Un assaggio del libro... Buona lettura!

Post n°1 pubblicato il 29 Marzo 2013 da Azrael4Justice
 

Collaboratore di Giustizia

di Azrael

 

Editore Simplicissimus Book Farm S.r.l.

 

Titolo Originale Collaboratore di Giustizia

Milano, Marzo 2013

 

Tutti i diritti letterari di quest’opera sono di esclusiva proprietà dell’autore.

 

ISBN 9788867557707

 

 

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Questo libro è dedicato

-         ai padri separati quando provano, tra mille difficoltà, a preservare il rapporto con i figli;

-         alle donne quando riescono a capire che il rispetto per l’ex marito non è un sintomo di debolezza ma un gesto d’amore per i propri figli;

-         ai giudici, agli avvocati, agli assistenti sociali che onestamente lavorano per garantire una vita serena ai bambini che si trovano a vivere le traversie di una separazione. Non sempre ci riescono, ma questo è un altro discorso.

 

Infine, e soprattutto, questo libro è dedicato a M., che sogna mentre scrivo.

 

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The luckiest man who walks on this earth

is the one who finds true love.

(Bram Stoker’s Dracula)

 

 

 

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CAPITOLO 1

 

– Ue’ testina, fa balà l’oec! T’é vist i cavi elettrici?

– Ehi capo, rump minga i ball! L’è propri ver che chi laûra ghà una camisa e chi fà nagott ghe n'à do… Va a ciapà i rat!

Febbraio era iniziato con una temperatura insolitamente mite e il precoce assaggio di primavera rendeva più accese le schermaglie tra vecchietti e gli operai mandati dal comune di Milano a riparare le buche lasciate nell’asfalto dal gelo e dalla neve delle settimane precedenti.

 

Daniela Parodi, vedeva la scena dalla sua auto nel traffico del mattino, e odiava i cantieri in città. Le impedivano di arrivare in orario in studio, costringendola a inseguire la sua agenda per il resto della mattinata, e la obbligavano a sgambettare, nonostante i tacchi, per le scale del Tribunale per non indispettire, con un ritardo minimo, i giudici che non ammettevano giustificazioni relative alla congestione dei lentissimi ascensori di via Freguglia.

 

Dopo l’udienza interlocutoria, o inutile dal punto di vista del suo cliente, poteva dedicare a sé stessa il resto della giornata dal momento che lo sciopero della cancelleria non avrebbe permesso ulteriori udienze.

Se avesse guardato la propria immagine riflessa nelle vetrine del centro, l’avvocato specializzato in diritto di famiglia, avrebbe visto una donna di 45 anni, ben portati. Una donna ancora piacente che stava approfittando dello sciopero per dedicarsi a una sessione di shopping selvaggio, unico antidoto confessabile allo stress derivante dalle molte ore dedicate alla professione.

 

Sposata da diciotto anni con Paolo Morelli, chirurgo stimato di un noto ospedale cittadino, con cui aveva avuto Eleonora, la figlia sedicenne che frequentava con profitto la scuola americana e per la quale si augurava che avrebbe seguito le sue orme magari specializzandosi in diritto internazionale.

 

In definitiva, Daniela era una donna realizzata e – si dice così – una stimata professionista.

 

Nei mesi precedenti la sua vita “perfetta” aveva subito uno scossone. L’incontro con un collega più giovane aveva messo in dubbio le sue certezze e in pericolo la serenità della sua famiglia. Matteo Castellani, il praticante dello studio di famiglia, poco più che un ragazzo, grazie ai suoi modi gentili, aveva prima conquistato la sua benevolenza per arrivare, in pochi mesi, a conquistare tutto il resto.

