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Post n°105 pubblicato il 11 Giugno 2012 da pacatissima
“ Sto ricamando una stoffa su cui sdraiarmi. Una, tipo tappeto volante o galleggiante e da lì osservo, mi bagno e mi avvolgo. La stoffa no, lei non serve ad avvolgermi, ma a sostenermi. E la faccio comoda. Resistente a mia insaputa. Per lasciarmi andare e godere. Ampia. Per ospitare. Come un uccello porto fili nuovi, a volte ruvidi Poi li assesto ben bene. Tralascio di guardare cosa ne viene fuori. Cerco solo di sentirla. E nuove mani il passato mi offre. I rifugi si aprono La tartaruga si affaccia Il mondo lascia una scia di sorrisi a tutto quello che cresce in amore. Ed io guardo, assaporo mi introduco, vivo senza essere frettolosa, raggiungo. Certamente e non per caso.”
Le Anziane sapevano che tutto avrebbe preso una disposizione e l’avrebbero guidata. Così gli ingredienti si sarebbero attratti per una specie di magnetismo inconscio o soprannaturale. “Butta dentro tutto ciò che avviene, piccola. Sarà poi il tuo spirito ad individuare il significato e le parole da restituire” - la incoraggiava Paolina dalla sua mole arcaica, sorridendo col ventre oltre che con la bocca priva di denti. “ Puoi per ora, solo ascoltare affidandoti .Non ti crucciare se avverti un senso superficiale. Scoprirai cosa ci cela sotto.” E Lei restava in attesa. Di una domanda appropriata. Per poter aprire e guardare.
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