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Messaggi di Luglio 2005

 

Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 21 Luglio 2005 da BLOGnews24_plus
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C A L A B R I A                   ABUSIVISMO

L’assalto alla Costa degli Dei (Ricadi) “Costa degli Dei”, il bellissimo promontorio di Capo Vaticano, deturpato dal cemento selvaggio. Proprio lungo il litorale del Comune di Ricadi, a seguito di un’attenta ricognizione area, gli uomini del Comando Stazione Forestale di Spilinga hanno sottoposto a sequestro penale venti immobili perché realizzati in assenza dei necessari atti autorizzatori e in violazione delle normative.

La gran parte degli edifici si trova all’interno di villaggi turistici o in prossimità di essi e ricade in zone sottoposte a vincolo paesaggisticoambientale. I proprietari delle strutture, del valore di circa due milioni e mezzo di euro (pari ai cinque miliardi delle vecchie lire) e alcuni liberi professionisti sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria. In totale i forestali hanno denunciato 25 persone. In seguito al sequestro, effettuato il 13 maggio del 2004, sono state poi arrestate altre 4 persone per violazione dei sigilli. In relazione ad alcuni immobili è intervenuta la sanatoria mentre gli altri sono in attesa che vengano demoliti, dopo l’ordinanza del Comune.

Orchidea selvaggia (Grisolia – Cosenza) Si chiama “Orchidea” l’immenso villaggio - camping sequestrato l’8 aprile 2005 nel comune di Grisolia, in provincia di Cosenza e risultato interamente abusivo. La struttura turistica, situata nella splendida Riviera dei Cedri, si trova immersa nel verde e si affaccia direttamente sulla spiaggia, ricoprendo un’area di circa 30.000 metri quadrati. Il complesso, comprensivo anche di bungalows e mini appartamenti, di ogni tipo di confort e servizio, a seguito dei dovuti accertamenti, è stato trovato sprovvisto delle necessarie autorizzazioni. In particolare gli uomini dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Maratea, nell’ambito di una vasta operazione di monitoraggio volta a contrastare lo sfruttamento indiscriminato delle coste, hanno denunciato il titolare della struttura contestando diverse ipotesi di reato: dall’abusiva occupazione di suolo demaniale marittimo alla realizzazione di opere edilizie in assenza di concessione per costruire in zona sottoposta a vincolo paesaggistico/ambientale e facente parte del demanio marittimo. Proprio in considerazione dei gravi illeciti riscontrati la Capitaneria di Porto di Maratea ha eseguito il provvedimento di sequestro d’urgenza, che è stato convalidato pochi giorni dopo dal giudice per le indagini preliminari della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Paola.

Fonte: Golettaverde – Legambiente. Roma, 30 giugno 2005

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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 20 Luglio 2005 da BLOGnews24_plus
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C A L A B R I A               Il mare inquinato

Crescono del 15% rispetto al 2003 le infrazioni legate agli scarichi illegali. In Calabria nel 2004, sono stati accertate 163 infrazioni, 129 le persone denunciate, 121 i sequestri effettuati.

Il Programma di monitoraggio dell’ambiente marino, svolto dal Ministero dell’Ambiente in collaborazione con le 15 regioni italiane costiere  è iniziato ufficialmente a giugno 2001.  L’elaborazione fatta sui dati forniti dal ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio si è concentrata su 12 inquinanti, più precisamente su:  6 metalli (arsenico, cadmio, cromo totale, mercurio, nichel e piombo); - 2 idrocarburi (gli Ipa, idrocarburi policiclici aromatici, totali e il benzoapirene); - 2 pesticidi (Aldrin e Ddt); - i Pcb (i famigerati policlorobifenili); - il tributilstagno (Tbt).

I dati sono riferiti al monitoraggio fatto nel 2004. Le concentrazioni trovate nei sedimenti marini sono state confrontate con quelle limite previste dal decreto approvato alla fine dello scorso anno (tabella 2 dell’allegato A del Decreto ministeriale 6 novembre 2003, n. 367). Regolamento concernente la fissazione di standard di qualità nell’ambiente acquatico per le sostanze pericolose, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152) e riportate in tabella.

In Calabria, le rilevazioni sono state effettuate in sette stazioni: Vibo Marina (Vv), Mesima Nicotera (Vv), Pellaro (Rc), Crotone, Caulonia (Rc), l’area marina protetta di Capo Rizzuto e le due aree di bianco presso Paola (Cs). Per quanto riguarda i metalli pesanti, le rilevazioni più significative si riferiscono ai valori relativi al cadmio nella stazione di Crotone dove i limiti di legge sono stati superati più del doppio, e il cromo nella stazione di Paola che rappresenta il bianco della regione. La stazione di Paola supera i limiti di legge anche per quanto riguarda gli IPA ( 300 microgrammi/kg con un limite fissato di 200 microgrammi/).

