Creato da: grifo892 il 15/11/2005
Nel Fango del Dio Pallone

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Nel Fango del Dio Pallone ( Pallonate italiane ) -Nella foto: Carlo Petrini

Post n°5 pubblicato il 16 Maggio 2006 da grifo892
Foto di grifo892

Innanzi tutto vorrei ringraziare apertamente la KAOS EDIZIONI da cui ho liberamente tratto foto e recensione dei libri che,di volta in volta , andrò a proporre e poi anche CARLO PETRINI che ha avuto il coraggio di denunciare apertamente quello che gli "addetti ai lavori" (leggi opinionisti,moviolisti,giornalisti...) avrebbero dovuto fare già da tanto tempo ma che non hanno avuto il coraggio ( o la n€c€ssità perchè ben oliati ) di fare.
Questo,come tutti gli altri libri della "Collana Petrini",nasce in tempi non sospetti ma è sempre stato sapientemente censurato o denigrato dai media (Petrini chi?Il calciatore?Quello è solo un fallito...) abili da sempre a creare quell'alone di "Panem et Circenses" intorno alla nostra malandata Italia;Petrini ha dovuto faticare non poco a trovare una così coraggiosa casa editrice per far conoscere a noi italiani cos'è in realtà il nostro amato Sport Nazionale da oltre 30 anni a questa parte, impegnati come siamo a seguire reality resuscita vip di ogni tipo e fiction melliflue che ci democratizzano il cervello.
Buona lettura ( e buon Mondiale ).

 
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Nel Fango del Dio Pallone

Post n°6 pubblicato il 16 Maggio 2006 da grifo892
Foto di grifo892

"Nato a Monticiano (Siena) nel 1948, Carlo Petrini è stato uno dei più noti calciatori degli anni Settanta. Dalle giovanili del Genoa, passò al Lecce (serie C, 1965-66), tornò al Genoa (serie B, 1966-68), quindi cominciò l’avventura professionistica ai vertici del calcio italiano come centravanti: al Milan di Nereo Rocco (1968-69), al Torino (1969-70), al Varese (1971-72), al Catanzaro (1972-74), alla Ternana (1974-75), alla Roma di Nils Liedholm (1975-76), al Verona (1976-77), al Cesena (1977-79), e approdò infine al Bologna (1979-80). Nella primavera del 1980 risultò coinvolto nello scandalo del calcio-scommesse: a Petrini venne inflitta una pesante squalifica che in pratica mise fine alla sua carriera. In questa autobiografia, sincera fino a essere spietata, Petrini racconta quello che «nel calcio si fa ma non si deve dire». Tutte le miserie che ha conosciuto e vissuto in prima persona – come protagonista, o come testimone – all'interno di un mondo dorato ma permeato di ipocrisia: i pareggi “concordati” e le partite “vendute”, il doping e l’espediente per eludere i controlli, i soldi “in nero” e le sfrenatezze sessuali. Non manca il racconto di alcuni retroscena inediti dell’epocale scandalo del calcio-scommesse. Una coraggiosa auto-confessione nella quale Carlo Petrini ripercorre inoltre le sue peripezie extra-calcistiche successive: le amicizie “pericolose” e un crac finanziario, la fuga all'estero e i lunghi anni di solitudine e di paura, l'indigenza e le malattie, fino alla drammatica morte di un figlio diciannovenne. "

Aggiungo io: caustico da fare paura ogni volta che snocciola nomi e cognomi del calcio che conta...bastava che solo la metà di quello che c'è scritto quì fosse vera per scatenare il polverone che solo oggi ha investito (finalmente) il nostro calcio.

 
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Calcio sporco: intervista a Carlo Petrini da "Il Manifesto" del 14/05/06 di Matteo Lunardini

Post n°7 pubblicato il 16 Maggio 2006 da grifo892
Foto di grifo892

Intervista a Carlo Petrini, il capro espiatorio del calcioscommesse 1980, compaesano di Luciano Moggi. Storia di uno strano rapporto tra affari e colline senesi.
«L'anno prossimo la Juventus sfiderà il Pizzighettone»
«Dopo il processo che condannò Milan e Lazio alla serie B, Moggi mi chiese di tirare dentro anche la Juve per salvare tutti ma rifiutai. Anni dopo provai a farlo parlare con un registratore nel calzino...»

