Creato da Angie1970 il 15/09/2006

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Ajax, la leggenda ebraica

Post n°14 pubblicato il 09 Ottobre 2006 da Angie1970
 
Tag: STORIA

Alcuni mesi fa, seguivo alla tv, su raidue, a "sorgente di vita", un breve dossier sull' "Ajax, la leggenda ebraica", ovvero la squadra del ghetto...siccome il calcio è uno dei miei sport favoriti,  non ho potuto fare a meno di ascoltare attentamente ciò che veniva detto, e che ovviamente ignoravo!

Vedere sventolare bandiere con la stella di David in uno stadio europeo ha del sorprendente, se si pensa alle croci celtiche e ai cori antisemiti che rappresentano la triste regola di molti, troppi gruppi di ultrà. Capita all'Amsterdam Arena, e ogni volta che gioca l'Ajax, ma non solo lì.

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Negli anni trenta l'Ajax era la squadra più amata dagli ebrei di Amsterdam. Ogni domenica le bancarelle del pittoresco ed animato mercato ebraico, chiudevano in anticipo perchè bisognava andare allo stadio, lì dietro. La partita era uno sventolio di bandiere, alcune coi colori dell'Ajax e la stella di David che veniva chiamata la stella dell'Ajax. L'ala destra Eddie Hamel, un ebreo newyorkese bravo e bello che oggi ricorderebbe Beckham, era un motivo in più per passare la domenica allo stadio. Nel 1940, l'occupazione nazista mise fine anche a questo. Hamel (che all'epoca aveva già lasciato la squadra) morì ad Auschwitz, e con lui tanti dei suoi tifosi. Fu deportato e ucciso anche l'ebreo Han Hollander, primo radiocronista calcistico del paese.

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Anche in Italia i due allenatori delle squadre più forti del periodo furono costretti a lasciare il loro incarico a causa delle leggi razziali.

Ma perché l’Ajax è considerata una società ebrea al punto che i suoi tifosi esponevano la bandiera di Israele? La risposta è nascosta nella storia dell’Ajax del dopoguerra.

All'inizio degli anni sessanta,la ricostruzione della squadra,avviene grazie al supporto del  presidente Jaap Van Praag, un negoziante di dischi ebreo sfuggito ai rastrellamenti stando per due anni nascosto nel retrobottega di un fotografo; Maup Caransa, anch'egli ebreo ma salvato durante la guerra dal suo matrimonio con una donna cattolica, all'epoca eccentrico petroliere miliardario, e i fratelli Freed e Wim Van Der Mejiden, due imprenditori edili meglio noti come "costruttori di bunker" per i servigi resi ai nazisti, e per questo processati dopo la liberazione.
E' uno strano terzetto,che tuttavia creò  il mito dell’Ajax. Rafforzato poi da massicci investimenti di altri ebrei in una squadra i cui calciatori erano considerati ebrei, anche se non lo erano.

Cruijff, per esempio: essendo figlio di un commerciante morto giovane e un ottimo uomo d’affari con qualche parentela ebrea acquisita dalla moglie, per tutti gli ebrei di Amsterdam è ebreo anche se non è vero. Le identificazioni forti si costruiscono anche così!

Per saperne di più,vi suggerisco  il libro di Simon Kuper, "Ajax, la squadra del ghetto" che tratta di  calcio e la Shoah. Reperibile anche on line,su Ibs.it a questo indirizzo.

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MATERIA GIUDAICA, Rivista dell’AISG, L'Associazione Italiana per lo Studio del Giudaismo,a periodicità semestrale. 

http://www.humnet.unipi.it/medievistica/aisg/AISG_05Materia/AISG_Materia.html

 

STORIA DEGLI EBREI D'ITALIA

Storia degli Ebrei d'Italia 

Una presenza che dura da 2000 anni in 15 avvincenti capitoli

dal sito Morashà

 

Sorgente di vita è la rubrica televisiva di vita e di cultura ebraica che viene realizzata in collabrazione tra la RAI e l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.va in onda a settimane alterne su RAI DUE la domenica sera alle O1,20 circa e viene replicato due volte: la sera successiva alla stessa ora e otto giorni dopo, il lunedì mattina, alle 9,30 circa. Nel corso degli anni SORGENTE DI VITA ha realizzato centinaia di programmi in Italia e all'estero sui più diversi temi. Tra gli altri, la vita e la storia delle comunità in Italia e i loro problemi, aspetti della tradizione ebraica anche legati a temi di attualità, ricorrenze del calendario ebraico, reportage sulle comunità all'estero, inchieste su Israele, antisemitismo, razzismo, neonazismo, tutela dei beni culturali ebraici, dialogo interreligioso.

 

E' l'unica rivista che, accanto a temi generali di cultura ebraica, si occupa degli aspetti storici e culturali che interessano l'ebraismo italiano.La Rassegna ha pubblicato, in particolare, raccolte di articoli sulla cultura sefardita, su quella ashkenazita, sulla letteratura israeliana, sulla poesia ebraica italiana, sul mondo yiddish, sul Risorgimento e minoranze religiose, testimonianze sulla Shoah, e una numerosa documentazione sulla storia dei vari gruppi ebraici in Italia.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI:

http://www.ucei.it/areeAttivita/rassegnamensiledisrael/RassegnaMensileIsrael.asp

 

MUSICA KLEZMER

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E’ in Renania che quasi mille anni fa nasce il canto popolare yiddish da una tradizione musicale vecchia di 2500 anni.

