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Post N° 34

Post n°34 pubblicato il 31 Ottobre 2005 da BLOGnews24_plus
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CRONACA                                                             RAPINA alla POSTA

Tre giorni fa, due uomini hanno tentato di derubare l’ufficio postale di Nicotera. I rapinatori hanno fatto irruzione alla posta verso mezzogiorno, seminando il terrore tra i cittadini e i dipendenti.

NICOTERA – Venerdi 28, verso mezzogiorno, due uomini con il viso coperto da passamontagna hanno tentato di rapinare l’ufficio postale. Erano armati di accetta e pistole. Secondo la ricostruzione fatta dai dipendenti pubblici, e grazie alle testimonianze dei cittadini presenti quel giorno, siamo riusciti a chiarire la dinamica della rapina. I due malviventi sono entrati nell’ufficio postale verso mezzogiorno. Con il viso coperto, armati di un’accetta di grandi dimensioni e di pistole di medio calibro, hanno intimato alle persone presenti di sdraiarsi a terra.

Uno dei due rapinatori ha sferrato un colpo violento di accetta contro il vetro dello sportello postale, senza infrangerlo. I dipendenti della posta, dietro il vetro, colti dal panico si sono lanciati subito a terra, dietro il bancone, per ripararsi. A questo punto i rapinatori anno esploso un colpo di pistola verso il soffitto, chiedendo ai dipendenti postali di consegnarli il contante. Ma pochi secondi dopo la loro irruzione, è scattato l’allarme acustico, facendo piombare nel panico i due rapinatori che sono fuggiti via senza bottino! Correndo a piedi per le strade del paese, i due rapinatori, con ancora il passamontagna sul viso, l’accetta e le pisole in mano, si sono diretti verso il borgo, dove forse li attendeva un’auto con cui sono subito fuggiti, facendo perdere le loro tracce.

Noi di Nicoter@ News OnLine abbiamo voluto ricostruire la vicenda nel modo più dettagliato possibile. Pertanto abbiamo intervistato uno dei dipendenti dell’ufficio postale di cui non possiamo rivelare il nome:Ci dica, cosa ha provato nel vedere duo uomini armati entrare alla posta?  Era un giorno come gli altri, stavamo facendo tranquillamente il nostro lavoro, quando hanno fatto irruzione i due rapinatori. Noi dipendenti siamo protetti dal vetro antiproiettile e quindi il rischio è limitato, noi ci siamo preoccupati soprattutto per i cittadini, che invece erano in balia di quei due criminali. Per fortuna non hanno preso ostaggi, o ferito qualcuno dei presenti”.

Ma le testimonianze che abbiamo raccolto non finiscono qui. Ecco ciò che ci ha raccontato la proprietaria di un negozio in via Corso Cavour: “Verso le 12 di venerdì, mi trovavo sulla soglia del mio negozio, quando ho visto correre lungo la strada due uomini con qualcosa di strano in faccia. Mentre si avvicinavano sempre più verso di me, mi sono accorta che era un passamontagna. Uno di loro teneva in mano una grossa accetta e l’altro una pistola. Sono rimasta immobile di fronte a quella scena perché non capivo cosa stesse succedendo. Pochi secondi dopo, presa dal panico, mi sono chiusa nel negozio. Non è passato molto tempo, prima che arrivassero le volanti dei carabinieri.

Insomma, Nicotera è un paese che ha paura, le rapine si susseguono una dopo l'altra in spregio alle forze dell'ordine. Dove bisogna arrivare prima che si prendano seri provvedimenti?

Questa notizia è stata pubblicata in ritardo perché abbiamo voluto ricostruire la vicenda con diligenza e completezza cercando di raccogliere molte testimonianze, per offrirvi informazioni dettagliate e fedeli alla realtà.

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Post N° 33

Post n°33 pubblicato il 21 Ottobre 2005 da BLOGnews24_plus
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Post N° 32

Post n°32 pubblicato il 21 Ottobre 2005 da BLOGnews24_plus
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ASSASINIO MINNITI                 "Non sono stato io    Ho un alibi"

E’ quanto avrebbe dichiarato il quindicenne accusato dell’omicidio di Rocco Minniti, nel corso dell’interrogatorio da parte del gip del tribunale dei minori di Catanzaro, Teresa Chiodo, presente il pm Maria Rita Tartaglia ed il difensore di fiducia, l’avvocato Salvatore Lubiana.

