Autoscatto

Baciami ancora, forestiero


Non sono Pasolini che chiede spiegazioni, non sono Ginsberg espulso da Cuba, non sono una checca mascherata da poeta, non ho bisogno di maschere. Ecco la mia faccia, parlo per la mia diversità, difendo quello che sono, e non sono tanto strano.Con queste parole si apre il manifesto di Pedro Lemebel, l’intellettuale che ha fatto scoprire al mondo un nuovo Cile, allegro e cattivo, colorato eppure denso di ombre. Un Cile “altro” che Lemebel racconta,  demolendo e ricostruendo instancabilmente la realtà del nostro tempo, attraverso occhi variopinti di artista. Poeta e scrittore, performer e icona dell’attivismo gay, Lemebel - provocatore per scelta e per politica – ha fatto del travestimento il suo personale strumento di lotta durante la dittatura di Pinochet, della letteratura la sua voce, dei libri –  come egli stesso spiega – “un sottile confine territoriale dove esercitare la politica corrosiva di una scrittura costantemente a rischio”.Nato negli anni  Cinquanta da una modesta famiglia di Santiago del Cile, povera al punto che in casa “non c’era nemmeno un libro, e se entrava un giornale, era avvolto intorno alla carne: carta macchiata di sangue”, Pedro Lemebel si avvia presto lungo la strada dell’arte e della letteratura. Nel 1987  fonda, assieme a Francisco Casas, “Yeguas del Apocalipsis”, collettivo che si batte per la difesa del diritto alla vita, alla libertà sessuale e alla memoria  tramite l’allestimento di eventi pubblici ad alto grado di contaminazione artistica. Una lingua sovversiva, quella di Lemebel, che sceglie di parlare attraverso trasformismi, video, fotografie, istallazioni. Una lingua tanto più felice e feconda quando sceglie di esprimersi lungo il canale della letteratura. La prima sfida di Lemebel-scrittore, “Ho paura torero”, è una rivoluzione nella rivoluzione, un canto tenero e sovversivo, che restituisce visibilità al Cile nascosto, chiamando a sé, in piena luce, l’omosessuale, la prostituta, il diverso, e lasciando che siano loro a parlare, a raccontarsi, tra le righe di una penna irridente e barocca. Con “Baciami ancora forestiero”, pubblicato in Italia da MarcosYMarcos, Lemebel torna a sorprenderci, a emozionarci con la sua capacità di toccare corde dissonanti e trasformarle in qualcosa di completamente nuovo. Vicende di strada, testimonianze politiche, lettere d’amore. Cronache piumate che, sul filo dell’assurdo, traghettano il lettore in un luogo lontano, sino a condurlo in quell’“angolo che nessuno vede”.