Il lavoro da sempre la portava a stare fuori casa fino a tardi. Passava in tribunale gran parte delle sue mattinate ma la gestione di tutti i clienti che accettava senza sosta per aumentare il prestigio e gli utili dello studio, la costringeva spesso a lavorare fino a notte inoltrata e pretendeva la stessa dedizione dai suoi subordinati. L’ultimo arrivato, Matteo, accettava di buon grado gli orari di lavoro impossibili, con l’energia dei suoi anni e con l’entusiasmo derivante da una ambizione smisurata (caratteristica peraltro comune tra i giovani avvocati).

Fu così che poco prima di Natale, quando gli altri avvocati dello studio avevano già lasciato l’ufficio, Daniela e Matteo si erano trovati da soli in ufficio alle 21.00. Di solito a quell’ora erano sempre in 4 o 5 persone e riuscivano a collaborare o a preparare le strategie per le pratiche dei clienti che stavano arrivando a scadenza. Quella sera però gli altri erano andati via prima per fare gli ultimi acquisti prima della pausa natalizia.

Daniela, a causa di una pratica urgente in sospeso, aveva chiesto a Matteo di fare dei riscontri sui documenti da presentare al giudice. Matteo, come al solito non aveva protestato per la richiesta arrivata solo alle 18.00 del Venerdì sera e aveva iniziato a fare le verifiche con la solita solerzia. Daniela stava invece finalizzando l’istanza da presentare al giudice per permettere al suo assistito, Nicola Giordano, di avere una revisione dell’assegno di mantenimento che il giudice aveva fissato mesi prima sulla base di una situazione patrimoniale che, anche a causa della sentenza precedente, si era decisamente ridimensionata. Alle 21.00 Matteo, bussò alla porta dello studio.

– Avvocato Parodi, io avrei finito i riscontri e preparato i documenti che mi aveva chiesto, c’è altro che possa fare per lei?

Daniela lo guardò con gratitudine e disse 

– Grazie Matteo, ottimo lavoro come sempre. Non voglio più abusare del tuo tempo fino a Lunedì ed è ora che ti dedichi alla bellissima ragazza che è venuta a trovarti la scorsa settimana. – Matteo sorrise senza gioia e le disse, – Ci siamo lasciati. A me interessa un’altra donna. Ma è una storia senza speranza… –

Daniela allora si scusò per la gaffe e maternamente lo abbracciò per consolarlo. Quello che non poteva immaginare è che il suo abbraccio fosse  frainteso e, meno ancora, che si sarebbe trasformato in un amplesso consumato sulla scrivania dello studio che lei aveva ereditato dal padre. Matteo la prese con dolcezza all’inizio ma si dimostrò ben presto un amante formidabile che portò lei, la “stimata professionista”, a toccare vette di piacere e perversione che, con suo marito, non aveva mai neanche immaginato.

Nelle settimane successive, nonostante lo studio fosse chiuso per le feste, Daniela riuscì a rubare qualche ora alla famiglia per recarsi in ufficio e incontrare Matteo. Lo studio vuoto divenne la loro alcova. Fecero sesso sulle scrivanie, sul tavolo delle riunioni e sul divano dove facevano anticamera i clienti. Matteo aveva pretese ben diverse da Paolo. Daniela si piegava voluttuosa ai suoi voleri e ben presto si trovò a ripensare a quelle ore rubate anche quando si trovava in famiglia.

Al rientro dalle vacanze la situazione divenne ancora più insostenibile. Matteo non potendo averla in ufficio, le propose di incontrarsi da lui.

In più occasioni, Daniela andò a casa di Matteo durante le ore di lavoro. Ogni volta Matteo la assaliva e, dopo averla spogliata con rudezza, la portava a gemere di piacere sul tavolo della cucina. In studio lei era il capo, ma a casa del suo assistente, i ruoli si invertivano e si trovava a sottostare obbediente ai suoi voleri.

Suo marito, non si accorgeva di niente ma i soci dello studio iniziarono a lamentarsi dei risultati del suo lavoro e non era mai capitato prima. Diverse cause andarono male e sebbene i clienti pagassero, per la prima volta da anni, lo studio Parodi&Associati si trovò ad avere una pessima pubblicità.

 

 

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