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LABORATORI AIM GIOSEF

Formazione giovani a San Lorenzo - Roma
www.laboratoriaim.tk

Laboratori AIM Giosef
 

 

questa è la pubblicità progresso!!!

Post n°19 pubblicato il 12 Dicembre 2007 da Gipippa
 

http://www.youtube.com/watch?v=Q24Eh66fUc0

 
 
 

Il cane e la bici: aneddoti della lotta alla sopravvivenza automobilistica

Post n°18 pubblicato il 09 Novembre 2007 da Gipippa
 
Foto di kamba06

Pedalo verso casa, sgattaiolando velocemente nel traffico. Lascio la Prenestina e attraverso la zona pedonale del pigneto. Arrivato sul limite della zona, rallento per controllare le machine che arrivano. Un cane mi precede di pochi metri e attraversa la strada dove sto per farlo anche io. La macchina lo vede e rallenta lasciandolo passare, cauto verso chissà quale meta. Lui passa e io faccio per seguirlo. ma la macchina riparte, bloccandomi sul bordo della strada. Vedo il cane in lontananza allontanarsi in un vicolo. La macchina lo aveva fatto passare. A me no. La macchina se ne va. Io riprendo il cammino. Essere cani evidentemente ti fa ricevere maggiori attenzioni sulla strada. O forse siamo noi a non riuscire più a guardare le altre persone che non sono in macchina con noi, in una folle corsa a imbottigliarsi nel traffico di clacson ed improperi, che sembrano lasciare spazio solo alla frustrazione di non poter arrivare primi, lì dove prima, così, non ci arriveremo mai. 

 
 
 

CHIUDE LA BICIOFFICINA DI VIA GORIZIA

Post n°17 pubblicato il 03 Novembre 2007 da Gipippa
 

Domenica 28 Ottobre ho fatto l'ultimo viaggio del lungo trasloco da via Gorizia. Chiusa la serranda del garage, restituite le chiavi, ho chiuso alle mie spalle una parentesi di felicità e di bei ricordi. La fine di qualcosa ha la capacità di trasformare la vita vissuta in memoria da conservare e tramandare. Vivere la fine è per questo un momento di passaggio molto intenso, in cui l'esperienza vissuta lascia spazio al racconto di sè. La prima sensazione è stata di transitorietà... l'ineffabile sensazione di vuoto che mi circondava... il senso del lavoro fatto che ha ormai abbandonato quel luogo e che si è trasformato in qualcosa di altrove... vedere la stanza nuda, spenta della gioia che la vestiva, svuotata dalle energie che gli abbiamo dedicato, mi ha fatto pensare al tanto lavoro realizzato, e a quali e quanti frutti ha portato. E poi lo smarrimento, nella brusca consapevolezza che le storie sono fatte soprattutto di pagine voltate, di cambiamenti e di tante piccole conclusioni!! Certo che sarebbe beffardo se ora il garage venisse affittato per posteggiarci una macchina, ma vista da un altro punto di vista, è meglio una macchina parcheggiata che una in strada.. Ora, a prescindere dal contenuto,forse per molti non significherà nulla, ma per noi, per chi ha vissuto quel garage e quella via, quella serranda abbassata continuerà ad essere una finestra su un mondo di sogni e di speranze, un raggio di sole in un paesaggio di quotidianità.. la memoria rimarrà negli occhi dei ragazzi e di chi ha condiviso con loro tanti bei momenti di vita! E con loro, e con noi continuerà ad esistere.. e nulla lo può testimoniare meglio del nostro stare insieme....

p.s. grazie ancora a nonna memma per la sua calorosa ospitaità!

Alessandro

 
 
 

Riccardo gira l'Italia con una BiRi-bicicletta

Post n°16 pubblicato il 23 Settembre 2007 da Gipippa
 

ebbene si! una nostra bicicletta sta girando l'Italia in appoggio della manifestazione dell'Aisa, spinta dalle nerborute gambine del nostro Riccardo. Si, esatto quello che si occupava della nostra comunicazione, ve lo ricordate? dai non fate gli spiritosi, che in realtà siamo tutti con lui a sospingerlo nella sua cavalcata che il 27 lo porterà ad attraversare le nostre cittadine, Anzio e nettuno. E allora prepariamo le nostre bici per affiancarlo e sostenerlo, oltre che moralmente, in quei km che potremo condividere insieme.