E’ però intorno al XV secolo che gli Ebrei dell’Europa orientale cominciano a organizzare piccoli gruppi musicali che vagabondano di paese in paese celebrando le varie ricorrenze religiose o sociali. La musica dei klezmer, musicisti ebrei professionisti o semi professionisti, è la musica strumentale tradizionale degli ebrei dell’Europa Orientale di parlata yiddish e le sue origini si perdono nel medioevo.

La parola yiddish klezmer significa letteralmente "musicante" e deriva dall’ebraico antico kli, "strumento" e zemer, "canzone".

I klezmorim (musicanti klezmer) non hanno una formazione musicale qualificata: non esistono infatti conservatori o scuole di musica, ma i musicanti imparano a suonare gli uni dagli altri.La loro passione li porta a comporre anche arrangiamenti scritti che essi provano e riprovano sino a raggiungere esecuzioni perfette. I membri di questi piccoli gruppi sono dotati di particolare talento e di fertile immaginazione; la musica è per loro contemporaneamente divertimento e virtuosismo. Non godono però di grande considerazione nella società. Considerati quasi dei fannulloni, vengono infatti invitati a suonare in occasioni di feste e di banchetti e non mancano mai ai matrimoni, addirittura impensabili senza di loro, ma il compenso pecuniario è minimo e in genere ricevono solo da mangiare. Per questa ragione, quasi tutti sono costretti a cercare delle occupazioni parallele per poter sbarcare il lunario. Molti di loro sono barbieri, calzolai o sarti e si esercitano quando non hanno clienti o ricevono i clienti quando non si esercitano.

I klezmorim sono ingaggiati nelle ricorrenze tipiche del culto ebraico la Simcha Torà (inizio e fine del ciclo annuale con lettura della Torà), la benedizione di una nuova Torà, la prima notte di Channukka (festa delle luci) e il Purim, festa che celebra la storia di Ester. Le orchestrine dei klezmorim suonano anche negli ostelli, nelle case da ballo, nei cortili e, quando si sviluppa il teatro yiddish alla fine del XIX secolo, i klezmorim trovano un ulteriore campo di attività.

Per chi non avesse avuto modo di ascoltare questo genere musicale segnalo questo link:

http://www.badeken-di-kallah.de/mp3/05mp3.mp3

 

RICETTE KASHER

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Alla base di ogni pietanza cucinata seguendo lo stile della tradizione ebraica, c'è il rispetto in primo luogo della Kashèrut ovvero l'insieme delle regole alimentari ebraiche, che indica generalmente "l'essere adatto".
Quando un determinato prodotto è chiamato Kashèr - valido, adatto, buono - vuol dire che corrisponde a precisi requisiti di idoneità alle prescrizioni bibliche. Se un cibo è Kashèr significa che può essere consumato poichè è stato preparato nel rispetto delle norme alimentari ebraiche.

ALCUNE RICETTE TRATTE  DAL SITO MORASHA'

 

GIORGIO PERLASCA

Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Giorgio Perlasca è mandato come incaricato d'affari con lo status di diplomatico nei paesi dell'Est, a Budapest per comprare carne per l'Esercito italiano.

Quando i tedeschi prendono il potere  i nazisti ungheresi, iniziano le persecuzioni sistematiche, le violenze e le  deportazioni verso i cittadini di religione ebraica. Giorgio Perlasca grazie a un documento che aveva ricevuto al momento del congedo in Spagna trova rifugio presso l'Ambasciata spagnola, in pochi minuti diventa cittadino spagnolo inizia a collaborare con Sanz Briz, l'Ambasciatore spagnolo che assieme alle altre potenze neutrali presenti (Svezia, Portogallo, Svizzera, Città del Vaticano) sta già rilasciando salvacondotti per proteggere i cittadini ungheresi di religione ebraica.

A fine novembre Sanz Briz deve lasciare Budapest, e dal dicembre 1944 al gennaio 1945, per 45 giorni Perlasca come diplomatico regge pressoché da solo l'Ambasciata 
spagnola, organizzando l'incredibile "impostura" che lo porta a proteggere, salvare e sfamare giorno dopo giorno migliaia di ungheresi di religione ebraica.

In totale riesce a portare in salvo 5218 ebrei ungheresi.

Dopo l'entrata in Budapest dell'Armata Rossa, Giorgio Perlasca viene fatto prigioniero, liberato dopo qualche giorno, e dopo un lungo e avventuroso viaggio per i Balcani e la Turchia  rientra finalmente in Italia. Da eroe solitario diventa un "uomo qualunque": conduce una vita normalissima e chiuso nella sua riservatezza non racconta a nessuno, nemmeno in famiglia, la sua storia di coraggio, altruismo e solidarietà

Grazie ad alcune donne ebree ungheresi, ragazzine all'epoca delle persecuzioni, che attraverso il giornale della comunità ebraica di Budapest ricercano notizie del diplomatico spagnolo che durante la seconda guerra mondiale le aveva salvate, la vicenda di Giorgio Perlasca esce dal silenzio. Giorgio Perlasca è morto nel 1992. Sepolto nel cimitero di Maserà (Padova) ha voluto essere sepolto con al fianco delle date un'unica frase: "Giusto tra le Nazioni", in ebraico. 

IL 09 GIUGNO 1988 YAD VASHEM HA RICONOSCIUTO GIORGIO PERLASCA GIUSTO TRA LE NAZIONI .

http://www.lager.it/giorgio_perlasca.html

 
 
 

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