Da quanto si è potuto sapere, il minore avrebbe dichiarato la sua innocenza dicendo che la sera del 28 settembre scorso, quando il tabaccaio fu ucciso, si trovava in un altro posto, circostanza che potrebbe essere confermata da testimoni. Da parte dell’accusa però s’insiste nella colpevolezza, convinta delle prove in suo possesso: la testimonianza della moglie di Minniti, ma anche l’esito delle intercettazioni e filmati effettuati dai carabinieri. Non è escluso che in possesso degli inquirenti vi siano anche altri elementi che confermerebbero la colpevolezza del minore. L’avvocato Lubiana ha comunque annunciato che presenterà ricorso al tribunale del riesame per chiedere la scarcerazione del sua assistito. Tratto da: il Quotidiano - e riadattato per il Web. 

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Post N° 31

Post n°31 pubblicato il 20 Ottobre 2005 da BLOGnews24_plus
Foto di BLOGnews24_plus

CRONACA NERA                      Davanti ai carabinieri lucido e freddo.

OMICIDIO MINNITI - Subito dopo l’arresto il quindicenne è stato trasferito a Catanzaro, nel centro di prima accoglienza per minori, dove oggi comparirà davanti al giudice delle indagini preliminari per l’interrogatorio di garanzia. Pesanti le accuse: omicidio, rapina aggravata, porto illegale di arma, spari in luogo pubblico. Con il giovane ci sarà il suo legale di fiducia, l’avvocato nicoterese Salvatore Lubiana, che ieri pomeriggio non ha anticipato la strategia difensiva che intende adottare.

Lubiana aspetta, quindi, l’esito dell’interrogatorio di oggi prima di decidere le prossime mosse. Ieri sono emersi altri particolari sulla tragica vicenda: contrariamente a quanto è stato scritto nei giorni precedenti, ad aiutare le indagini non è stata solo la moglie del tabaccaio ucciso, visto che è stata sotto shock per alcuni giorni. I carabinieri hanno utilizzato sofisticate apparecchiature tecniche ( tra cui intercettazioni e filmati) e mettendo in campo una notevole azione d’intelligence. In questo modo si è riusciti a delineare un quadro ritenuto molto verosimile di ciò che è accaduto nella serata del 28 settembre. Una sessantina i militari impiegati quella notte e nei giorni seguenti nella zona di Nicotera.

All’alba  di due giorni fa, a bussare all’uscio della casa dove il ragazzo vive con i genitori e i sette fratelli, è stato personalmente il maggiore Narda, comandante del reparto operativo. Ad aprire la porta è stata la madre, pochi istanti dopo è comparso il minore. Secondo le dichiarazioni del maggiore Narda, il quindicenne vedendo i carabinieri non ha fatto una piega, non ha mosso ciglio, mostrando un sangue freddo impensabile in un ragazzo della sua età. Dopo le comunicazioni di rito, si è fatto docilmente portare via dai carabinieri. Per gli inquirenti la vicenda è stata chiarita. Le indagini comunque continuano. Vengono inoltre esaminate le dinamiche di precedenti rapine compiute a Nicotera e nel suo comprensorio. Si cerca ancora l’arma del delitto.

Intanto oggi, all’Istituto tecnico di Nicotera, è stato convocato con urgenza il consiglio di classe. Il preside, Giuseppe Neri, dà voce all’incredulità del mondo della scuola per quanto accaduto. Del quindicenne ha un buon ricordo.

Lo descrive come un ragazzino tranquillo, con un percorso culturale di un certo livello, decisamente diverso da quello di molti altri ragazzi che frequentano lo stesso Istituto e che hanno collezionato sanzioni disciplinari, sospensioni ed altri provvedimenti. “Davanti a tanti altri adolescenti che delinquono – commenta Neri – meraviglia che proprio questo ragazzino sia rimasto coinvolto in una storia tanto grave.. Ho parlato con i suoi insegnati, con la docente di sostegno che lo seguiva, ma tutti hanno ribadito che era uno studente attento, partecipe al lavoro della scuola e della comunità. Non dico questo per circostanza ma per amore della verità”. Tratto da Il Quotidiano – Gazzetta del Sud – e riadattato per il Web.

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Post N° 28

Post n°28 pubblicato il 19 Ottobre 2005 da BLOGnews24_plus
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