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Tempo di saldi: tutti pazzi per lo shopping!

Post n°21 pubblicato il 28 Luglio 2010 da benessere4u

 

Articolo della Dott.ssa Iazzolino pubblicato su Benessere4u.it, il social network su salute e benessere psicologico.

         

Sono partiti ormai da quasi un mese i saldi estivi. La CONFCOMMERCIO cerca di monitorarne l’andamento e le stime forniscono dati oscillati tra le città ed i vari momenti.
Indipendentemente dalle possibilità economiche, l’istinto ad uscire, passeggiare sbirciando le vetrine coinvolge molte persone.

Indipendentemente dalle possibilità economiche, l’istinto ad uscire, passeggiare sbirciando le vetrine coinvolge molte persone.

I primi giorni di luglio, con un calendario specifico per ogni città, sono iniziati i SALDI!

I saldi rappresentano un momento particolare nel quale, alla luce dell’avvicinarsi della fine della stagione (estiva come invernale), i negozianti abbassano i prezzi applicando percentuali variabili di sconto.

Ed ecco che per gli appassionati dello shopping si attiva una vera e propria spinta all’acquisto. Questa spinta, generalmente presente anche negli altri periodi dell’anno, di fronte ai prezzi più bassi, riesce ad “abbattere” l’ostacolo dei sensi di colpa psicologici e oggettivamente economici dovuti all’acquisto.

Ma di cosa stiamo parlando?

La parola inglese “shopping” è utilizzata per indicare l'andare in giro per negozi per fare degli acquisti.

Nel fare shopping però si và oltre il momento dell’acquisto; si intende infatti anche il momento dell’osservazione delle vetrine, del camminare pensare e guardare a cosa poter comprare  e sperimentare in quel momento un senso di leggerezza e di gioia.

Mi sento giù di morale e mi viene una gran voglia di fare acquisti … vuol dire che soffro della sindrome dello shopping compulsivo?

No! Quando lo shopping è diventato l’ambito nel quale ha trovato spazio di manifestazione un vero e proprio disturbo ossessivo - compulsivo allora possiamo parlare di comportamento legato alla sindrome da acquisto compulsivo.

Denominato sindrome da acquisto compulsivo, shopping-dipendenza, “shopaholism”  o oniomaniam, tale disturbo si manifesta con un desiderio compulsivo di fare acquisti.

Il collega Davide Algeri e, lo scorso settembre 2009 su questo sito, nel parlarci dello shopping compulsivo ha definito il disturbo ossessivo compulsivo indicandone alcune caratteristiche nel: “Piacere che in seguito si trasforma in sentimenti di colpa e vergogna, generando uno stato di tensione crescente, in cui l'unico modo per alleviarla diventa soddisfare l'impulso irrefrenabile ad acquistare oggetti il più delle volte inutilizzati”.

Tralasciando le situazioni diagnosticabili come connesse alla sindrome ci chiediamo:

Cosa ci avvicina allo shopping?

Cosa ne otteniamo?

Psicologicamente possiamo motivare tale spinta allo shopping, con la naturale necessità insita in ognuno di noi, di trovare compensazione a livello affettivo.

Nel fare shopping possiamo donarci una carezza che ci permetta di sentirci più sereni, portando l’attenzione verso il nostro bisogno che potrà essere compensato; pensiamo a noi stessi.

La compensazione che fa’ da sottofondo allo shopping, si può legare sia all’esigenza di riempire dei vuoti che di trovare un modo/oggetto alternativo che farà le veci di qualcuno che a livello emotivo non c’è più.

Possiamo quindi affermare che lo stato emotivo che viviamo possa influenzare/trovare risvolto, nelle attività di shopping.

Il polo positivo o negativo di tale spinta che accompagna l’acquisto, non è definibile aprioristicamente.

Può infatti capitare di vivere un momento di felicità ed avere voglia e piacere nel passeggiare e fare shopping; al polo opposto possiamo essere animati dal bisogno di migliorare il proprio stato emotivo negativo e compensare una mancanza o un’assenza facendo acquisti (riuscendo in quel momento a sperimentare un senso di spensieratezza).

Come dicevo prima, l’attività dello shopping può rappresentare un momento di attenzione e di ascolto rivolto a sé.

Le abitudini nel fare acquisti, risentono anche dei cambiamenti e delle esperienze proprie della vita personale.

Le neo mamme ad esempio, completamente proiettate verso il proprio bambino, anche se prima della gravidanza erano delle “sostenitrici e praticanti dello sport dello shopping”, subito dopo la nascita del nascituro, devolvono completamente le loro necessità verso il piccolo.

Questo ci segnala come, il momento di vita particolare, carico a livello affettivo, trova risvolto nel fare shopping.

Quando il bisogno di sentirsi coccolate, di sentire i propri bisogni tornare a farsi sentire, ed il bimbo sentono che abbia raggiunto un maggior livello di autonomia, lo shopping sarà di nuovo un momento anche per le proprie esigenze.

Il mondo dello shopping è legato a quello della psicologia. Sia rispetto ad una forte matrice psicologica relativa alla spinta verso lo shopping, che rispetto al supporto degli studi psicologici finalizzati ad analizzare il comportamento del consumatore (come poter distribuire i prodotti? Cosa attira l’attenzione? In quale orario trasmettere un determinato spot pubblicitario?).

In conclusione, il momento dello shopping può rappresentare un momento di cura e attenzione verso di sé. Pertanto, tenendo ben presente le proprie possibilità economiche, può essere un momento per ascoltarsi e coccolarsi.

Bibliografia

www.wikipedia.it

www.confcommercio.it

http://dipendenza.opsonline.it/psicologia-19153-shopping-compulsivo-on-line.html

 
 
 
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Un blog di: benessere4u
Data di creazione: 27/10/2009
 

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