Creato da wagui il 15/02/2006
L'agorà virtuale dove raccogliere pensieri e commenti su politica e società. Aperta e libera a tutti. Unici filtri: niente ingiurie, falsità, fantacalcio, poesie introspettive, glamour o cagate varie. E' pur sempre Blogarchia: il blog che vanta il minor numero di commenti della Community.

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Post n°19 pubblicato il 10 Marzo 2006 da wagui
 

Outing del Corriere della Sera.
Saprete tutti che due-tre giorni fa il direttore del sempituro “giornale della operosa borghesia lombarda” Paolo Mieli, ha pubblicato un suo editoriale in cui esprimeva (motivando) le sue preferenze politiche per la prossima legislatura. Saprete anche del putiferio che si è alzato subito dopo.

Partirò a monte.

Intanto, mi ha davvero rotto questa storia che sono i politici a commentare ciò che scrivono i giornali. Dovrebbe essere il contrario.
Poi non ci trovo nulla di eclatante nel fatto che una testata giornalistica esprimi il suo orientamento politico (soprattutto se in un periodo delicato come le elezioni). Anzi, è sintomo di onestà e trasparenza verso i lettori; si evita di prestare il fianco ad ammiccamenti e illazioni: la nostra idea è questa, punto.
Detto questo, non penso né che i lettori né chi lavora nel Corsera siano degli idioti. I giornalisti continueranno a scrivere i soliti articoli del solito giornale della operosa borghesia lombarda, senza scadere in propagandismo o ridicolo revisionismo (è gente sufficientemente seria). I primi invece, potranno essere delusi se appartengono allo schieramento opposto; ma mi auguro certo non penseranno che in tutti questi anni che hanno letto il Corriere siano stati ingannati da articoli subliminali redatti da ombrosi comunisti!!!

Poi, sembra che ora abbiano tutti dimenticato di quando il Corriere della Sera alla vigilia e dopo la vittoria elettorale del centrodestra nel 2001 espresse il suo appoggio al partito di Berlusconi. O di come i suoi editorialisti di punta (Angelo Panebianco, Ernesto Galli della Loggia) abbiano sempre picchiato col randello in testa alle forze e ai leader della sinistra (ricordate le recenti accuse di Piero Fassino al Corriere o l’ostinazione feroce di Massimo d’Alema nel rifiutare interviste e colloqui con il giornale di via Solferino?). O ancora, che Paolo Mieli sia accusato da molti di fare revisionismo di destra. Era tutta una diabolica strategia per simulare oggi obiettività? Ma per favore...

Ognuno prende il buono e il cattivo da dove vuole, a seconda dei propri interessi personali.
O editoriali.
Come non notare infatti la bagarre scatenata tra le altre testate giornalistiche, leste a commentare il fondo incriminato? A mio parere, questo è un altro merito della decisione di Mieli: sono usciti tutti allo scoperto! Ora sappiamo (senza più ombra di dubbio) quale quotidiano sta con chi.
Lo ripeto, io ritengo sia questo un qualcosa di onesto, dovuto e democratico. La gente deve sapere cosa legge. Basta con le balle sull'oggettività. Tutti raccontiamo fatti usando filtri. Sono i lettori che poi devono usare attivamente il cervello, prendendo ciò che ritengono vero e leggendo (più o meno d'accordo) la cornice di commenti e considerazioni. E' così che non si diventa larve da reality show: analizzando attivamente e non subendo passivamente.

Infine, il fatto che sia stato proprio il Corriere della Sera (con la sua fama di giornale super partes se non filo-governativo) a schierarasi così esplicitamente, lo ammetto, fa riflettere.

Bene, riflettiamoci.


Postato da
keisthai

 
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