°69 pubblicato il 26 Luglio 2011 da pacatissima
Nel silenzio l’eleganza delle sue mani è perturbante, quindi oltraggiabile. L’analizzo minuziosamente con attenzione e trasporto. Cerco il suo flauto. Lo suono. Le sue mani non comunicano se non attraverso la forma. Immobili ma in preda all’evidenza Virtuose ma voluttuose nella resa. Le invito. Rispondono lente autentiche. Le guardo, le ammiro Racchiudono la sua essenza lenta, decisa in guardia, trattenuta, bollente. Il pollice, incurante di essere guardato e di ciò che mi attraversa, è il più spregiudicato. Mette in crisi il mio ascolto. Io mi incanto al suo monologo. E’ come segnato da un tipo particolare di senso di colpa per la sua aurea di misticismo e la seriosità con cui si affida. E’ indisponente per la sua seriosità. Le sue mani, antenne vive aristocratiche e distaccate Conducono a me la sua intimità racchiusa e solitaria. Profanarla è un dovere.
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