Una Sera Che Piove
mi racconto« L'ERTA SALITA | Procida » |
La finestra aperta sul giardino dell’estate,
una tenda rossa gonfia nel vento maestrale;
un letto senza sponde al centro della stanza
una sera per nascondere la magia di un temporale…
Quando fiorivano le rose, bianche come la neve
il ritorno era festa….ricordo ch’era la mia festa.
Il petali sul viso, per farmi divertire
nascondevi con la mano le rughe del sorrsio.
E si rideva come fosse primavera
come fosse solo un gioco rubare l’innocenza;
il tempo era infinito come un mare senza sponde,
ma le stagioni fugacemente cadevano dal calendario.
Novembre era vicino alle porte della vita
per la festa universale, quella bella e sempre uguale.
Ci sarebbe stata pioggia e il primo freddo che
tra le foglie scarne avrebbe dimenticato il sole.
Nel chiostro tra la folla un profumo di caffè
confondeva il fumo acre di un mozzicone spento.
Tu col tuo sorriso tra i petali di rose bianche
a scherzare sulla porta te ne stavi steso al sole.
Non ti curavi delle disperate lacrime
che prima di cadere invocavano preghiere.
Novembre era arrivato e con se la sposa vera
mesta e senza gioia nel suo lungo velo nero;
prendendoti per mano, col peso sulle spalle,
passò portando via la rugiada dalle foglie
Tu ti voltasti indietro sorridendo al tuo passato
e mi lasciasti solo come petalo calpestato.
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