Creato da bollafinanziaria il 06/08/2011
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Il crack della Borsa di ... »

TULIPOMANIA

Post n°1 pubblicato il 06 Agosto 2011 da bollafinanziaria
 
Foto di bollafinanziaria

La Bolla dei tulipani (in inglese anche tulipomania) è stata probabilmente la prima bolla speculativa documentata nella storia del capitalismo. Nella prima metà del XVII secolo, nei Paesi Bassi la domanda di bulbi di tulipano raggiunse un picco così alto che ogni singolo bulbo di tulipano raggiunse prezzi enormi.

Il tulipano, introdotto in Europa nella metà del XVI secolo,

I tulipani arrivarono in Olanda nel 1562, con un carico giunto da Costantinopoli. (il nome occidentale è una corruzione del turco tulband, che significa turbante). Linteresse per questo fiore dalle diverse colorazioni (ne esistono circa 160) divenne una vera e propria mania che negli anni si trasformò in una smodata e insensata ricerca degli esemplari più  rari. Maturò lidea che tali fiori fossero pregiati, e qualcuno cominciò a suggerirne lacquisto in unottica speculativa, considerato che il prezzo andava aumentando col tempo (un po come avviene per i metalli preziosi o gli oggetti darte).

Pare che gran parte della speculazione fosse dovuta a delle vere e proprie opzioni sui tulipani: i commercianti compravano i diritti di aumentare le loro giacenze a un prezzo prefissato e i coltivatori, per proteggersi da cadute dei prezzi, pagavano per assicurarsi di poter vendere alla controparte a un certo prezzo.

 ebbe una crescente popolarità in Olanda, scatenando la "gara" fra i membri della middle class a superarsi l'un l'altro nel possesso dei tulipani più rari. I prezzi arrivarono a livelli insostenibili. La coltivazione del tulipano fu presumibilmente iniziata nei Paesi Bassi nel 1593. Questo fiore divenne rapidamente una merce di lusso e uno status symbol. I bulbi di tulipano più rari erano già quotati alla Borsa di Amsterdam, che era appena stata fondata, nel 1613.

Alle varietà di tulipano erano assegnati nomi esotici, a volte venivano chiamate con nomi di ammiragli olandesi. Nel 1623, un singolo bulbo di una specifica qualità di tulipano poteva costare anche un migliaio di fiorini olandesi (il reddito medio annuo dell'epoca era di 150 fiorini). I tulipani erano scambiati anche con terreni, animali vivi, e case. Presumibilmente, un buon speculatore poteva anche guadagnare seimila fiorini al giorno.

Chrispijn Munting, cronista della Gazzetta di Harlem ( Amsterdam), così raccontava un fatto al quale aveva assistito un giorno del 1635:

"Oggi un contadino ha acquistato un singolo bulbo del raro tulipano chiamato Vicerè, pagando per esso: otto maiali, quattro buoi, dodici pecore, due carichi di grano, quattro carichi di segale, due botti di vino, quattro barili di birra, due barilotti di burro, mille libbre di formaggio, un letto completo di accessori, un calice d'argento e un vestito, per un valore totale di 2.500 fiorini". La somma che il contadino pagò per quel bulbo, al valore attuale, è di poco inferiore ai 30.000 euro.

Nel 1635 fu registrata una vendita per 100,000 fiorini. Per paragone, una tonnellata di burro costava circa 100 fiorini e "otto maiali grassi" costavano 240 fiorini. Un prezzo record fu pagato per il bulbo più famoso, il Semper Augustus, che era monopolio di Adriaen Pauw, borgomastro  e condirettore della Compagnia delle Indie che ne centellinava le vendite:  venduto ad Haarlem per 6000 fiorini. quota 6000 fiorini, che a quel tempo rappresentava il valore di circa 20 case di medie dimensioni. 1637 (circa 312.000 euro di oggi!).

Alcuni commercianti vendevano bulbi che erano stati appena piantati o quelli che avevano intenzione di piantare (sostanzialmente dei futures sui tulipani). 

