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Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 30 Settembre 2005 da BLOGnews24_plus
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CRONACA NERA            Ucciso Rocco Minniti

E' stato ucciso con tre colpi di pistola che lo hanno raggiunto al torace e all'addome Rocco Minniti, il tabaccaio di 72 anni, rimasto vittima di un bandito, la sera del 28. 

L' uomo è morto sul colpo davanti agli occhi della moglie che si trovava nell' esercizio insieme a lui. Il fatto è accaduto poco prima dell' orario di chiusura. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, Rocco Minniti stava effettuando le operazioni di chiusura contabile della sua tabaccheria quando nell'esercizio commerciale è entrata una persona armata di una pistola.

Il rapinatore ha minacciato il tabaccaio, costringendolo a consegnargli l'incasso della giornata. Minniti ha preso dalla cassa il denaro e lo ha consegnato al rapinatore il quale, urlando, ha chiesto al tabaccaio di dargli tutto il denaro. Minniti ha quindi aperto il cassetto dove aveva il denaro, per far vedere che era vuoto ed il rapinatore, probabilmente spaventato dallo strano movimento, ha sparato tre colpi di pistola.

La vittima è stata raggiunta al torace e all'addome ed è morta all'istante. Sua moglie è stata portata nell'ospedale di Nicotera in stato di choc.  Minniti,  già lo scorso anno aveva subito una rapina. Il bandito è fuggito a piedi facendo perdere le proprie tracce tra la gente. Gli investigatori non escludono che possa aver parcheggiato un'auto nelle vicinanze per poi allontanarsi.

Sul posto sono subito intervenuti i carabinieri della Compagnia di Tropea e del nucleo operativo del Comando provinciale di Vibo Valentia che conducono le indagini.  Gli investigatori, secondo quanto si è appreso, non escludono che i rapinatori possano essere giunti dalla zona della vicina Rosarno (Reggio Calabria). Durante la notte gli investigatori hanno interrogato numerose persone con precedenti penali di Nicotera e delle zone limitrofe per cercare di individuare l'autore della rapina conclusasi con l'omicidio del tabaccaio.

Gli investigatori hanno sentito anche la moglie della vittima, che era presente nella tabaccheria al momento del delitto.  Già in passato alcune rapine compiute in comuni del vibonese situati al confine con la provincia reggina, sono state compiute da banditi in trasferta. Il caso più eclatante risale al gennaio 2003.

Tre uomini tentarono una rapina ad un armeria di Ricadi. Ne nacque un conflitto a fuoco con il titolare del negozio al termine del quale un rapinatore rimase ucciso. Le indagini permisero poi di accertare che tutti e tre i rapinatori provenivano dalla zona di Rosarno.

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Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 19 Settembre 2005 da BLOGnews24_plus
Foto di BLOGnews24_plus

Solo un'opera              di pietà.                             ma non crediate che stiamo per svelare un mistero...

Il “pizzo” è la tangente che i commercianti, gli imprenditori, i negozianti… pagano nel meridione alla mafia. Ma a Vibo Valentia, la ‘Ndrangheta ha fatto un salto di qualità, espandendo le proprie estorsioni anche alle semplici famiglie, che hanno almeno due redditi. 

Si sono trasferiti da poco in un appartamento di 80 metri-quadri, a Vibo Valentia. Sono una coppia con tre anni di matrimonio alle spalle ed una bambina di due anni. Lui, Giulio, 30 anni, è un elettricista. Lei, Maria, 27 anni, lavora come segretaria in un’ agenzia di assicurazioni. Sono una giovane coppia come tante, con i problemi che bisogna affrontare, quando si decide di creare una famiglia, crescere dei figli. Maria non svolge il proprio lavoro ad orario continuato; ha scelto il part-time per poter stare il pomeriggio con la bambina, la piccola Rita, che come tutte le bambine, sveglia con i suoi pianti, nel cuore della notte, i propri genitori.

Fa i capricci con il cibo, e Maria deve inventarsi un metodo, sempre diverso, per farla mangiare. Tutto sembra normale, finchè un giorno si presentano alla loro porta due uomini, a sconvolgere la tranquillità. Dicono di essere consulenti che curano gli arredamenti delle case. Desiderano mostrare un catalogo, nel caso un domani volessero cambiare gli interni del loro appartamento.

Allora Giulio li fa accomodare, offrendogli un caffé. Tuttavia, quei due uomini non erano lì per mostrare cataloghi, ma per altri torbidi motivi. E questi motivi li hanno spiegati bene anche a Giulio e Maria, che stavano seduti sul divano, ad ascoltare.

"Vedete… - dice uno degli uomini - qui a Vibo Valentia c’è un’usanza. Si usa aiutare, con piccole donazioni, le famiglie meno fortunate. Un’ opera di pietà. Voi economicamente state bene. Entrambi lavorate, perciò non avete sicuramente alcun problema a donarci qualcosa."

Un brivido freddo percorse Maria mentre ascoltava queste parole. Giulio, invece, non poteva credere alle sue orecchie. "Mi voglio spiegare meglio – continuò uno dei due uomini – noi non vogliamo turbare la tranquillità della vostra famiglia, e sappiamo che avete anche una bambina…ma coi tempi che corrono… oggi se ne sentono di tutti i colori, non è una società sicura quella in cui viviamo, perciò avrete sicuramente bisogno di qualcuno che vi protegga, che vi garantisca sicurezza. Quello che vi vogliamo dare noi è la protezione, ed in cambio voi ci darete una piccola offerta. Quello che potete dare…una cosa simbolica". Allibiti, Giulio e Maria, non vedevano l’ora che l’incontro terminasse. Ma sembrava che il tempo non volesse passare, mentre il caldo di agosto si faceva opprimente. "Ovviamente siamo sicuri che terrete il massimo riserbo sulla nostra chiacchierata. È una cosa che deve restare tra noi e voi. Diciamo che a noi… non piace fare pubblicità. Ci siamo capiti, vero?"  "Riflettete…che poi ripasseremo".

E con queste parole se ne sono andati.

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