Creato da: giancla56 il 27/11/2004
Una bacheca, appunto. Un posto dove attaccare foglietti, post-it, annotazioni. Dove appendere pensieri, foto, emozioni, immagini, riflessioni, sfoghi, sentimenti,sorrisi, incazzature e pianti. Ma non una bacheca privata, solo mia. Anche di quelli che, se vorranno, potranno usarla.

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« superficiali linciaggi.sulle piste del nonno. »

la Vita, la Morte e la Sofferenza.

Post n°738 pubblicato il 10 Ottobre 2005 da giancla56
 
Foto di giancla56


spesso, discutendo di temi molto sensibili (l'aborto, l'eutanasìa, le Disposizioni Anticipate di Trattamento, ecc...), un laicista come me ha come l'impressione che i contraddittori usino il tema della Vita come un argomento di delegittimazione delle proprie posizioni.
in sostanza, è come se ti dicessero: "Tu sei uno che tiene poco in conto il valore della Vita", oppure, più sottilmente, "La sofferenza ti fa paura, quindi cerchi delle scorciatoie per evitarla".

nel 99,99% dei casi, questo atteggiamento proviene da credenti in qualcosa di superiore all'Uomo (in particolare, di osservanza cattolica). quindi, da persone che del valore della Vita, ma anche della carità e della condivisione delle altrui sofferenze, fanno una bandiera (o anche, in moltissimi casi e in modo assolutamente genuino, una pratica di vita).
questo equivale a sostenere, in modo palese od occulto, la loro superiorità morale (se non, addirittura, antropologica) e quindi il loro magistero sui temi della vita, della morte, della sofferenza.
quanti di noi laicisti si è sentito ripetere con sufficienza "Ci sei mai andato in un ospedale? Hai mai visto la gente che soffre? Lo sai cosa fanno i missionari in Africa e bla bla bla"?

da un punto di vista personale, la cosa non mi tange. ho visto morire tra atroci sofferenze le persone più care, quindi sarebbe facile rispondere e mandarli a cagare. ma delle questioni personali non importa a nessuno.

più interessante, invece, il concetto generale, che riassumerò in poche parole (che qualcuno, erroneamente, potrebbe giudicare provocatorie).

ebbene, io penso che la sofferenza umana non sia eliminabile, ma possa essere solo lenìta.
detto questo, penso che le Religioni (in particolare la cattolica e l'islamica) non abbiano nessun interesse a diminuire la sofferenza umana. anzi: hanno tutto l'interesse a che la sofferenza sia sempre maggiore e si diffonda sempre più.

il perchè pare a me piuttosto intuitivo.
perchè esiste la Religione? ovvio: per offrire all'Uomo un'alternativa alla sofferenza.
la promessa della vita eterna va in questa direzione. masse sterminate di persone che soffrono alle quali offrire una speranza, la possibilità di un riscatto, il Paradiso, il giardino dell'Eden. posti in cui, dopo aver pagato un prezzo salato, si potà accedere ed essere, finalmente, felici.
e dunque, cosa accadrebbe se le condizioni dell'Umanità migliorassero sempre di più? se venissero sconfitte guerre, malattie, dolore fisico, povertà, sfruttamento?
semplice: le Religioni non avrebbero più motivo d'essere. perderebbero il loro appeal, e, insieme a questo, il loro potere.
crollerebbe miseramente la loro stessa ragion d'essere. in linguaggio economico si direbbe: fallirebbero.
tutti a casa: niente più fedeli, niente più contributi, niente più strutture, niente più gerarchìe, niente più ori e onori.
niente più potere: tutti a lavorare.
in breve, combattere realmente la sofferenza sarebbe come per un farmacista combattere per la sconfitta della malattie: un suicidio.

ecco perchè penso che le Religioni, intrinsecamente ed inevitabilmente, abbiano nel loro DNA non la riduzione della sofferenza, ma il suo mantenimento ed incremento.
ed ecco perchè ci sbattono in faccia il Supremo Valore della Vita, a costo della Sofferenza: perchè, altrimenti, dovrebbero dirci la verità.

è una questione semplice.
una questione di vita o di morte: la loro.

:)

 
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