Creato da: giancla56 il 27/11/2004
Una bacheca, appunto. Un posto dove attaccare foglietti, post-it, annotazioni. Dove appendere pensieri, foto, emozioni, immagini, riflessioni, sfoghi, sentimenti,sorrisi, incazzature e pianti. Ma non una bacheca privata, solo mia. Anche di quelli che, se vorranno, potranno usarla.

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tipi sinistri: il dietrologo.

Post n°822 pubblicato il 23 Gennaio 2006 da giancla56
 
Foto di giancla56




Questa settimana il tipo sinistro tratteggiato da Giuliano da Empoli è il dietrologo. In lizza per le primarie ci sono Giulietto Chiesa, Noam Chomsky, Antonio Di Pietro, Paolo Flores D’Arcais. Per comunicare la vostra preferenza, scrivete a redazione@ilriformista.it, o collegatevi al sito www.ilriformista.it.


Il dietrologo è come il Rolex Daytona, fa bella figura nei salotti.
di Giuliano da Empoli.

In Massa e potere, Elias Canetti si sofferma sui costumi degli Jivaros, una tribù sudamericana convinta che ogni morte sia dovuta alle oscure trame di qualcuno, nascosto nell’ombra. Una tribù, di conseguenza, scossa in permanenza da terribili sospetti e da atroci vendette.Allo stesso modo,quando viene annunciata a Metternich la morte dell’ambasciatore russo, quello si interroga a voce alta: «Quali saranno state le sue motivazioni?».

La vede così, il dietrologo. A lui non la si fa. Per quanto possa apparire semplice, un fatto nasconde sempre una cosmogonia di burattinai e di grandi vecchi che tirano le fila del grande gioco. Sue sono la felicità della coerenza assoluta e le piccole gioie minuziose della verifica. Poco importa che tutto sia sbagliato, se ogni dettaglio conferma la fondatezza del quadro generale. Se il complottismo è tutt’altro che un monopolio della sinistra, bisogna ammettere che è stata lei ad elevare questa pratica al rango di una forma d’arte.
«Con rare eccezioni - ha scritto Daniel Pipes - i teorici dei complotti di destra sono skinhead, neonazisti e altri balordi che esprimono idee perverse sugli ebrei e strampalate sulle società segrete».Al contrario, i dietrologi di sinistra vantano «credenziali culturali impeccabili»: negli Stati Uniti sono gente come Noam Chomsky, forse il più grande linguista vivente o il compianto Allen Ginsberg.

Ha sempre una giustificazione a portata di mano per scaricare su altri la responsabilità delle proprie sconfitte, il dietrologo. La sinistra non vince? Non è colpa della debolezza dei suoi leader e delle sue proposte, bensì di complotti orditi nell’ombra dai personaggi preferiti dai dietrologi di tutto il mondo:americani, servizi segreti, massonerie...C’è sempre qualcuno a cui dare la colpa. Il burattinaio che agisce nell’ombra, colui al quale prodest tutto quanto accade.

Dall’11 settembre, ha il vento in poppa, il dietrologo. Scrive libri, pontifica in televisione: sguazza nell’angoscia generica del presente con il privilegio di chi, in tempi di incertezza, si fa portatore di verità incontestabili. E come lo contesti, il dietrologo? Ti fa sempre fare la figura dell’ingenuo, barricato dietro il sorriso saputo di chi conosce verità più profonde e segrete.

E' uno status-symbol, la dietrologia: l’equivalente intellettuale di un Rolex Daytona.Si fa sempre bella figura, nei salotti, con una teoria ben congegnata che testimonia di un’appartenenza all’élite di quelli che sanno come va il mondo.

In fondo è l’ultimo dei razionalisti, il dietrologo, aggrappato all’idea che tutto possa essere inquadrato in un grande disegno perfettamente dotato di senso.Togliergli le sue illusioni sarebbe una crudeltà. Lo costringerebbe a guardare in faccia la fondamentale assurdità di tutte le umane cose, come il personaggio tragico di Steiner che chiede spiegazioni e al quale, per tutta risposta, giunge solo il sordo muggito del mare.



per singolare coincidenza, proprio oggi, a casa di Fulvia, si parla di un possibile complotto teso a coartare le nostre menti tramite............l' i-Pod.
simpaticamente sconcertante, dico io.

:)
 

 
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