Avrei fatto uno sporco, duro e lungo lavoro ma perlomeno mi sarei tirato via dagli occhi il monumento alla mia sconfitta.
Ma lo Stahlpakt, saltò.
Il Re aveva posto in arresto il Duce ed io perso l'alleanza con l'Italia.
Le Reti in Plastica infatti si allearono con le Foglie.
Rete e Foglie avvinghiate.
Le seconde, inzuppandosi, si gonfiarono e la rete resisteva tenendo in elevata tensione il tutto.
Un miracolo di ingegno.
Ci progettano le Travi ed i Pilastri, basandosi su questi principi, gli ingegneri civili.
Il forcone si impantanava rendendo ogni forconata un'impresa.
Le forze corazzate avversarie reggevano i colpi dei miei obici senza alcuna fatica.
Ed io perdevo inutilmente energia.
Impossibile pure tagliarla, la rete, tanto era ramificata nel cilindro.
E non si riusciva neppure a srotolarla tanto era pesante il rotolo.
Un vero incubo.
Incubo al quale non trovavo rimedio.
Avevo solo una speranza; dovevo confidare nel tempo.
Sperare che ritornasse il secco e le asciugasse.
Che tornassero ad esser leggere.
Mi tolsi l'abbigliamento da giardinaggio e rientrai in casa.
Ho una vetrata, in salotto, che offre una vista panoramica della vallata sottostante giù giù sino alla pianura ma soprattutto del cielo che le sovrasta.
Dal mio Berghof scrutai le nubi e compresi.
In quell'istante capii cosa sarebbe successo.
Capii che non era la primavera del 44 e neppure ero in Normandia ad alterare il D-Day come pensavo;
Come il Crucco mi ero concentrato sul versante occidentale e così fui trombato da quello orientale.
La verità era che ero nel tardo autunno del 42.
"Generale Inverno" avrebbe fottuto pure me; come il nanetto e come l'imbianchino.
Io, come baffetto, avevo puntato tutto sul Blitzkrieg e non avevo ipotizzato che qualcosa sarebbe potuto andar storto, che i miei piani potevano saltare per un imprevisto.
Ed il mio imprevisto, fu la mancanza di fulmineità subito dopo la cattura.
Il seguito è il resoconto di una sconfitta; la mia Schlacht von Stalingrad.
Combattuta ovviamente dalla parte sbagliata.
La riporto fedelmente qui; mica c'è da vergognarsi!
Mica sempre si può vincere!
Eccovi il racconto.
Senza pietà.
Un fine Autunno grondante di incessante pioggia seguito da un Inverno che, un paio di volte, coprì di bianca neve ogni cosa.
Difficile immaginare qualcosa di più scontato.
Solo che io, da scemo, non ci avevo pensato e poco importa se pure l'imbianchino austriaco ed il bassotto corso, avevano commesso lo stesso errore quando ci provarono ad andar verso gli Urali.
Per mesi, quegli ammassi ormai informi, si alimentarono di acqua, ed umidità.
Si gonfiavano e diventavano sempre più scuri.
E più la massa organica si gonfiava, più la rete di plastica, annegata al suo interno, si tendeva.
Insomma, avevo 6 Obesi Trichechi in cortile.
Ogni giorno diventava più difficile giustificarli ed impossibile liberarsene.
La primavera finalmente giunse; Fredda e Pungente.
Di giorno, il sole, iniziava ad asciugare la terra dei prati.
Ogni cosa che si era inzuppata nei mesi senza colori, pian piano cedeva umidità all'aria.
Tutto, lentamente, si asciugava.
Tutto.
Tutto tranne i miei sei mostri.
Loro non si seccavano; loro marcivano.
Apparvero muffe ovunque.
Un potenziale splendido, se avessi deciso di dedicarmi alla coltivazione dei funghi nel luogo ove, di solito, parcheggio l'auto.
La presenza di quegli stranissimi oggetti iniziò a farsi imbarazzante.
Esiste il vicinato.
Che, per progetto, è sbirciante.
Con l'aggravante che, nel mio caso, si tratta di gente sveglia.
A qualcuno avevo confidato, prima di attuarlo, il piano che avevo ideato in tardo autunno.
Si saranno sentiti; si saranno consultati.
Sanno fare due più due.
Figurati, sanno fare pure Radici Quadrate, Derivate ed Integrali.
Il fatto è che, oltre a non esser tonti, son pure ironici.
Sicché un giorno, attendendo l'uscita di mio figlio da scuola, uno di loro mi si avvicinò.
Mi chiese se era vero che 6 Capidogli avevano spiaggiato nel cortile di casa mia.
Va precisato che casa mia è posta a metri 300 sopra e 200.000 a lato dal mare.
Risposi che non erano Capidogli ma Cocoon e che anzi approfittavo per salutarlo prima di partire per il pianeta Antarea dove i vicini, mi dicono, son meno stronzi rispetto agli omologhi terrestri.
Avevan trasmesso il film, in Tivù, la sera prima; mi venne istintivo.
Solo l'intera torrida estate li seccò.
Tornando dalle ferie, i primi giorni di settembre, li trovai di peso e consistenza normali.
Riuscii a disfarmene.
L'incubo finì così come del resto finisce qui questa storia.
Serve una conclusione?
La conclusione è che insomma, gira che ti rigira, anche in questo remake, alla fine, hanno vinto gli Americani.
P.S.: Tornando per un attimo a Dio e le sue mele.
Possibile che i Sacri Testi non dicano nulla?
Possibile che non si possa sapere ufficialmente se quei due ci hanno svenduto per un paio di Stark Delicious o per due Granny Smith ?
Dio, temo, non si degnerà di darci una risposta.
Io ho meno problemi.
Mi schiero.
Preferisco le Stayman.
E voi?
;-)
* * *
Un grazie
a quelle pochissime che,
pazientemente, si sono fatte tutti i capitoli.
Mi auguro per loro che Dio benedica questo mio scritto
e ne tenga conto.
Che voglia considerare, questa Via Crucis, come fosse un giubileo
Inviato da: mi.descrivo.bckstg
il 15/05/2015 alle 18:50
Inviato da: mi.descrivo.bckstg
il 15/05/2015 alle 18:49