Creato da annafontanetto il 09/03/2007

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BLOG ARTE CONTEMPORANEA
 

 

Post n°11 pubblicato il 01 Aprile 2007 da annafontanetto
Foto di annafontanetto

Vivere nell'arte o l'arte è già dentro la vita?

 
 
 

Milano, città senza arte?

Post n°10 pubblicato il 23 Marzo 2007 da annafontanetto

MILANO e’ sempre stata una delle città più vivaci in campo artistico, ma dagli anni ottanta sembra aver TRASFERITO I SUOI INTERESSI, LE SUE ENERGIE, e tutti I SUOI INVESTIMENTI nell’industria finanziaria, della MODA E del DESIGN.

l’arte a MILANO OGGI VIVE DI EVENTI, (COME EVENTI, INCONTEMPORANEA, START...) NON c’è UNA PROGRAMMAZIONE CULTURALE, NÉ UNA PIANIFICAZIONE a lungo termine, PER QUESTO il capoluogo lombardo È FUORI DAI CIRCUITI INTERNAZIONALI.

ALL'ARTISTA NON VIENE PIÙ CHIESTO DI PRODURRE NUOVA RIFLESSIONE, MA DI RIEMPIRE UN VUOTO ESTETICO E CULTURALE E DI FARLO IN MODO SPETTACOLARE. MA NON È QUESTO UN PARADOSSO VISTO CHE L'ARTE SI È ASSUNTA IL RUOLO DI GENERARE PENSIERO?

mancando le istituzioni ufficiali affiorano qua e là SITUAZIONI AUTOGESTITE COME LA STECCA DEGLI ARTIGIANI, il CENTRO SOCIALE nel quartiere isola che mantiene UNA COMPONENTE D'ARTE FIGURATIVA MAGGIORITARIA, MA che è PUR SEMPRE UN CENTRO SOCIALE, DOVE L'AGGREGAZIONE e L'OCCUPAZIONE DEL TEMPO LIBERO RESTANO FATTORI PRIMARI.

non RISCHIA DI DIFFONDERSI CON QUESTE REALTÀ UN'IDEA DI ARTE COME FATTO SOCIALE CHE FA PERDERE L'IDEA DI ARTE COME CONOSCENZA E TEORIA CULTURALE? …ARTE "RIEMPIMENTO" DI UN VUOTO, ARTE CONSOLAZIONE, ARTE SPIRITO DI UNA CONDIZIONE SENZA SPIRITO, "ARTE OPPIO DEL POPOLO"!

ANCHE LA FABBRICA DEL VAPORE SI AUSPICAVA DIVENTASSE UN LABORATORIO DI IDEE CONTEMPORANEE, MA È STATA UN FALLIMENTO. PERCHÉ LE SITUAZIONI GIOVANILI A MILANO NON FUNZIONANO mai?

SAREBBE IMPORTANTE LA PRESENZA DI LUOGHI con SPAZIO PER unA RIFLESSIONE CRITICA SUL CONTEMPORANEO, oer l’INCONTRo, lo SCAMBIo di OPINIONI E INFORMAZIONI, per l’aggiornamento, lo studio.

per ora accontentiamoci degli spazi virtuali…!

 
 
 

Post n°9 pubblicato il 10 Marzo 2007 da annafontanetto
Foto di annafontanetto

"Non troviamo quello che cerchiamo non perchè nascosto, ma perchè troppo evidente" (H. Nagasawa)

 
 
 

Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 10 Marzo 2007 da annafontanetto
Foto di annafontanetto

"Volete un quadro? Telefonatemi che ve lo dico"

Sapete chi l'ha scritto?

 
 
 

TRE ARTISTI, UNA POETICA

Post n°4 pubblicato il 09 Marzo 2007 da annafontanetto
Foto di annafontanetto

Alla XII biennale di scultura di carrara sono state presentate tre opere in una stessa sala:

What does your soul look like

Gelateria

Melanconia

 Melanconia (2006) di Diego Morandini evoca il profilo di un uomo dall’espressione intensa, calma, riflessiva. La scultura si riduce a un piano bidimensionale, la terza dimensione è tutta interna all’opera stessa che riesce ad esternare una profondità sensibile, percettibile, attraverso le venature del granito, il movimento del colore blu e bianco e la forma dell’immagine. 

Gelateria (2006) di Luisa Protti è un gioco continuo di riflessi e trasparenze. nel lavoro si fondono le proprietà di riflessione dello specchio poliedirco e quelle di trasparenza e opacità del vetro che si riflette e viene riflesso a sua volta. L’interno dell’opera rispecchia se stesso all’infinito, l’esterno il circostante. Si guarda dentro e si guarda fuori, la perfetta unità del lavoro rende il movimento e lo sguardo un tutt’uno. La scultura si smaterializza in rimandi continui che pongono le stesse incognite, gli stessi problemi che ci pone la vita. così La scultura aderisce alla realtà e l’indagine avviene all’interno della scultura come all’interno della vita, nella parte più intima. 

What does your soul look like (2001) di Gianni Caravaggio risale alle fonti di energia prima. il lavoro rappresenta il moto dell’anima, lo sguardo e’ rivolto al microscopico e al particellare. La scultura esiste in un volume morbido, leggero ed è in armonica e costante trasformazione, respira, vive. 

UN FILO CONDUTTORE LEGA I TRE LAVORI: LA RICERCA DELL’INTIMO. GLI ARTISTI NON IMITANO LA REALTA’, NON LA DESCRIVONO, MA PROIETTANO UN MONDO INTERIORE NEL QUALE GLI ELEMENTI DEL MONDO ESTERNO SONO GIA’ ASSIMILATI E TRASCESI. e’ lavorando nell’intimità, nel profondo, che si raggiunge l’identità e quindi l’idea di universalità.

<<…più ci si addentra in profondità più possiamo avvicinarci gli uni agli altri… l’opera contiene questa capacità di identità… l’opera d’arte è la cassaforte dell’identità, non tanto di un’identità personale, quanto di un agglomerato di identità…>> (Luciano FABRO, 1990)

 
 
 

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