SITO COLLEGATO AL BLOG: SULLE ORME DI IV VIA
"BARAKAH" è una parola del vocabolario Sufi che significa "benedizione" "grazia" ma anche "ESSENZA DELLA VITA" o "ENERGIA DIVINA", un flusso energetico da cui ha inizio ogni processo evolutivo, un flusso energetico divino che anima la ricerca di quelle persone che desiderano liberarsi dalla prigione dell'ego per raggiungere la Libertà dell'Essere.
Il Gruppo di Autosviluppo Psicospirituale "BARAKAH"
Questo Blog è di ausilio al Laboratorio di Autosviluppo Psicospirituale on line.
e-mail: barakah-group@virgilio.it
*** ARGOMENTI TRATTATI IN QUESTO BLOG ***
IDENTIFICAZIONE (post n.1) - LA VIOLENZA (post n.2) - IL LAVORO SU DI SE (post n.3) - ESSENZA E PERSONALITA' (post n.4) - LA TRASFORMAZIONE (post n.5) - ONDE DI ENERGIA (post n.6) - LE IMPRESSIONI (post n.7) - COME RISPARMIARE FORZA (post n.8) - MEDITAZIONE AL TELEFONO (post n.9) - IL CIRCO DELLA FARFALLA (post n.10) - ACCRESCERE LA COSCIENZA (post n.11) - COSCIENZA QUANTICA (post n.12) - LA CONSAPEVOLEZZA (post n.13) - LE EMOZIONI NEGATIVE (post n.14) - LO SFORZO (post n.15)- CRISI GLOBALE E CONSAPEVOLEZZA (post n.16)- LA COERENZA DEL CUORE (post n.17)- IL GIUDIZIO (post n.18) - ESSENZA E PERSONALITà (post n.19) - LA CONDIVISIONE (post n.20)- LA PREGHIERA (post n.21) - IL PERDONO (post n.22) - IL RISENTIMENTO (post n.23)- DISPOSIZIONE PER COMPRENDERE (post n.24)- IL VIAGGIO DI RITORNO (post n.25)- LA VITA SULLA TERRA (post n.26)- IL LAVORO SU DI SE (post n.27)- IN CHE COSA CONSISTE IL LAVORO(post n.28) - LA CONSIDERAZIONE INTERIORE (post. 30) - VITA FELICE? - (post. 31)
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Post n°31 pubblicato il 08 Febbraio 2014 da BARAKAH
Tag: anima, autoconoscenza, Autoliberazione, casa del Padre, Coerenza del cuore, consapevolezza, coscienza, esoterismo, Essenza, Essere, evoluzione della coscienza, Evoluzione interiore, Frequenze, Gurdjieff, HeartMath, illuminazione, io multipli, Nicoll, Ouspensky, Percorso di consapevolezza, Personalità, Presenza, psicospiritualità, Quarta via, Regno dei Cieli, ricerca interiore, risveglio, ritorno a casa, Spiritualità, vibrazione *** Che cosa s’intende quando si dice “la mia vita, è stata una vita felice” o “ la mia vita è stata sfortunata”? Vuol dire che le cose esterne furono gradevoli o no, o che le cose interiori, che i propri stati d’animo e sentimenti furono gradevoli o no? Sarete d’accordo con me che a volte una persona che gode di una buona situazione esterna nella vita, con sufficiente denaro e una buona posizione sociale, e che non subisce nessuna sofferenza, si sente invece sfortunata e miserabile, mentre una persona che si trova in circostanze molto diverse, anche avverse, è molte volte tutto il contrario. Esaminiamo questa situazione più dettagliatamente. Cos’è la nostra vita? Questa cosa di cui parliamo con tanta volubilità senza renderci conto di cosa è la realtà? Quanta gente desidera parlare gratuitamente della storia della sua vita? A cosa si riferiscono in realtà? Di solito parlano di eventi di altra gente, di cose esterne. Ma la nostra vita consiste di due cose ben distinte e separate che si possono incominciare a comprendere attraverso l’osservazione di sé. La nostra vita non consiste soltanto di eventi ma anche di stati. Gli stati sono interiori e gli eventi esteriori. Gli stati sono stati di sè stessi, cioè, stati interiori, come il malanimo, l’abitudine a preoccuparsi, l’essere timorosi o superstiziosi, avere presentimenti, avere depressione, oppure stati migliori, stati di felicità, stati di gioia e misericordia. Tutti gli stati sono dentro di noi, cioè, tutti gli stati sono stati di sè stessi. Gli eventi sono esterni e ci portano fuori. A volte lo stato interiore corrisponde ad un evento esterno, oppure può essere provocato da noi stessi, ma può anche non avere alcuna relazione con noi stessi. Prima di tutto, prima di pensare in che modo si relazionano tra loro, è essenziale comprendere che gli stati e gli eventi sono due cose differenti. Prendiamo, per esempio, un piacevole successo. Il vostro stato interiore corrisponde a questo successo? Potete dire che quando arriva l’evento esteriore il vostro stato interiore gli corrisponde? Sapete – ad esempio - che non dovrebbe accadere un certo evento spiacevole e lo state sperando. Potete dire che se invece accade, il vostro stato d’animo è pronto ad accoglierlo in modo gioioso? O ammettete che, anche se l’evento si presenta nel modo in cui vi aspettavate, spesso manca sempre qualcosa? Che cos’è che manca? Ciò che manca è il corrispondente stato interiore che dovrebbe combinarsi con l’evento esterno che si aspettava con tanta impazienza. Ora esaminiamo la corrispondenza degli stati interiori con gli eventi esterni. A meno di stare in uno stato appropriato non è possibile combinarlo correttamente con l’evento presente. Pensando alla propria vita, generalmente tendiamo a credere che sia fatta solo di eventi esterni e che, se ci fossero successi determinati eventi esterni, di un tipo o di un altro, la nostra vita sarebbe stata più o meno fortunata o sfortunata. Dobbiamo però ricordare che la capacità di una persona di vivere la propria vita dipende dal suo sviluppo interiore, dalla qualità dei suoi