Autoscatto

Addio, Mama Africa


“La scomparsa di Miriam Makeba lascia un vuoto immenso dentro ognuno di noi. Il suo impegno civile e politico e la sua musica rappresentano un messaggio universale”. Sono queste le parole del vice presidente del Senato, Vannino Chiti, che così celebra la memoria della cantante scomparsa la scorsa notte. “La sua morte - prosegue - ci consegna un messaggio politico, interrogando ognuno di noi, perché la battaglia contro la criminalità organizzata non abbia mai fine” e ci ricorda come la sua voce “sia stata mito, grido di protesta, intensamente africana, simbolo di una lotta contro ogni razzismo, ingiustizia e a favore dei diritti umani”. Miriam Makeba, per tutti “Mama Africa”, dopo un’esistenza spesa per l’impegno civile, si è spenta all’età di 76 anni, a Castel Volturno, luogo-simbolo della lotta alla criminalità, dove aveva preso parte, nonostante le difficili condizioni di salute, al concerto anticamorra a sostegno dello scrittore Roberto Saviano. Makeba ha lottato tutta la vita contro il regime dell’apartheid che ha dilaniato la sua terra, il Sudafrica, attraverso un lavoro costante, che le è valso anche la carica di delegata delle Nazioni Unite. Il suo impegno contro la segregazione razziale, amplificato anche dalla sua notorietà, ha però provocato la reazione del governo sudafricano che, nel 1963, in pieno apartheid, l’ha costretta all’esilio. Per rivedere il Sudafrica, Miriam Makeba ha dovuto attendere 30 anni: soltanto nel 1990, infatti, Nelson Mandela la convincerà a fare ritorno nella terra natia. Nel 2005 ha dato il suo addio alle scene con un tour grandioso, che ha toccato tutti i Paesi del mondo nei quali si è esibita. Ma anche per il suo estremo saluto, il destino ha voluto che salisse su un palco. Il palco di Baia Verde, a Castel Volturno, che ha abbracciato ed emozionato un’ultima volta con la sua voce, il suo impegno, la sua instancabile lotta per i diritti civili.