Nona Art Point

Comunicato Stampa

L'arte brasiliana nel cuore di Roma. Borgo dell’artigianato di via Tor di Nona – Dal 19 gennaio al 10 febbraio 2012

La mostra, organizzata dalla prolifica Rosanna Guadagnino per l'Associazione Frattina, in collaborazione con la galleria Spazio Surreale di San Paolo del Brasile, ospita maestri sudamericani che si misurano con la pittura e con il design del gioiello.

 Un dialogo tra due forme espressive - solo apparentemente distanti tra loro - genera una dialettica stimolante giocata sulla comune matrice dei linguaggi del disegno.

 Le tele dei ventuno pittori brasiliani selezionati da Livia Bucci, conduttrice di Spazio Surreale,sono intrise di materia pittorica e di luce. Traducono una rappresentazione del reale vivace e talvolta sottilmente ingenua, tanto da catturare l'attenzione del visitatore per la scelta di temi e linguaggi di immediata verità.

Non c'è negli autori quella matrice criptica e tendenzialmente intellettualistica che segna molta dell'arte del nostro tempo; semmai ognuno di loro sembra esprimere la vena di un racconto fatto di gesti quotidiani e cose semplici, come a voler significare che l'arte è un modo di comunicare le emozioni privo del diaframma di distanza dal prossimo.

Ritratti condensati dalla materia pittorica fratta e spatolata, frammenti di natura costruiti con rapidi filamenti di colore, brani di monocromi architettonici quasi didascalici, rivelano un mondo fatto di un'essenza narrativa silenziosa ma densa di espressività. Una natura raccontata da uno spazio incontaminato che cerca di liberarsi per approdare a nuovi lidi e raccontare la propria urlante esperienza.

Alla forza pittorica fa da contraltare la ricerca grafica di un altro modo di esprimere la cultura della rigogliosa natura brasiliana, quella per l'appunto che si palesa nei progetti dei gioielli di cinque designers paraensi. Il loro lavoro prende corpo a seguito dei tre workshop internazionali (dal 2008 al 2010) tenuti a

Belèm da Stefano Ricci,

 ideatore e direttore del corso di design organizzato per l'occasione; dal sottoscritto nella veste di esperto nelle tecniche orafe e come supporto da storico e critico d'arte; da

 Paolo Carlucci, coordinatore internazionale

e prezioso sostegno alla traduzione dei testi in lingua portoghese.

Proprio dalla ricerca intensa e appassionata stimolata da

Stefano Ricci

- in un suo corposo studio che ha connotato il workshop del 2010 sui temi della cultura marajoara - si è aperto un terreno di interessanti prospettive segniche e simboliche. La sinuosa danza del serpente, tipica della cultura fittile marajora, viene presa in esame da

Erivaldo Junior

in un pendente, nel quale si alternano tre lamine in un gioco ondulato di grande effetto dinamico. Stesso tema per

Monica Matos

 che, nell'elegante monorecchino fatto di elementi mobili, rivela invece una serpentina di raffinato traforo geometrico. La danza di un serpente materico, tradotto direttamente nel metallo fuso, si adagia nella struttura tecnica dell'anello di

Lucas Coelho,

le cui spire sembrano replicate dalla presenza di microsfere elevate - metafora dei fedeli che sostengono la fune rituale della processione in onore di Nostra Signora di Nazareth, durante la celebrazione del "Cirio" di Belem, a Lei dedicato nel mese di ottobre - vere e proprie presenze veleggianti nel nulla indefinito.
Possente e architettonico, invece, appare il linguaggio di

Nilma Arraes e di Barbara Muller.

La prima colloca cinque svettanti triangoli sul giro di un anello; la seconda lavora su una trama geometrica fatta di linee intersecanti. Entrambi rivelano la volontà di derogare dall'ambito organico per definire un pensiero di natura ben più razionale giocata sulla concezione costruttivista.

Possiamo dire, senza ombra di dubbio, che l'incontro maturato in Belèm tra i docenti romani e gli autori brasiliani abbia generato un'interessante cifra estetica, connotata dai valori della cultura amazzonica arricchita delle concezioni plastiche e strutturali di ascendenza romana.

Come anche nelle tele dei pittori si percepisce il valore di una lezione antica che non può essere sfuggita a questi curiosi e prolifici autori: quella di certe atmosfere della tradizione seicentesca del verismo dei Carracci, sino alla sperimentazione della pittura fratta di Cezanne agli albori del Novecento.

Non c'è che dire, questi autori mostrano di saper percepire il senso della lezione dei grandi maestri, come del resto insegna la grande storia dell'arte. Così i loro gesti stimolano il senso della narrazione, mentre il cuore di Roma li accoglie con sommessa attenzione e ne tributa il giusto valore, presentandoli come i novellieri di un'aria nuova che spira dalle calde atmosfere sudamericane.

 Testo critico a cura di Claudio Franchi

storico e critico dell'arte

Presidente dell'Associazione Internazionale Arti & Mestieri di Tor di Nona

Per info: Rosanna Zanon  info@associazionefrattina.it

               Claudio Franchi  claudio.franchi@hotmail.it