![Foto di nero8855](getmedia.php?Gor%60zo.gm%7DKg%60w_ghe%7D%7C%60%3A%250%3D932795%3E%2540%25%3Bailaemo%2Fgpkd83p%17%40Fz%2706%27%3B%05kmcnmgjgx%7B%27ek%2Fne%7Col%05j%27)
Il mio nome all'anagrafe è Giovanni; quando ero piccolo mi chiamavano EL PAPA DE GESS. Per questo, ascoltando l' Angelus di Papa Francesco, oggi non ho potuto fare a meno di pensare a Giovanni XXIII e all'appello che lanciò a USA e URSS durante la CRISI DI CUBA del 1962: “Alla Chiesa sta a cuore più d’ogni altra cosa la pace e la fraternità tra gli uomini; ed essa opera senza stancarsi mai, a consolidare questi beni. A questo proposito, abbiamo ricordato i gravi doveri di coloro che portano la responsabilità del potere. Oggi noi rinnoviamo questo appello accorato e supplichiamo i Capi di Stato di non restare insensibili a questo grido dell’umanità. Facciano tutto ciò che è in loro potere per salvare la pace: così eviteranno al mondo gli orrori di una guerra, di cui nessuno può prevedere le spaventevoli conseguenze. Continuino a trattare. Sì, questa disposizione leale e aperta ha grande valore di testimonianza per la coscienza di ciascuno e in faccia alla storia. Promuovere, favorire, accettare trattative, ad ogni livello e in ogni tempo, è norma di saggezza e prudenza, che attira le benedizioni del Cielo e della terra”.