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L'importanza delle arti marziali tradizionali negli sport da combattimento

Post n°3 pubblicato il 12 Marzo 2009 da danieledesantisfikb
 

La distinzione fondamentale tra arte marziale e sport da combattimento risiede nel fatto che quest'ultimo è sottoposto a regole e non ha come fine "l'uccisione dell'avversario"

Nell'arte marziale l'uccisione dell'avversario è, però teorica, in quanto le tecniche più pericolose o sono controllate, come per es. nel karate, oppure eseguite con opportune protezioni.

Le arti marziali si distinguono a loro volta in tradizionali, dal latino trado = trasmetto, che hanno un preciso riferimento storico di origine ed un "albero geneaologico" dei capi-scuola e moderne, spesso ibride, note come MMA

Quasi tutte le arti marziali tradizionali sono sopravvisute in oriente (jujutsu, karate, kenjutsu, tang su do, shaolin, ving chun, muay boran ecc.) mentre in occidente soltanto la Savate e, per un periodo limitato.

Lo studio delle arti marziali tradizionali avviene mediante la ricerca della perfezione gestuale, a vuoto e a coppia (sparring), mediante l'esecuzione, l'applicazione delle forme, definibili come insieme di tecniche da applicare nel combattimento reale.

Un'ulteriore differenza si sostanzia nel fatto che lo studio delle arti marziali avviene su ogni terreno ed in ogni condizione e gli avversari non hanno limiti (di peso ad es.)

Chi pratica uno sport da combattimento, spontaneamente vedrà crescere in sé l'esigenza di praticare un'arte marziale.

Ne parlerò in seguito.

 
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