Ora che sul calcio italiano si sta abbattendo l'ira di procure e giornali, occorre rendere merito a chi per anni ha denunciato il malaffare, per non incorrere nell'errore di confondere quelli che salgono sul carro dell'indignazione collettiva solo oggi (troppo facile), con chi l'ha fatto in tempi non sospetti.
Come Carlo Petrini, ex giocatore di Genoa, Roma e Milan, il capro espiatorio del calcioscommesse 1980, che ha sollevato la questione della «loggia Moggi» tanti anni fa, scrivendo dei suoi interessi sovrapposti e confluenti, e che per questo ha pagato con l'emarginazione da tutti (o quasi) i media e le trasmissioni televisive. Solo si capisce il perché.
Per Luciano Moggi, infatti, Carlo Petrini è stato per anni una specie di incubo: residenti entrambi a Monticiano, un piccolo centro sulle colline senesi, i due si sono incontrati spesso nella piazza del paese, qualche volta si sono parlati, finché, dopo l'uscita del libro Nel fango del dio pallone, big Luciano ha tolto la parola al reprobo Carlo.

Come ci si sente dopo tutto quello che è saltato fuori?
Non posso certo nascondere una certa soddisfazione. Queste cose che ora si leggono sui giornali, io le ho scritte 3 o 4 anni fa. Tutti mi davano del pazzo, dicevano che ero un poveretto.
La situazione di oggi mi sta dando ragione.
Ma la cosa più fastidiosa è che ora tutti fanno i moralisti.
Hanno il coraggio di dire che lo dicevano. Invece nessuno fiatava. Solo io raccontavo del patteggiamento che Moggi aveva fatto a Torino per aver venduto giocatori che non esistevano, per aver fatto bilanci falsi. Oppure, ancor più grave, per aver mandato prostitute agli arbitri delle partite di coppa UEFA (allora Moggi era dg del Torino, NdR). Come non capivo tutta la deferenza nei suoi confronti quando appariva in tv, non capisco oggi lo stupore.

Tu hai un rapporto molto strano con Luciano Moggi...
La prima volta che lo incontrai fu a Terni. In un albergo, insieme a Enzo Riccomini. Il mio passaggio alla Roma era appena stato firmato. Siamo nell'estate del 1975. Quasi quasi lo ringraziai.
Passavo dalla Ternana alla Roma, e lui era un consulente della Roma. Eppure già in quegli anni qualcosa intorno a lui puzzava. Ricordo che il 20 novembre 1979, in un ristorante romano, alcuni giornalisti beccarono Luciano Moggi con l'arbitro e i guardalinee che l'indomani avrebbero arbitrato Roma-Ascoli. La Roma vinse con un arbitraggio a lei favorevole. Costantino Rozzi, presidente dell'Ascoli, s'incazzò come una jena.

L'hai rivisto dopo lo scandalo del calcioscommesse?
Ovviamente. Ricordo la scena come fosse oggi. Sono seduto al bar a Monticiano, su delle sedie di ferro e legno. Moggi arriva da lontano. Il processo per il calcioscommesse è appena finito.
Il Milan e la Lazio sono state retrocesse e la mia squadra, il Bologna, penalizzata di cinque punti.
La Juventus si è salvata perché il teste chiave, Cruciani, è stato corrotto il giorno prima di presentarsi all'udienza (all'incontro, davanti al cancello 5 di San Siro, per comunicare la somma che la Juve avrebbe pagato allo scommettitore pentito, partecipò anche Carlo Petrini, NdR).
Luciano Moggi mi si siede accanto e mi dice: «Tirami dentro la Juventus e io ti ringrazierò».
Lui, che era d.s. della Lazio, pensava che con la Juve in mezzo tutto si sarebbe annacquato e la sua squadra salvata.
Ma io non ne potevo più di quella storia e gli risposi di no.

Poi ti chiamò Guariniello.
Molti anni dopo, appena rientrato dalla Francia, cominciai a denunciare l'uso di doping nel calcio. Guariniello mi chiamò nel 1998.
Avevo rilasciato un'intervista a Franco Melli e il pm voleva saperne di più. Mi chiese se conoscevo Moggi. Gli risposi che l'avrei incontrato, perché anch'io avevo qualcosa da chiedergli. Due giorni dopo mi presentai a casa sua, qui a Monticiano, con un registratore nel calzino. Parlammo un po' del calcioscommesse. Mi rispose serafico: «Mi stai parlando di una cosa che pensavo non fosse esistita». Aveva mangiato la foglia, forse memore del mio diniego di quasi vent'anni prima.