Si creava così lingrediente base della bolla speculativa: la leva, un effetto moltiplicativo che consente di scommettere tanto impegnando poco denaro. Alla consegna nessun compratore avrebbe avuto il denaro per saldare tutti i conti ma, gli stessi compratori non intendevano richiederne la consegna: compravano i bulbi solo per rivenderli e lucrare sul prezzo. Un editto statale del 1610 aveva reso illegale questa pratica, definendola commercio del vento e rifiutandosi di riconoscere questo genere di contratti, ma la legislazione non riuscì comunque a far cessare questa attività. 

Si finì così per commerciare " tulipani di carta", vale a dire solo gli atti di acquisto, secondo il ben noto e rischioso gioco di Borsa. Le frodi, poi, erano all'ordine del giorno in quanto non si poteva certo stabilire dall'aspetto del bulbo se il tulipano sarebbe stato quello della qualità e specie dichiarati dal venditore.

el 1636, i tulipani erano scambiati nelle borse valori di numerose città olandesi. Questo incoraggiò tutti i membri della società al commercio di tulipani, molte persone vendevano e compravano immobili o altri possedimenti per poter speculare sul mercato dei tulipani. Alcuni speculatori fecero grandissimi profitti.

A settembre del 1636 i prezzi iniziarono a salire vertiginosamente. Landamento rialzista proseguì nei mesi di novembre, dicembre e gennaio raggiungendo valori esorbitanti. Il crollo arrivò nel febbraio del 1637. A quel punto i commercianti di tulipani cominciarono a vendere, non tanto per una previsione di tipo ribassista sul futuro andamento del prezzo di mercato, quanto per lesigenza, finalmente, di monetizzare il loro investimento. Daltronde, i prezzi dei tulipani avevano raggiunto livelli tali da scoraggiare la maggior parte (se non tutti) gli investitori dallentrare sul mercato. Si incominciò a pensare che la domanda di tulipani non avrebbe potuto più mantenersi a quei livelli, e questa opinione si diffuse man mano che aumentava il panico e quindi le vendite. Nel breve volgere di sei settimane i prezzi crollarono del 90%

i bulbi di tulipano presto scesero a meno di un euro cadauno. Immaginate di aver speso 50.000 euro per un bulbo e di vedere ridursi il suo valore a un solo euro nel giro di pochi giorni!.

Alla fine alcuni detenevano contratti per comprare tulipani a prezzi dieci volte maggiori di quelli di mercato, mentre altri possedevano bulbi che valevano un decimo di quanto li avevano pagati. Centinaia di olandesi, inclusi uomini di affari e dignitari, erano finanziariamente rovinati. Il governo olandese fece dei tentativi di risolvere la situazione che accontentassero le varie parti in causa, ma non ebbero alcun successo. In sostanza ciascuno rimase nella situazione finanziaria in cui si trovava alla fine del crollo e nessuna corte poteva esigere che i contratti venissero onorati, perché non legali.

Le grandi bolle speculative necessitano di un particolare clima per svilupparsi. La crisi dei tulipani esplode in concomitanza di due tragici eventi. Il primo è la guerra; infatti, la crisi scoppia poco dopo la conclusione della guerra di indipendenza olandese dalla Spagna. Il secondo tragico evento è la peste, che falcidia la popolazione. Queste due tragedie comportano, da una parte, lottimismo per la fine della guerra che determina una grande predisposizione alla speculazione e, dallaltra parte, il fatalismo indotto dallepidemia di peste che aggiunge una minore avversione al rischio al quadro generale.

Inoltre, in questo periodo, vengono introdotte delle innovazioni nel campo marittimo che portano lOlanda, teatro della crisi, tra il 1620 e il 1645, a diventare lindiscusso leader del commercio internazionale grazie alla sua imponente flotta. Lenorme massa di denaro ricavato dal commercio necessitava quindi di qualcosa (forse qualsiasi cosa) nella quale essere investito.La bolla dei tulipani viene considerata la prima grande bolla di cui abbiamo ricostruzioni ed analisi certe. Si tratta di una bolla che ha lasciato nelleconomia unimpronta estremamente profonda. Dopo la grande crisi del 29, quanto ad importanza, viene la crisi dei tulipani. Come spesso accade, ogniqualvolta si verifica una crisi finanziaria di notevoli dimensioni, essa entra nel sentimento delle persone e da questo scaturiscono poi dei romanzi simbolo della crisi stessa. Ne è un esempio calzante Il Tulipano Nero di Alexandre Dumas padre. Nel romanzo lo scrittore narra la situazione della popolazione colpita molto duramente dalla crisi.