stati interiori. Perché internamente, in ciò che riguarda i nostri stati, c’è l’apparato per vivere e, se questo apparato, per esempio, è oppresso dall’autocommiserazione o dalle preoccupazioni o da altre emozioni negative, per quanto gli eventi esterni possano essere piacevoli, niente può procedere con facilità, semplicemente perché l’apparato per vivere – cioè, la persona in sè, - è completamente incapace di combinarsi in maniera piacevole con tali eventi che, provenienti dalla vita esterna, potrebbero procurarle piacere e felicità. Una persona - ad esempio - pensa di compiere un viaggio all’estero, e quando questo avviene, è un evento. Ma può essere così preoccupata per le piccole cose senza importanza, che tutto il viaggio sarà “rovinato” dai più piccoli contrattempi. In tal caso il colpevole è lo stato interiore dell’uomo. Per questo, se ci domandiamo in che cosa consiste la vita, non possiamo dire che consiste semplicemente di eventi, perché invece consiste di molti gradi di stati. Supponiamo che un uomo, il cui principale piacere siai essere pessimista e malinconico, ci dica che la vita è ingiusta e che non merita di essere vissuta. Pensate per caso che ciò scaturisca da un insieme di eventi appropriati o dagli stati interiori dell’uomo? Potete credere che invitandolo ad una festa divertente lo farete cambiare? Il male sta nell’uomo stesso. Tutti i giorni scorgiamo gente che vede la propria vita e quella degli altri in modo negativo a causa dei loro pessimi stati interiori. Nell’osservazione di sè, è necessario distinguere tra gli eventi esterni e gli stati interiori e osservare in quale parte si è situati, se in relazione con lo stato interiore o rivolti verso l’evento esterno. Gli eventi esterni sono di vari tipi. La vita esterna è piena di monti e di valli, di buon tempo e di cattivo tempo. Questa è la natura della vita. La vita è un insieme di avvenimenti diversi che succedono a vari livelli (a livello individuale, familiare, nazionale… mondiale ecc.) e ogni avvenimento ha una sua natura speciale. Anche gli stati interiori sono di vari tipi. Tutto il lavoro personale si riferisce agli stati interiori. Abbiamo già parlato degli stati sbagliati che bisogna modificare non identificandosi con essi. Se lavorate su questi stati negativi e cercate di separarvi da essi, allora gli avvenimenti sgradevoli della vita non vi toccheranno con tanta facilità, e non vi leveranno la vostra energia. Gli eventi sono influenze che cambiano continuamente nelle loro variabili combinazioni; alcuni sono migliori di altri, ma in ogni caso è necessario non identificarsi con essi in nessun modo. Da ciò che è stato appena detto, resta chiaro che si deve considerare la vita come una successione di stati interiori, e una vera storia della nostra vita deve essere una storia di questi stati e specialmente delle nostre emozioni negative. Quando iniziamo l’osservazione di sé, alla scoperta degli stati sbagliati in noi stessi per contrastarli con il Lavoro, la vita interiore si purifica e, siccome essa attrae la nostra vita esterna, a causa del cambiamento del nostri stati interiori, il non alimentarne uno, alimentandone invece un altro, ci permette di cambiare allo stesso tempo non solo la relazione con gli eventi provenienti dall’esterno, ma persino la natura della avvenimenti che ci capitano ogni giorno. Solo così possiamo cambiare la natura degli avvenimenti che ci capitano. Non possiamo cambiarli direttamente, possiamo solo cambiarli cambiando i nostri stati interiori, cioè, cominciando a mettere ordine nella disordinata casa in cui abitiamo. Non sono gli eventi quotidiani che hanno importanza, come l’aver perso qualcosa o che qualcosa è andata storta o che qualcuno si sia dimenticato di noi, o ci abbia parlato sgarbatamente ma solo la nostra reazione a tutto ciò, cioè, in quale stato di voi siete, perché è lì che nasce la vera vita e, se i vostri stati interiori sono appropriati, nulla nello scorrere degli eventi esterni può nuocervi. Se non si riesce a farlo, è bene riflettere sul perché non ci si riesce. In primo luogo si cerchi di definire la natura dell’avvenimento osservando se quel determinato tipo di evento accade spesso o di rado e poi si cerchi di esaminarlo più dettagliatamente. Se si incomincia con questo modo semplice, subito si vedrà quanto sono diversi gli avvenimenti personali e come la nostra vita esterna è sempre cangiante . Allora si sarà capaci di vedere, nei riguardi dei piccoli avvenimenti della vita quotidiana, che essi furono provocati parzialmente da noi stessi, e che i fatti sono accidentali, e ciò che non si può fare un momento si può fare in un altro… Dunque riflessione sul proprio stato e con quale stato si affronta qualsiasi evento particolare e se questo stato è lo strumento più appropriato per affrontare quel determinato evento. Si tratta insomma di distinguere, come esercizio per vivere più coscientemente, tra gli stati interiori e gli eventi esterni, cercando di confrontarsi con qualsiasi evento esterno, dopo averne osservato la natura, con la disposizione interiore appropriata, con lo stato appropriato. (liberamente tratto dai “Commentari” di Maurice Nicoll) *** |
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