Ora lo vedi ancora?
Ci vediamo, anche se lui non mi parla da molti anni.
Viene a Monticiano a Natale, Pasqua e Ferragosto. Ma non viene certo al bar in piazza. Perché lui è un «signore» e non si confonde con il «popolino».Questo scandalo, al contrario di quello del 1980, è a 360 gradi: riaffiorano anche le scommesse.Io non credo alla cifra di due milioni e mezzo di euro giocati da Buffon. Con quello che guadagna. Mi pare anche impossibile che qualcuno abbia accettato tanti soldi da uno come lui. Se penso che noi ci giocammo la carriera, come degli stupidi, per aver puntato 50 milioni in 18, non so cosa accadrà ora al portiere della nazionale.

E la Juventus, secondo te, si salverà anche questa volta come accadde vent'anni fa?
No, no.
Questa volta non troveranno un altro Carlo Petrini che li salva. C
he il giorno prima del processo blocca il teste principale. Lo scandalo è troppo esteso, non possono scaricare le colpe su qualche capro espiatorio. Verrà fatta giustizia. Il prossimo anno la Juventus giocherà contro il Pizzighettone.

Cosa rimarrà in piedi dopo la bufera?
Il governo del calcio dovrà aspettare che la giustizia ordinaria faccia il suo corso.
Il tempo però è poco. Giustificare qualcuno o fare finta di decidere per non decidere non è più possibile.
Ho sentito fare dei nomi per la Federcalcio imbarazzanti. Mi dicono Nizzola o Campana. Sarebbe come rimettere Moggi. Campana è come Carraro.
Uguale. Ha trovato una poltrona dove sedersi e non si è più schiodato.
Il problema, però, non sono i nomi. Il calcio deve tornare sport. Oggi è solo uno spettacolo comandato dal business delle televisione. L'immagine conta più del campo.
La colpa è stata di Galliani, Carraro e soprattutto, non dimentichiamolo, di Berlusconi.
La tv, che è veramente un'arma maledetta, ha distrutto il giocattolo, trasformando il gioco in spettacolo e i giocatori in attori.
Penso che sia difficile, anche cambiando le poltrone, che il calcio ritorni a essere esclusivamente quello che è.
Uno sport.

 
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LUCKY LUCIANO

Post n°8 pubblicato il 17 Maggio 2006 da grifo892
Foto di grifo892

Ala Sinistra
Mezzala Destra
LUCKY LUCIANO
Intrighi, maneggi e scandali del padrone
del calcio Luciano Moggi
Testo di Carlo Petrini


Da ferroviere nullatenente a padrone miliardario del Calcio: il “miracolo italiano” di Lucianone Moggi.
Nel 1979 alla Roma: va a cena con una terna arbitrale. Primavera 1980: tenta la scalata alla Lazio dello scandalo calcio-scommesse. Aprile 1982: co- mincia l’epopea del Torino insieme all’amico Nizzola. Estate 1987: passa al Napoli di Maradona, e sotto il Vesuvio è un turbine di scandali contornati da camorristi e cocaina. Dalla primavera 1991 è al Torino di Borsano: signore-squillo per gli arbitri, giocatori-fantasma, fondi neri, e lo scandalo Lentini. Estate 1993: di nuovo alla Roma, fra veleni e sospetti, da despota del calciomercato (e il figlio ventenne diventa procuratore di calciatori). Primavera 1994: viene ingaggiato dalla Juventus come un clandestino, e la Vecchia Signora precipita in un gorgo di intrighi, sospetti e polemiche...

-Dico io:Con questo Curriculum Vitae non poteva certo smentirsi...-

 
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Televisione e media: l’oppio dei poveri! Marcello Pamio - 3 luglio 2006

Post n°9 pubblicato il 26 Luglio 2006 da grifo892
Foto di grifo892

Se «le religioni sono l’oppio dei popoli», «la televisione e i media in generale sono l’oppio dei poveri».
Ovviamente mi riferisco ai poveri di Spirito, ai poveri dentro, nell’animo, che si accontentano, proprio per questa carenza interiore, per questo vuoto, di quello che il tubo catodico e gli altri canali d'informazione, ”regalano” loro giorno dopo giorno, senza preoccuparsi se i messaggi gentilmente offerti dal Sistema sono veri oppure no, e soprattutto se ci sono altre notizie che non vengono dette o che vengono oscurate.
Il populino che l’intellettuale statunitense, Noam Chomsky, chiama «gregge disorientato».

Partiamo da un dato di fatto assodato e dimostrabile: i media in generale, in quanto aziende e/o società per azioni, sono tutti controllati. Non entro nel merito delle varie forme di controllo diretto e indiretto: redazionale, azionariato, politico ed economico (sponsor, banche controllanti, ecc.), anche perché mi porterebbe lontano. Ma gli esempi di censura e di auto-censura, mediatica sono innumerevoli.
Per questo non possiamo pretendere che le informazioni che ci arrivano dentro casa, siano, non dico vere, ma almeno obiettive. E infatti non lo sono, e in un sistema come quello attuale non potranno mai esserlo.