Forza Riccardo!!!!

leggete qui sotto per saperne di più:



Cari amici,

durante
queste utime settimanane non c'è davvero stato il tempo per raccontarvi
quello che stava combinando Riccardino...Ebbene: è partito per il
mitico tour per l'Italia con due baldi giovani atassici e un
non-giovane atassico argentino (che pedalano con le braccia) ma vi
scrivo oltre che per pensare a lui intensamente e rendere noto a voi
tutti che sta realizzando un'impresa GENIALE E MERAVIGLIOSA, per darvi
un APPUNTAMENTO IMPORTANTE.
IL 27 percorrerá la tappa Latina Roma a via Cina (Torrino) e il 28 Castelgandolfo- Aprilia dove si concluderá!
Venite venite venite
CI SARÁ UNA GRANDE FESTA!
grande se ci sará tanta gente
andate sul sito www.atassia.it
se
volete versate qualcosa, inviate sms solidate ma tanto siamo tutti
nella stessa barca e quindi l'importante é che veniate davvero ad
accolgierlo!!!!!
vi terró aggiornati sugli orari...o 27 o28 mi raccomando

GIORNATA MONDIALE DELLE ATASSIE 2007
 
A.I.S.A.
presenta
 
1°AISA TOUR – Giro d’Italia in handbike
 
Protagonisti due giovani fratelli di Monza, Alessandro e Federico,
entrambi affetti da Atassia di Friedreich (AF), una delle forme più
gravi e diffuse tra le atassie conosciute, che attraverso l’handbike,
una bici speciale guidata con le mani, senza uso delle gambe, oggi
anche disciplina paraolimpica, combattono da anni il progredire
devastante della malattia.
 
Hanno
scelto di raccontare con AISA la loro storia, e quella di tanti ragazzi
come loro, attraversando l’Italia con le loro handbikes, in occasione
della Giornata Mondiale contro le atassie, sfidando se
stessi e la malattia per tentare una grande impresa sportiva, e
raccontare quella quotidiana di chi è colpito dall’atassia.
 Per
far conoscere queste terribili malattie neurogenetiche e chiedere
sostegno per la ricerca scientifica e il progetto di costruzione del Centro
Europeo di ricerca e cura sulle atassie
che AISA vuole costruire ad Aprilia, alle porte di Roma. Ed al loro fianco, portando il sostegno al progetto dell’AISA delle associazioni di tutto il Sud America, correrà Abner, argentino, socio paziente e presidente della ATAR, la Fondazione argentina che si occupa delle atassie.
 
Per
tutto il Tour, e fino al 7 ottobre, sarà attivo un numero telefonico
solidale attraverso cui si potrà donare il proprio contributo alla
costruzione del Centro chiamando o inviando un sms.
 
Un evento straordinario per un progetto straordinario: il Centro, primo in Europa e secondo al mondo, dopo quello di Toronto,
accoglierà pazienti da tutta Europa e bacino del Mediterraneo,
permettendo l’avvio di importanti progetti di ricerca italiani ed
internazionali sulle atassie, per dare un aiuto concreto ai pazienti ed
alle loro famiglie, e regalare un futuro ai tanti giovani che oggi non
lo hanno. Giovani come Federico, Alessandro o Abner. Un progetto tutto
italiano, che ha già avuto il plauso e la collaborazione del mondo
accademico e associativo internazionale, e per la quale AISA sarà
presto ricevuta dal Presidente, Giorgio Napolitano.
 
Testimone d’eccezione della campagna è Eugenio Corini,
noto calciatore oggi del Torino Calcio, accanto ad altri personaggi del
mondo dello sport e dello spettacolo, come gli attori della nota
fiction Rai “Un posto al sole”, che da anni sostengono l’AISA, Edoardo Romano e altri.
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Per il lancio della campagna GMA, AISA organizza, il 18 settembre, alle ore 11, una Conferenza Stampa nazionale nella Sala Tevere della Regione Lazio, ospiti del vicepresidente della Regione, Massimo Pompili, alla quale vi invitiamo calorosamente a partecipare, con la speranza e la
preghiera di un sostegno nella promozione.
 
Perché
il messaggio che Alessandro e Federico vogliono lanciare con la forza
delle loro braccia, è un messaggio che deve arrivare a tutti
.