Ad eccezione delle stazioni di Pellaro, Crotone e Capo Rizzuto, le restanti stazioni hanno registrato degli sforamenti dei limiti per quanto riguarda le concentrazioni di aldrin dove a Vibo Marina e Mesima Nicotera i limiti di legge risultano essere stati superati di ben 10 volte. Anche le concentrazioni di PCB hanno superato i limiti di legge nelle stazioni di Paulonia, Capo Rizzuto e Mesime Nicotera. Quest’ultima, in particolare, ha registrato concentrazioni di PCB fino a tre volte superiori a quelli previsti dal decreto ministeriale ( 12,2 microgrammi/kg di PCB con un limite fissato di 4 microgrammi /kg ).

Fonte: Golettaverde – Legambiente. Roma, 30 giugno 2005

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Post N° 9

Post n°9 pubblicato il 19 Luglio 2005 da BLOGnews24_plus
Foto di BLOGnews24_plus

I N C H I E S T A           Calabria                   Mare "monstrum"

La Calabria ha 700 km di costa, di cui ben 415 (cioè il 59%) sono in stato di erosione. Solamente su 156 km di costa, si stanno applicando interventi di difesa o di ripascimento. Il dato è allarmante, visto che le spiagge sono sicuramente una risorsa economica fondamentale per le popolazioni residenti sul litorale calabrese. 

Il turismo sviluppa un grande volume d’affari e alberghi, ristoranti, attività ricreative fanno sì che alle spiagge sia collegata l’economia delle principali località balneari della Calabria. Oggi non parliamo dell’inquinamento marino, ma dell’arretramento del litorale causato dall'erosione. L'erosione delle spiagge rappresenta non solo un processo che causa la perdita di un ecosistema importantissimo per la Calabria, ma una vera e propria minaccia per l’economia.

L'erosione di per se è un fenomeno naturale, dovrebbe avvenire in modo tale da non turbare l’equilibrio tra l’arretramento e l’avanzamento della linea di costa. Tuttavia La natura non ha fatto i conti con l'intervento umano.La forte antropizzazione delle fasce costiere e l’insediarsi di molteplici attività sia turistiche che produttive hanno rotto negli ultimi decenni questo delicato equilibrio. I problemi più gravi sono sorti negli anni 70/80, durante i quali la gestione delle spiagge, dei fiumi e di tutto il territorio, è stato gestito da costruttori e speculatori di ogni risma.

Quando la speculazione è esplosa negli anni 70/80, con l'enorme domanda turistica proveniente dalla Campania, si sviluppò il fenomeno del riciclaggio del danaro mafioso e s’incrementarono gli investimenti di capitali mafiosi. A ciò si aggiunse la richiesta di confino, da parte di magistrati della provincia di Reggio e del napoletano, per noti mafiosi appartenenti a potenti famiglie della ‘ndràngheta e della camorra che arrivarono a Santa Maria del cedro, Scalea, Praia a Mare, Paola. Lungo ogni fiume della costa tirrenica si aprirono impianti per il prelievo della sabbia, così come di notte camion di ditte mafiose facevano da spola dalla spiaggia direttamente ai cantieri senza mai essere visti ne fermati da chicchessia. La speculazione di allora è oggi sotto gli occhi di tutti, così come tutti gli omicidi che avvennero in quegli anni, oltre cinquanta,legati essenzialmente a questo ambiente. 

Dopo la prima fortissima mareggiata dell'85 e la completa devastazione di tutta la costa tirrenica, con miliardi e miliardi di danni , Centinaia di ville, tratti interi di rete ferroviaria, alberghi, campeggi furono distrutti ed invasi dalla furia della mareggiata. Così il potere politico di allora si accorse del fenomeno e corse ai ripari. L'Ente ferrovie dello Stato investì oltre cento miliardi per difendere la propria linea ferroviaria, e incaricò progettisti pagati fior di milioni per difenderla. All’interno del progetto, si fecero avanti tutte le esigenze dei vip cosentini, degli speculatori napoletani, di mafiosi calabresi,di politici, che avevano le loro ville abusive, costruite su aree demaniali, e fecero di tutto perche anche loro fossero difesi dalla furia dei mari. E così fu. Le ditte vincitrici degli appalti cominciarono a buttare massi in cemento, pietre delle montagne provenienti da cave spesso abusive, alla rinfusa, senza studi batimetrici ne sedimentologici, e naturalmente senza capirne le reali entità e forze delle correnti.