Ma andiamo avanti nel ragionamento.
Le informazioni non sono obiettive e prendono, per così dire, il “colore” politico del direttore, dell’editore, degli azionisti, delle banche dietro, ecc.
Con un minimo di allenamento cerebrale, e senza tanto impegno, è possibile notare queste sfumature, anche se questo lavoro sta diventando più difficile perché i media si stanno sempre più uniformando e appiattendo, si stanno sempre più globalizzando, per usare un termine caro al Sistema.
La cosa veramente difficile è venire a conoscenza delle notizie oscurate volutamente dai media: mi riferisco alle notizie scomode, alle notizie che en-passant (magari alle 6 di mattina) fanno la loro apparizione e poi spariscono nell’oblio, o a quelle notizie che NON vengono per niente veicolate.

E la cosa è ancora più complessa, se questo vuoto informativo viene apparentemente “riempito” da un palinsesto televisivo creato ad hoc. Spettacoli, notizie mirate, reality show, fatti di cronaca nera (come alcuni strani rapimenti, sparizioni di bambini che puntualmente e in maniera sincronica fanno la loro comparsa, ecc.), appuntamenti sportivi, ecc.
Il tutto per riempire il cervello e ottenebrare le menti delle persone.
Oggi il Mondiale di calcio in Germania sta tenendo milioni di persone con il fiato sospeso e questa occupazione andrà avanti fino ai primi di luglio, poi naturalmente subentreranno le ferie, e ci ritroveremo a settembre, magari con la nazionale di calcio con una coppa del mondo in più in bacheca (che servirà a far dimenticare lo scandalo vergognoso delle truffe, del doping, delle scommesse, delle droghe, della prostituzione, e di un sistema in metastasi che non riguarda certamente solo Moggi & C.), proprio come successe nel lontano 1982…
Quindi la coppa del mondo è un ottimo anestetico cerebrale e un potente chemioterapico…almeno fino alla prossima biopsia, o fino al prossimo giornalista e/o magistrato coraggioso!

Anche perché, diciamocelo onestamente: se la gente perde la fede nel dio-pallone, e non va più in chiesa (stadio) o non ascolta più il tele-evangelista (cronache sportive), chi accetterebbe più un sistema come questo? Il calcio è indubbiamente un collante sociale potentissimo che NON può mancare al Sistema. Ecco perché tutto rientrerà, ad ogni costo e con ogni mezzo…anche regalando, un primo o un secondo posto sul podio!

Detto questo, una persona “comune”, che riceve le notizie esclusivamente dal tubo catodico, come fa a sapere quello che la “scatola infernale” NON dice? Esistono certamente canali alternativi, ma questi implicano una ben precisa presa di coscienza e soprattutto voglia di conoscenza, di non accettare passivamente quello che ci viene servito nel piatto, ma di trasformare questa passività in azione per capire meglio comprendere cosa accade tutto intorno a noi.
Ecco qui di seguito riportati alcuni fatti che non hanno trovato spazio a livello mediatico, e se lo hanno trovato sono stati veicolari in maniera distorta:

1) Il governo Prodi, forse uno dei governi più vicino alle strategie politico-economiche anglo-statunitensi, ha dato inizio ufficialmente alla campagna delle grandi liberalizzazioni, delle grandi svendite di Stato (come avvenne dal 1992-93, cioè dall’incontro sul Britannia in poi). Non è una novità questa: Romano Prodi e Mario Draghi sono uomini legati alle potentissime lobbies bancarie internazionali (Goldman Sachs & C.) e Tommaso Padoa Schioppa (detto non per niente l’uomo-euro) è il personaggio chiave che ha lavorato alla grande per far accettare la moneta europea e per farci entrare nella “prigione economica” dei banchieri e delle oligarchie: chiamata Trattato di Maastricht!
Tali liberalizzazioni hanno riguardato:
- La vendita di prodotti da banco farmaceutici nei supermercati: un regalo alle lobbies chimico-farmaceutiche che vedranno, con la vendita al minuto, un incremento notevole dei loro fatturati;
- La libera concorrenza nel commercio al dettaglio: altro regalo ai mega, iper centri commerciali (e ai capitali che stanno dietro), i quali avranno meno limiti e impedimenti burocratici nell'aprire e quindi annientare la concorrenza, e cioè i piccoli negozietti a conduzione famigliare;
- Deregolamentazione nel settore dei trasporti, con la cancellazione del divieto di cumulo delle licenze;
E siamo solo all'inizio....

