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STORIA DI UNA GOCCIA DI RUGIADA

Cosa c’è di più dolce, soave e piacevole di un’alba primaverile?

Fu proprio in quella soave atmosfera che si ritrovò immersa una piccola goccia di rugiada.

Dischiuse lentamente gli occhi al giorno, si guardò intorno, tutto era dipinto di mille sfumature di verde. Intorno a lei altre giovani tremule gocce si adagiavano all’ombra di verdi, tenere foglie. Alcune di loro riflettevano arcobaleni luminosi, ma da dove giungevano?

La piccola goccia curiosa e stupita alzò gli occhi al cielo seguendo la scia di colori. Una fascia luminosa scivolava morbida su di un petalo laccato di rosso.

“Ohh! –sospirò Goccia- è così bella! Che meraviglia! Mamma chi è che accarezza in quel modo la rosa, da dove viene?”

“Piccola mia –sussurò teneramente la mamma- quello che vedi è un raggio di sole.”

“Sole? Cos’è il sole?”

“E’ una sfera di fuoco, un’enorme stella, il padrone incontrastato dei cieli… Goccia, il sole è morte, capisci? La fine”

“No, mamma, ti sbagli. Una creatura così bella non può essere la morte. Mamma, voglio vedere il sole.”

Così dicendo la piccola rugiada innamorata abbandonò quell’angolo di fresco terreno protetto da una grande foglia di rosa e tentò di risalire il gambo ignorando le urla disperate e severe della madre.

“Se ciò che più desidero è vedere il sole è in questa direzione che devo proseguire. Certo, se la mamma dice che è pericoloso qualche ragione ci sarà, ma che senso ha vivere rinchiusa nella mia oasi serena se non posso essere veramente felice? Quanto mi costerà rinunciare ai miei sogni, quanto vivere nel rimpianto? Ti voglio bene mamma, perdonami, non ti farei mai del male, ma devo seguire il mio cuore.”

Cosi dicendo goccia prese a salire lungo il gambo della rosa, spina dopo spina. Com’era difficile e duro risalire quello stelo foglia dopo foglia.

Il vento che la vide, notato il suo affanno e la sua determinazione, la sua stanchezza e la forza profusa dal suo forte desiderio, le chiese dove fosse diretta.

“Sai vento, mi sono innamorata –rispose Goccia risplendendo come una gemma preziosa- Voglio raggiungere quel raggio di sole, quello su in alto che scivola piano su quel petalo accarezzandolo dolcemente. Voglio vedere il sole.”

“Oh piccola – il vento commosso cercò di aprirle gli occhi- non puoi, non puoi avvicinarti al sole, morirai non appena il suo raggio ti sfiorerà”

“E allora morte sia! Non mi importa di cosa accadrà. Una creatura così bella non può essere malvagia. Io lo amo e desidero stargli accanto con tutta me stessa.”

Il vento, commosso dal potente amore che animava rugiada, non potendola dissuadere, decise di aiutarla. Prese così a soffiarle alle spalle. Soffiava piano, con delicatezza sospingendola appena ed ogni volta che stava per cadere, con un fresco e delicato abbraccio la sorreggeva e dopo un po’ le dava lo slancio per continuare la salita.  E così fino in cima.

“Alza gli occhi rugiada. Quella sfera incandescente sopra di te è il Sole e alla tua destra sul petalo rosso luminoso e morbido  scivola un suo raggio.”

La piccola goccia tremula e sfinita dalla fatica e dal caldo, brillando tutta per la felicità con un ultimo filo di voce sussurrò “E’ bellissimo:era proprio come lo avevo immaginato. Sento di amarlo profondamente.Voglio baciarlo e abbracciare il suo raggio”

“Fermati! –le intimò il vento- ti rendi conto, lo capisci che stai male?! E’ un suicidio ed io ti ho aiutato”

“No, vento tu mi hai reso felice, mi hai aiutato a realizzare il mio sogno e se è proprio la morte ad aspettarmi, voglio che mi prenda tra le sue braccia.”

Così dicendo si trascinò verso il raggio di sole ed ebbe appena il tempo di baciarlo che spirò.

Ma Dio commosso dalla forza d’animo e dalla purezza dell’amore di quella piccola creatura, fece sì che non morisse come tutte le altre gocce assorbita dal freddo terreno, ma per il forte calore evaporò e la sua anima salì fino al celo, fino a raggiungere il sole e rimase per sempre vicino al grande amore della sua vita.