 Le spiagge di Cetraro, Belvedere, Campora, Paola, San Lucido furono coperte da tonnellate di massi in cemento e pietre da cava. In parte il fenomeno rallentò in alcuni punti ma aumentò di molto in altri e così via, fino a che tutte le barriere vennero sommerse o neutralizzate, e le spiagge iniziarono a sparire. Il fenomeno delle cave contribuì anche a portare nuovi guadagni a ditte in odore di mafia, che immediatamente si accaparrarono tutti gli appalti. Dopo le spiagge cominciarono a distruggersi decine e decine di montagne, alcune importanti come la Roccia Lapirusa di Grisolia,o i calanchi di Belvedere M.mo e diverse grotte del tirreno abitate mille anni fa dai monaci basiliani.

Fonte: Golettaverde – Legambiente. Roma, 30 giugno 2005

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Post N° 7

Post n°7 pubblicato il 11 Luglio 2005 da BLOGnews24_plus
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SPETTACOLI         Quando il cabaret riflette la realtà            di Nicotera News OnLine

Ficarra: "Ma che hai, ti vedo nervoso?".
Picone: "Mi è arrivata l'immondizia da pagare. 300 euro di immondizia e l'immondizia la metto io! E se la mettevano loro quanto dovevo pagare????".

Li avete riconosciuti, vero? Sono i due siciliani sempre stanchi di Zelig. Verranno a trovarci, il 14 luglio, a Nicotera Marina. Lo spettacolo sarà a pagamento. Il prezzo di un biglietto sarà di 17 euro.

BIOGRAFIA - Ficarra & Picone nascono artisticamente sette anni fa. I due comici palermitani sono divenuti popolari con il programma TV, L’ottavo nano, ma hanno conquistato il successo con Zelig. Salvo Ficarra e Valentino Picone, prima di arrivare a Zelig, hanno, però, fatto la gavetta nei piccoli locali di città, per poi partecipare a diversi programmi televisivi tra i quali Quelli che il calcio, Per un pugno di Libri, Zero a Zero, Gnu, Facciamo Cabaret. Nel 2001 presentano lo spettacolo di cabaret, Vuoti a perdere, mentre nel ’99 prendono parte allo spettacolo di Aldo Giovanni e Giacomo - Tel chi el Tulun - e appaiono nel film del trio Chiedimi se sono felice. Vincono diversi festival del cabaret, tra cui Grottamare, Premio Tognazzi ed il Festival dei Festival Courmayeur (Premio Petrolini). Nel 2001 esce nelle sale "Nati stanchi", il primo film di Ficarra & Picone. Nel 2003 partecipano ad alcune puntate di Mai dire domenica ed esce il libro + videocassetta Vuoti a perdere (Kowalski Editore).  Nel giugno 2003 esce il loro libro Stanchi (Kowalski Editore), trascrizione di tutto quello che hanno detto e che avrebbero voluto dire i due notissimi personaggi dei siciliani nati stanchi, proposti a Zelig Circus.

Palermitani doc, portano in giro spudoratamente la loro “Sicilianità”, spesso, non senza conseguenze: come quella volta che i due comici, durante una loro gag, hanno provocato i leghisti definendoli cretini. Nella gag, uno dei due comici si lamentava, perché il figlio ara emigrato in Tunisia per godersi la vita, perché lì, di lavorare, proprio non se ne parla. Porto franco per chi è allergico al lavoro. “E invece no, gli risponde l'amico: ora c'è un ministro del Lavoro tunisino e pure leghista che sì è messo in testa di farli lavorare.”
"Un cretino?" ribatte l'altro. "Se è un leghista è un cretino", chiosa l'amico.  

Insomma, ogni personaggio, ogni gag, ogni dialogo di Ficarra e Picone è ispirato da fatti e situazioni vissute nella realtà. I loro personaggi, anche se vestiti da calciatori, anche se progettano cose assurde ed inverosimili, in realtà, rappresentano loro stessi alle prese con scottanti verità. Prendono in giro il mondo, ma prima di tutto prendono in giro se stessi, come antidoto contro la serietà imperante. E a noi, piacciono così!

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Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 08 Luglio 2005 da BLOGnews24_plus
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S P O R T                Kitesurf no-limits        kitesurf significa: surf trainato da un aquilone. E’ un nuovo sport da tavola che oggi appassiona moltissimi giovani. Si è sviluppato in pochi anni ma già si svolgono moltissime gare in ogni parte del mondo. I suoi materiali si vendono in quasi tutti i surfshop italiani. 

