Creato da: giancla56 il 27/11/2004
Una bacheca, appunto. Un posto dove attaccare foglietti, post-it, annotazioni. Dove appendere pensieri, foto, emozioni, immagini, riflessioni, sfoghi, sentimenti,sorrisi, incazzature e pianti. Ma non una bacheca privata, solo mia. Anche di quelli che, se vorranno, potranno usarla.

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« roma è così.laicità dello Stato. »

vignette, religione e roba.

Post n°830 pubblicato il 04 Febbraio 2006 da giancla56
 
Foto di giancla56

la storia delle vignette danesi che mettono alla berlina Maometto ha scatenato un putiferio.
manifestazioni contro la Danimarca e contro gli occidentali, bandiere bruciate, richiesta di scuse al Governo danese da parte dell'Arabia Saudita, licenziamento del direttore di France Soir da parte del suo editore (egiziano), tutto uno schierarsi di politici, intellettuali, giornalisti: a favore, contro, un po' sì e un po' no, boh, non so, non rispondo.

ora, io non discuto sul cattivo gusto di quelle vignette. forse sì, sono di cattivo gusto. forse sì, se le potevano evitare.
esattamente come, forse, fu il titolo del Manifesto all'indomani dell'elezione di Benedetto XVI: "Il pastore tedesco".
era di cattivo gusto? forse, ma a me ha fatto sorridere: era un calembour azzeccato.

ma un conto è il buon gusto, altro chiedere le scuse di un Governo sovrano.
di cosa dovrebbe scusarsi, il Governo danese?
di essere un Governo democratico che rispetta la libertà di stampa?
e perchè mai?
vogliono bruciare delle bandiere? facciano pure.
non acquistano più il burro Lurpack? 'sti cazzi, dico io: ognuno è padrone a casa sua.
in fondo, cos'è che differenzia la Danimarca (e che CI differenzia, tutti noi europei) dall'Arabia Saudita, dalla Libia, dall'Algeria, dall'Iran evia e via?
esattamente codeste pinzillàcchere: libertà di opinione, libertà di parola, libertà di stampa, libertà di satira: LI-BER-TA'.

e qualcosa di più, che alla libertà è strettamente connessa: la laicità dello Stato. quel principio secondo il quale lo Stato non è di questo o di quello, non garantisce o protegge questo o quello.
lo Stato è di tutti, deve garantire e proteggere tutti: cristiani, islamici, buddhisti e geoviani. senza preferenze, senza privilegi, senza genuflessioni. perchè la religione non è un valore condiviso, in quanto soggettività che tende ad escludere.
la libertà lo è, in quanto includente.

naturalmente, non stupisce che in alcuni Paesi, ancora, questi ragionamenti non facciano breccia, non vengano ben compresi. lo sapevamo.
come sappiamo che in quelle manifestazioni, in quel bruciar di bandiere, in quegli attacchi alle ambasciate, forse, c'è poco di spontaneo.
c'è, di tutta evidenza, anche qualcos'altro: la necessità (e la voglia) per quei Governi (che tutto sono tranne che democratici o liberali) di individuare il "nemico esterno". quello che gli serve per distrarre i propri sudditi (ché di sudditi, si tratta) dai problemi interni: la mancanza di libertà, innanzitutto, ma anche una vita da diseredati per centinaia di milioni di persone.
lo stesso meccanismo di sempre, di tutti i regimi: l'Italia di Mussolini, la Russia di Stalin, la Cuba di Castro, l'Iran di Akhmadinejad. concentrare l'attenzione al di fuori per non far riflettere su cosa accade in casa.
et voilà!, il gioco è fatto.

ma c'è, ancora, di più.
Pannella dice spesso, citando Ernesto Rossi, che, gratta gratta, alla fine vien fuori la roba.
e allora, guardando alla cronologìa dei fatti, non si può non domandarsi se non abbiano ragione, ad esempio, Gad Lerner e Arturo Diaconale (due, tanto per dire, che più lontani, politicamente, non potrebbero essere).

le vignette escono a settembre: nessuno se ne accorge, nessuno dice niente, nessuno protesta.
quand'è che scoppia il finimondo? in questi giorni, dopo quattro mesi.
è un caso che accada dopo la vittoria di Hamas, e dopo le minacce della UE di chiudere i rubinetti finanziari per l'ANP?
forse no.
perchè così, ora, abbiamo un boicottaggio economico in corso, che potrà diventare, forse, merce di scambio nelle future trattative UE-ANP.

eh già...
altro che religione, altro che Maometto, altro che orgoglio e sentimenti feriti!
roba, soldi, dollari, svànziche.

speriamo allora che la Danimarca, e con lei tutta la UE, e i Paesi occidentali, non si facciano incartare, ancora una volta, da questi Giucas Casella della politica internazionale. e che tengano alta la testa e dritta la schiena.

noi non abbiamo da chiedere scusa per nulla, e  a nessuno.
sono loro, semmai, che dovrebbero delle scuse.
principalmente ai loro sudditi, che continuano ad usare come pedine per i loro sporchi giochi di potere.

:)

conato di vomito in forma di post scriptum:
quel che fa più impressione (almeno a me) sono i bambini, la strumentalizzazione dei bambini, la pedofilìa politica.
i bambini di 6-7-8 anni che, incitati dalla maestra, bruciano la bandiera danese disegnata coi pastelli sul cartoncino. non sarebbe meglio che coi pastelli ci disegnassero le casette con mamma e papà o il mercato, magari, o un cane o un cammello, quei bambini? e lo sanno, quei bambini, almeno, dove stanno  la Danimarca e l'Europa? l'avranno mai visto un planisfero, oppure, chessò, una semplice carta geografica? e il primo che mi dice che non hanno i soldi per comprarsi un libro di geografìa, gli sputo in faccia.

il bambino di 6-7-8 anni che Abu Mazen si china a baciare durante una manifestazione. ha un cappuccio nero che gli copre la testa: non si vedono i capelli, né gli occhi, naso o bocca. 6-7-8 anni, ed è già un kamikaze, un oggetto, un'arma impropria. prima ancora della vita e della Storia, ci ha pensato sua madre, a violentarlo.
e Abu Mazen si china a baciarlo. e non gli viene neanche in mente di strappargli quel velo nero per vedere che viso ha.

che schifo.

 
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