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Cast: Helen Mirren, Michael Sheen, James Cromwell, Sylvia Syms, Paul Barrett, Forbes KB, Alex Jennings, Helen McCrory, Roger Allam, Tim McMullan
Trama: Quando la notizia della morte della Principessa Diana, la donna più famosa del mondo, si diffonde fra una popolazione britannica scioccata e incredula, la Regina si ritira nel castello di Balmoral con la sua famiglia, incapace di comprendere la reazione del popolo britannico alla tragedia. Per Tony Blair, il popolare neoeletto Primo Ministro, è tangibile il bisogno di rassicurazione e supporto della gente da parte dei loro leader. Mentre questa ondata di emozioni senza precedenti cresce sempre di più, Blair deve trovare un modo per riavvicinare la Regina al suo popolo.
Ci vogliono alcuni minuti di assestamento per poter godere appieno della bellezza di questo film; dopodichè si assaporerà la fragilità dell’animo umano, le ansie e le insicurezze di chi crediamo invincibili e robotici. E vedremo che anche una regina, sinora sempre vista austera e fiera nei suoi tailleur color pastello, essere una persona semplice che proprio come noi non rinuncia a un foulard per proteggersi dal vento, che proprio come noi ha qualcosa che la intimorisce e la angoscia, che proprio come noi è umana.
Stephen Fears dirige con assoluta fermezza un film in cui i reali inglesi vengono dipinti come persone umili (anche se a rimetterci la pelle più di tutti è il principe consorte Filippo, le cui battutine su Diana sono ancora più acide dopo la sua morte) ma con un cappio al collo: il rigido protocollo della corona. Fermezza, umiltà ma niente buonismo: i reali vengono sì dipinti con modestia ma allo stesso tempo ti sembrano glaciali, rigidi nelle loro tradizioni e sempre rispettosi dei valori ferrei a cui sono legati. Emblema di tutto questo è la Regina: fredda e distaccata nell’apprendere la notizia della morte di Lady D., irremovibile nelle scelte che riguardano il protocollo (anche se alla fine dovrà cedere, salvando però così la monarchia), ma dotata di un’umanità sinora impensabile. A volte bisogna capire le circostanze, capire che essere un Capo di Stato non è semplice e che bisogna anteporre il bene della Nazione ai propri; capricci ed egoismi vanno lasciati al di fuori delle mura. Ed è proprio qui che una regina dimostra di avere la corona in testa: tralascia per una volta le tradizioni e sceglie di scendere tra la folla, di ascoltare le voci del popolo, di essere una di loro innanzitutto, prima che una che comanda. E lo fa con determinazione e fierezza, soffrendo nel vedere quanta ostilità le è costato il gesto di rimandare quella discesa; ma capisce e ne prende atto.
Strumento ed essenza del film è senz’altro Helen Mirren, già premiata a Venezia con la Coppa Volpi; sia che compaia in vestaglia o in un rigido tailleur, sia che si mostri come una donna comune (pertanto vittima delle proprie paure) o come una donna seria e rigorosa, la Mirren incanta: regale, glaciale e triste, proprio come la regina che non ha deciso di salire sul trono d’Inghilterra.
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