Creato da: felipe.wangens il 20/11/2008
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Un posto da ricercatore, un solocandidato: il figlio del professore

Post n°2 pubblicato il 20 Novembre 2008 da felipe.wangens
 

Il padre: «I figli dei docenti sono più bravi perché hanno tutta una "forma mentis" che si crea in famiglia»

MESSINA - «Non lo so, non so come è andata. Non so neanche se è ancora impegnato con gli esami».
Ma come professore non si è ancora sentito con suo figlio in questa giornata importante?

«No.
Non si usa fare da noi». La storia è sempre la stessa. Un posto da
ricercatore, un solo candidato. Ma desta qualche sorpresa che si ripeta
proprio oggi che nel Paese non si parla d'altro: la riforma Gelmini, i
tagli all''università, i baroni e il nepotismo. Addirittura a Messina
il Magnifico Rettore, Franco Tomasello, andrà a giudizio a marzo con
l'accusa di concussione, abuso d'ufficio in concorso, tentata truffa e
maltrattamenti e con lui altre 23 persone tra docenti, ricercatori e
funzionari. Eppure proprio a Messina cosa accade? Accade che venerdì
c'è un concorso a un posto da ricercatore alla Facoltà di Economia. E
in quanti si presentano? In cinque? In due? No. Si presenta un solo
candidato. E chi è questo candidato?
È Ludovico Nicòtina, figlio
del professore Giuseppe Nicòtina, ordinario di Diritto Processuale
Civile presso la Facoltà di Economia del medesimo ateneo fino a maggio
del 2008.



DA TRE AD UNO CANDIDATO - I candidati per la verità erano tre,
ma gli altri due concorrenti dopo che avevano fatto domanda hanno
preferito non presentarsi all’esame. Strano. Avevano il 33 per cento
«periodico» di vincere un concorso e ad un passo dall'obiettivo
rinunciano. Quindi campo libero per l’unico candidato al posto di
ricercatore. Via libera per il dottor Ludovico Nicòtina, che è
risultato essere vincitore. E nel pomeriggio il padre professore non ne
è ancora informato nonostante qualcuno giuri d'averlo visto in aula con
il figlio. Forse un caso di forte somiglianza.















IL PADRE - Professore ma lei insegna a Messina?
«No, io sono in pensione e prima insegnavo a Trapani non a Messina. Voi scrivete stupidaggini».
Ma è suo figlio il ragazzo del concorso?
«Non
lo so. Si vada ad informare all'Università. Che cosa vuole sapere
insomma? Il concorso è nazionale. Vale per tutta Italia. Se si è
presentato solo mio figlio è perché gli altri non avevano i requisiti».

Ma suo figlio ha i requisiti? È avvocato vero? Ed è anche esperto in economia?
«Embè?
È una cosa veramente strana. In Italia siamo messi malissimo ma lui ha
le pubblicazioni con particolare riguardo a quelle monografiche e a
quelle pubblicate da riviste internazionali».
Lei non si è mai interessato a questo concorso?

«Non
è neanche la mia disciplina. Ma i figli dei docenti sono più bravi
perché hanno tutta una «forma mentis» che si crea nell'ambito familiare
tipico di noi professori».
Quindi lei è in pensione?
«Si,
ma sono utilizzato ancora. Ma solo in due commissioni per la conferma
in ruolo per gli esami di dottore commercialista. Ho chiesto al
ministero di esentarmi ma ci utilizzano fino in fondo, fino a quando
non moriamo».
Ma lei dunque a Messina non ha mai insegnato?

«Io ho insegnato nella facoltà di economia».
Quindi nella facoltà dove suo figlio fa il concorso. Ma rispetto a quando insegnava lei, il preside è cambiato?
«No. Non è cambiato».
Quindi alcuni professori conoscono il candidato come il figlio del prof...
«Beh, qualcuno dei più anziani può essere».
Ma quando è andato in pensione?

«Lo scorso anno».
Ma fino a quando esattamente ha insegnato?
«Fino all'anno scorso».
Ma in un anno ci sono dodici mesi professore...
«E che sarà... dunque... maggio dello scorso anno. Credo».
Maggio 2008 o 2007?
«Sì 2008. Insegnavo diritto processuale. Ma ora chiudo, non l'annoio più. Sono cose troppo tecniche».


Nino Luca
aluca@corriere.it
14 Nov 08

 
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