 
 
 

il lavoro educativo/1

Post n°14 pubblicato il 23 Settembre 2007 da Gipippa
 

“La mia identità
dipende in modo cruciale dalle mie relazioni dialogiche con altri.” 
(Taylor, 2005)*



 



 



La semplicità di questa frase stupisce quanto la sua
concretezza nell’ esperienza umana di ogni giorno. Con la forza di una verità
rivelata, ci mostra l’ovvietà del nostro essere esseri sociali, svelandoci una
delle chiavi di lettura più efficaci del nostro lavoro nel progetto
Biriciclabile, e in generale, dei rapporti che si costruiscono nella vita di
tutti i giorni.



La nostra esperienza ci ha mostrato come la connotazione
amicale del nostro gruppo (le persone abili e disabili che hanno iniziato questo
lavoro e ne fanno parte ad oggi) abbia significato la possibilità di creare
relazioni particolari, basate sullo scambio e la condivisione delle dinamiche di
gruppo. Basta pensare per esempio a questioni pratiche come il regolamento
interno scritto tutti insieme, la scelta dei turni o l’organizzazione di
incontri come nel caso del lavoro con gli Scout locali. Ma ancora di più, il
rapporto amicale diventa un valore aggiunto, nel confronto quotidiano con i
piccoli grandi problemi della scuola, delle relazioni amorose, i litigi, i
problemi, l’aiuto reciproco. Riconoscere a questi ragazzi il diritto di essere
normali, ha implicitamente valorizzato la fiducia sulla quale si sono costruiti
i rapporti. E questo a sua volta ci ha dato la possibilità di un confronto
dialogico, nel quale la messa in discussione delle categorie date, dei
comportamenti accettati e dei valori condivisi, hanno attivato un processo di
educazione informale continuo ed estremamente pratico. La partecipazione attiva
a questo percorso, ha restituito ad ognuno la possibilità di rielaborare la
propria identità, a partire dal proprio lavoro. La possibilità concreta di
mettersi alla prova, in un contesto in cui lo spazio e il tempo diventavano
funzionali alla persona, e non il contrario, ha restituito una dimensione
propria del vivere. In poche parole ha permesso ad ognuno di trovare il proprio
modo di essere e di esprimersi. Naturalmente questo va poi rivalutato alla luce
del peso di questa esperienza su ogni ragazzo, a partire dall’incisività
dell’intervento stesso, data dal rapporto quantitativo del tempo speso nel
progetto, con quello vissuto in altri contesti, e dalla particolare esperienza
biografica di ognuno, che modificano in modo importante le risposte
individuali. Ma anche il fatto di poter lavorare settimanalmente per un tempo
relativamente breve, ha rafforzato il carattere di gruppo e ha permesso di
valorizzare la diversità del nostro lavoro. La novità di potersi sentire
coinvolti e responsabili è diventata un appuntamento da non perdere. E la
partecipazione e la condivisione sono diventati i veri strumenti di
un’educazione alla normalità, che ha coinvolto tutte le persone che hanno
orbitato nel progetto. Perché come ho sentito dire da più parti, visto da
vicino nessuno è normale. Ma come aggiungerei io, visti da vicino tutti abbiamo
il desiderio di sentirci normali, accettati e soddisfatti di noi stessi.



 



Ora vorrei aprire in qualche modo la discussione chiedendo
se noi possiamo o meno definirci educatori, e in che senso. Personalmente
ritengo che tutte le persone che hanno gestito l’officina e il servizio di
prestito, abbiano ricoperto questo ruolo, in quanto esempio, riferimento, ma
allo stesso tempo facilitatori, giudici e arbitri delle dinamiche di gruppo. Il
fatto di avere in mente un percorso, di conoscere i limiti e le difficoltà dei
ragazzi, e di mettere alla prova sé stessi e loro, di sfidare il concetto
proprio di normalità, di mettere in discussione le categorie e il metro di
giudizio, ci ha resi molto più educatori di quanto magari non avremmo voluto.
Naturalmente poi ognuno ha avuto un ruolo diverso nei confronti dei ragazzi, e
quindi una diversa presa su di loro, il che ha fatto variare notevolmente
l’efficacia degli interventi. Ma ciò in fondo succede anche all’interno di un
gruppo di amici, come di una famiglia. Per cui la mia risposta è si, siamo
educatori fin dove lavoriamo e ci impegniamo per costruire un vivere comune,
delle regole e dei valori nei quali rispecchiarci. Questo non vuol dire che
salveremo qualcuno o che possiamo guarire qualcun altro, ma al limite che
cercheremo di trovare il modo per farlo sentire un po’ più normale.   



 



*Taylor, 2005, Multiculturalismo - Lotte per il riconoscimento, Feltrinelli

 
 
 
 
 

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