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IL DOSSIER DELL'ASGI SULL'IMMIGRAZIONE CHE I BRIGANTI DIFFONDERANNO LUNGO LA CAROVANA
Post n°9 pubblicato il 10 Ottobre 2010 da briganti.migranti
Una normativa iniqua che alimenta insicurezza, emarginazione e discriminazione
In Italia si continua a parlare di immigrazione come un’emergenza, ma è dal 1987 (con il superamento della soglia del mezzo milione di persone) che esiste. Sono più di 20 anni che c’é e che cresce. E non si fermerà (da noi, come in Europa e nel mondo) per molteplici ragioni di ordine umano, sociale, economico, demografico (in un paese che tende ad invecchiare come l’Italia, tra il 1995 e il 2005 la metà dell’incremento della natalità è attribuito statisticamente a donne straniere). Le attuali politiche legislative italiane dimenticano, invece, la nostra storia recente e nel contempo disattendono sia le esigenze del mercato italiano sia l’esperienza maturata in questo ventennio. Esperienza da cui è emersa, incontestabile, la necessità di avere un approccio equo e realistico al fenomeno dell’immigrazione, attraverso l’apertura di maggiori e più efficaci canali di ingresso regolare e la stabilizzazione dei percorsi di inclusione sociale Clandestino significa colui che si nasconde, ma gli stranieri in Italia sono visibilissimi, sono nelle nostre case, curano i nostri familiari e gli ammalati, costruiscono le nostre case, fanno andare avanti le aziende, raccolgono la frutta e la verdura nei nostri campi, pescano per noi il pesce, frequentano le scuole insieme ai nostri figli, ecc. ecc. E’ la politica legislativa stessa a creare insicurezza, sia per gli stranieri che per gli italiani, per il presente e per il futuro, chiudendo, di fatto o di diritto, le possibilità di avere un regolare visto o permesso di soggiorno, costringendo migliaia di lavoratori stranieri a entrare e a vivere in clandestinità la loro vita in Italia. Ciò nonostante, sono considerati clandestini, sono evocati come il male dell’epoca attuale, sono definiti solo in una contrapposizione “noi” e “loro”, sono deprivati di ogni dignità e di ogni diritto. Sono e devono essere invisibili, clandestini.
Costringere gli stranieri ad essere clandestini e non persone; questa appare essere la finalità effettiva anche se occulta, dell’attuale normativa.
La tolleranza zero, ciecamente rigida, dall’ingresso all’espulsione non ha risolto alcun problema, nonostante un dispendio di risorse economiche sempre crescente e tale che negli ultimi anni oltre l’80% dei fondi disponibili sono stati spesi per politiche di contrasto e meno del 20% per politiche di sostegno all’immigrazione. Lo stato attuale dei CIE (centri di identificazione ed espulsione) risulta drammatico per l’assenza pressochè totale di adeguate forme di garanzia di tutela dei diritti delle persone trattenute. Queste ultime sono oramai in netta prevalenza stranieri che erano perfettamente regolari nel nostro Paese ma sono caduti nella irregolarità a causa di normative che precarizzano il soggiorno imponendo adempimenti vessatori. Le parole con le quali la Corte costituzionale dichiarò l’illegittimità del reato di “mendicità” di cui all’art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995) illuminano bene il senso delle iniziative legislative in tema di immigrazione dell’ultimo pacchetto-sicurezza: il passaggio dalla guerra alla povertà, che ha rappresentato l’orizzonte dell’evoluzione del diritto del secondo dopoguerra, alla guerra ai poveri; la criminalizzazione - attraverso strumenti penali e amministrativi - delle cause profonde dell’immigrazione: gli straordinari squilibri tra i pochi nord e i molti sud del mondo, la fame, la guerra, l’oppressione di regimi dittatoriali. Rispetto a quelle cause, ritorna - e si afferma su scala globale - la tendenza «a considerare le persone in condizioni di povertà come pericolose e colpevoli».
E’ urgente invertire la rotta, non solo per ristabilire una condizione di rispetto dei fondamenti dello stato di diritto verso gli stranieri, ma anche perché le leggi sull’immigrazione sono lo specchio di un Paese e oggi questo specchio ci rimanda l’immagine di un paese malato.
Per fare ciò è necessaria una nuova normativa che:
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Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 26/08/2016 alle 11:17
Inviato da: briganti.migranti
il 27/10/2010 alle 13:00
Inviato da: brigantAelisa
il 27/10/2010 alle 12:19
Inviato da: briganti.migranti
il 27/10/2010 alle 00:11
Inviato da: briganti.migranti
il 27/10/2010 alle 00:11