2) Il governo d’Israele, con la scusa di un soldato rapito, ha completamente preso d’assedio Gaza e con l’esercito schierato sta portando avanti la politica antisemita. Gaza contempla circa 700 mila palestinesi, di cui per la metà sono ragazzini sotto i 15 anni!
Questa soluzione militare di Israele conclude in maniera drammatica e criminale, sotto il silenzio vergognoso dell’intero mondo occidentale, l’opera cominciata con la chiusura dei finanziamenti pubblici dall’estero, l’embargo di medicinali e cibo e la distruzione di centrali elettriche!

Cosa manca adesso, forse l’uso della bomba atomica?
Certamente no, anche se Israele contravvenendo al Trattato di Non Proliferazione Nucleare avrebbe al corredo oltre 200 testate atomiche. Lo ha dichiarato nel 1986 l’ingegnere Mordechai Vanunu, che ha partecipato al programma nucleare della centrale di Dimona. Per queste sue dichiarazioni è stato sequestrato dall’intelligence israeliana (il Mossad) a Roma, ha subito un processo nella segretezza assoluta (democrazia?) e ha scontato ben 18 anni di prigione, di cui 11 anni in isolamento! (leggi l’intervista allo scienziato).

Non stiamo parlando di un criminale terrorista di Hamas, ma di un serio scienziato che ha avuto il coraggio di denunciare le armi segrete e illegali di Israele!
E’ stato fatto qualcosa all’epoca? NO!
Forse perché Vanunu si è convertito al cristianesimo, per cui non è più considerato ebreo dalla comunità rabbinica e quindi da coloro che gestiscono l’amministrazione centrale?
E oggi qualcuno ha il coraggio di criticare la politica criminale del governo d’Israele nei confronti della popolazione palestinese inerme. No! Perché?
Forse per paura di essere etichettati di antisemitismo?

Si da il caso che «Israele promuove tra i suoi cittadini ebrei l’ideologia della Terra Redenta allo scopo di ridurre al minimo il numero dei non ebrei»[1], quindi degli arabi-palestinesi, che guarda caso sono dei Semiti! Come la mettiamo adesso con l’antisemitismo?
Forse le etichette infamanti valgono per qualcuno e non per tutti?
E poi c’è da dire che «la discriminazione più plateale è quella che appare nei documenti d’identità: sotto la dicitura “nazionalità” figurano le seguenti categorie: “ebreo”, “arabo”»[2] ecc.
Le cose scritte tra virgolette non sono state dette dal presidente iraniano Ahmadinejad, ma dal Prof. Israel Shahak (ebreo di Varsavia che ha passato alcuni anni della sua infanzia nel lager di Belsen, e insegnò chimica all’Università di Gerusalemme), nel suo libro “Storia ebraica e Giudaismo: il peso di tre millenni”. Chi ha orecchie per intendere…intenda!

3) L’altra notizia che ha avuto pochissimo risalto mediatico e che invece è, dal punto di vista economico, una bomba ad orologeria a livello mondiale è la completa convertibilità del rublo russo!
In pratica, quello che doveva entrare in vigore a partire dal 2007 è stato anticipato da Putin, a seguito di alcune pesanti dichiarazioni del Segretario di Stato USA, Condi Rice.
Da due giorni a questa parte infatti, se volete comperare gas e/o petrolio russo, dovrete fare incetta di rubli!
Un calcio pesante nel fondoschiena ai controllori dell’amministrazione di petrolguerrafondai che stanno facendo guerre e genocidi per mantenere il dollaro come moneta convertibile per il petrolio: il petro-dollaro.
L’ex dirigente del KGB, ha dato il via, in maniera molto provocatoria, al petro-rublo, e a brevissimo, come molti analisti si attendono, sarà il momento dell’euro nella borsa petrolifera regionale in Iran. A meno che i neocon del Pentagono, sospinti e aizzati dagli estremisti della politica israeliana non intervengano militarmente come accaduto nell’Iraq di Saddam Hussein nel 2003…

Come avete potuto leggere, e sono solamente alcuni dei fatti importanti, oltre al rigore battuto da Totti (e le inquadrature alla Sergio Leone dell’attaccante romano), oltre alle belle brasiliane piangenti per la sconfitta della loro squadra, di cose da dire ce ne sarebbero a sufficienza.
E invece i media - controllati dai soliti personaggi - preferiscono tacere su alcuni importanti punti, darne una visione distorta di altri, ma continuare imperterriti a spacciare gratuitamente oppio al popolo!

 
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