Da un paio d’anni li vediamo volteggiare in aria e planare tra i flutti del mare, cavalcando cavalloni spumosi, spinti in alto dai venti marini. Sono i “Kitesurfers”, i giovani che praticano il Kitesurf e che hanno trovato nel mare della Marina di Nicotera il loro paradiso. Qui da noi ci sono condizioni ideali per praticare questo nuovo sport: grandi spazi liberi e vento forte.

Ma che cos’è il Kitesurf – vi starete chiedendo. È composto da una tavola (Surfboard), simile al surf da onda, legata ad un “aquilone” (in inglese - Kite). L’aquilone, detto anche “Ala”, è simile al parapendio. L’ala è legata da cavi, lunghi 30 metri, ad una barra orizzontale di 60 centimetri, che serve ad impugnare e tenere l’aquilone. L’aquilone può essere grande 4 o 5 metri, fino ad oltre 12 mq per i venti leggeri. Col kitesurf si può planare anche con venti deboli, da 5 o 6 nodi.

Questa caratteristica rende il kitesurf uno strumento formidabile per compiere, facilmente, salti ed evoluzioni. Ecco perché molti amanti del freestyle si sono appassionati a questo nuovo sport. I “Wave riders”, gli intrepidi delle onde ed amanti del kitesurf, con un po’ di vento riescono a sollevarsi dall’acqua raggiungendo altezze di svariati metri e rimanendo in aria anche per diversi secondi. Se volete vivere l’emozione di veder surfare i kitesurfers dal vivo, fatevi una passeggiata verso la pineta. Quella zona sembra essere la preferita dai Wave riders che vogliono trascorrere un giorno da leoni, alla ricerca dell’onda e del vento perfetto.

Rispetto al windsurf, il Kitesurf ha indubbi vantaggi di trasporto dell'attrezzatura. Le tavole sono in media più piccole  e le ali, rispetto alle vele da windsurf, sono pressochè prive di elementi rigidi e facili da ripiegare in piccole sacche. Ma se state già pensando di appendere al chiodo la vostra vecchia tavola da surf, per passare al Surf-Volante, pensateci ancora un attimo. Il mercato dei Kitesurf non ha ancora raggiunto grandi dimensioni, pertanto vi toccherà rompere il salvadanaio, (quello grosso), per potervi comprare uno di questi gioiellini con le ali.

Noi di Nicotera News OnLine abbiamo fatto una piccola ricerca nel mare di Internet, scoprendo che per acquistare un Kitesurf nuovo, bisogna spendere dalle 500 alle 650 euro. Ma se il prezzo vi sembra fuori dalla vostra portata, potete sempre cercare un Kitesurf usato.Purtroppo il numero di incidenti che vedono coinvolti i praticanti del kitesurf e dei malcapitati bagnanti che si trovano in loro prossimità sta aumentando e raggiungendo un numero preoccupante. Cerchiamo, quindi, di capire quali sono le norme di sicurezza che vanno rispettate per evitare inutili incidenti.

Secondo l’Ordinanza 69/2002 della Capitaneria di Porto di Rimini, ai Kitesurf è vietato: Navigare in zone frequentate dai bagnanti - Avvicinarsi a meno di metri 50 dai galleggianti che segnalano la presenza di subacquei; - Nelle zone di mare riservate alla balneazione l’atterraggio e la partenza dei Kitesurf devono avvenire all’interno di appositi corridoi di lancio autorizzati, lunghi almeno 100 metri - Verificate attentamente le condizioni del tempo, attraverso la consultazione di previsioni, di fonti di rilevazione in tempo reale ed un buon anemometro (mulinello con cui si misura la velocità del vento). - Iniziare con un corso di kitesurf tenuto da un istruttore di provate capacità didattiche.

Utilizzare meccanismi di sicurezza che includono: un caschetto, un giubbotto galleggiante per proteggere anche dagli impatti, un buon sistema di sgancio rapido, guanti, un laccio per la tavola da surf ed infine un coltellino ad uncino per qualsiasi evenienza. - Non surfare in prossimità di ostacoli che stanno a meno di 50 metri nella direzione del vento. - - Ricordiamo, in fine, che camminare sulla spiaggia con l’aquilone in volo è pericoloso, ma a volte è inevitabile perciò attenzione e se potete, mantenete sempre l’aquilone in finestra verso il mare.

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