Ogni crisi matura in un ambiente generale particolare; la crisi del 29 avviene al momento culminante di una psicosi collettiva americana, così come anche la più recente crisi del Nasdaq.

La crisi dei tulipani avviene allintersezione e al sovrapporsi di due tragici eventi che creano una forma ambivalente della psiche umana. Il primo evento che provoca tale fenomeno è la guerra; infatti, la crisi scoppia poco dopo la conclusione della cosiddetta Guerra dei Centanni e di unaltra guerra di religione chiamata Guerra dei Trentanni. Il secondo tragico evento, che porta anche una certa ventata di fatalismo, è lavvento della peste che falcidia la popolazione. Lintersezione di queste due tragedie, oltre a ridurre sensibilmente la popolazione, comporta la manifestazione di due psiche contrapposte, da una parte lottimismo per la fine della guerra e dallaltra parte il pessimismo condito da fatalismo indotto dallepidemia di peste. Lottimismo determina una grande predisposizione alla speculazione; lottimismo è già di per sé una miscela che porta ad una esaltazione dello spirito speculativo, ma se ad essa si aggiunge la componente fatalistica si determina anche una minoreavversione al rischio.

In questo periodo vengono introdotte delle innovazioni nel campo marittimo che portano lOlanda, teatro della crisi, ad essere la superpotenza commerciale mondiale. Il 1600 è il secolo doro per lOlanda; in questo periodo lOlanda ha un impero commerciale che è più grande di quello complessivamente ottenuto unendo tutti quelli degli altri Paesi. Tra il 1620 e il 1645 diventa lindiscusso leader del commercio internazionale grazie alla sua imponente flotta.

Ecco alcune date significative della storia olandese:

1602: lOlanda crea la prima grande società per azioni, la Compagnia olandese delle Indie orientali;

1609: viene fondat la Banca centrale;

1622: viene creata la Compagnia olandese delle Indie occidentali;

1631: si inaugura il nuovo palazzo della Borsa di Amsterdam.

Vennero fatti tentativi di risolvere la situazione che accontentassero entrambe le parti, ma furono un insuccesso. In sostanza ciascuno rimase nella situazione finanziaria in cui si trovava alla fine del crollo: nessuna corte poteva esigere che i contratti venissero onorati, perché i giudici considerarono questi debiti come quelli contratti per gioco d'azzardo, e non erano esigibili con la forza sotto autorizzazione della legge.

Simili bolle dei tulipani ci furono anche in altri paesi d'Europa, ma mai di una dimensione pari a quella olandese. In Inghilterra nel 1800, il prezzo di un singolo bulbo di tulipano era di quindici ghinee. Somma che bastava ad assicurare ad un lavoratore e alla sua famiglia cibo, vestiti e alloggio per sei mesi.

Tale bolla è anche citata nel film del 2010 Wall Street: il denaro non dorme mai di Oliver Stone.


Ma quale correlazione sussiste tra la bolla dei tulipani e la crisi strutturale delleuro? Ebbene, la correlazione cè ed è data dal fatto che il circuito dellamoneta unica racchiude Paesi differenti tra di loro in termini non solo di tradizioni, ma anche di visione delleconomia, con la conseguenza che negli ultimi dieci anni, sfruttando proprio lombrello delleuro, si è andata a creare una sorta di bolla del benessere che ha interessato la Grecia, lIrlanda, la Spagna, ilPortogallo, e per molti aspetti anche il nostro Paese.


I greci, gli irlandesi, gli spagnoli ed i portoghesi negli ultimi due lustri hanno sfruttato la rete di protezione delleuro per poter vivere al di sopra delle proprie possibilità. Adesso in questa rete cè un buco, che si allarga sempre di più; i pesci che stanno scappando sono i grandi investitori, che preferiscono vendere il debito pubblico dei Paesi dellarea euro periferici per comprare il Bund, ma anche materie prime e metalli preziosi, dalloro allargento e passando per tutti quelli che sono i beni rifugio quando è scattato lallarme rosso.

 
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