Creato da bibe.mt il 15/02/2007

RITORNI SENZA ANDATE

i fantasmi dell'arte

 

 

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Metabolismi

Post n°88 pubblicato il 03 Maggio 2012 da bibe.mt

"Ce l'hai con me?
No, dico: ce l'hai con me?
Dimmi: stai parlando con me?"

Robert De Niro, Taxi Driver

 

Un tale, di cui non ricordo il nome, un giorno mi disse: "Ammiro molto la tua memoria e la tua capacità di reazione immediata a quello che accade intorno: dici sempre la cosa giusta al momento giusto. Io non possiedo queste doti e te le invidio molto."

Non ricordo nè dove nè quando il tizio in questione affermò questa verità assoluta, ma, a distanza di tempo (quanto, ripeto, non ricordo) gli dò assolutamente ragione: ho una grande memoria e una capacità di reazione immediata. 

Ma mentre la prima dote è un regalo della natura, la seconda è legata semplicemente a un fatto: ho una capacità di reazione immediata e dico (spesso) la cosa giusta al momento giusto solo perché mi faccio guidare dall'oggettività dell'analisi di ciò che accade attorno e delle conseguenze che io potrei eventualmente generare con il mio comportamento.

Mi spiego: se una persona mi sta per versare un secchio d'acqua sulla testa, mi scanso subito, senza pensarci. Se un uomo si avvicina con una torcia accesa, mi allontano immediatamente. Se un tale, pur in possesso di porto d'armi, spara una cazzata, reagisco.

Lo faccio immediatamente, senza pensarci. Non metabolizzo la sua cazzata e preparo una risposta o una rielaborazione dei fatti per giustificare un mio silenzio colpevole o un comportamento meschino. Reagisco. Subito. Con le parole e con i fatti.

E se invece iniziassi io, e ripeto, iniziassi io a comportarmi da stronzo, mi fermerei subito e chiederei immediatamente scusa al/ai miei interlocutori per quell'accenno di comportamento sbagliato.    

Conosco persone che invece motivano il loro comportamento - che loro stessi definiscono poco corretto - dopo giorni, settimane, addirittura mesi. 

Aspettano tanto tempo perché devono cancellare, reinventare, modificare, omettere.

In sunto: perché devono mentire. 

E perché prima devono convincere loro stessi di non essere stati così meschini. E ci mettono molto tempo.

Ma poi arrivano a credere completamente alle loro false verità e per questo sono i più pericolosi.

Chi mente sapendo di mentire, infatti, viene smascherato subito.
Basta uno sguardo, una frase, un silenzio.

Ma  chi invece si autoconvince di non aver detto o fatto quello che in realtà ha detto o fatto è più difficile da smascherare, dato che la maschera costruita è diventata il suo vero volto, anche interiore.

Uno che ritiene di aver fatto un errore deve chiedere scusa o giustificarsi subito.

Le scuse postume, le giustificazioni dopo mesi, non sono scuse o giustificazioni. Perchè bisogna spiegare a chi si chiede scusa o a chi ascolta la giustificazione prima di tutto le ragioni del comportamento che ha portato a chiedere scusa o a giustificarsi. E poi bisogna chiedere scusa o giustificare il fatto di aver aspettato tanto tempo a chiedere scusa o a giustificarsi.

Già il fatto che uno richieda di poter spiegare oggi il comportamento tenuto mesi prima, è grave. Nella sua logica dovrebbe aspettare ancora dei mesi per spiegare a se stesso e poi agli altri anche l'assenza e il silenzio dei mesi precedenti al cosiddetto "chiarimento" odierno.

E questo innesca un tempo senza fine. Una vita.

Sì: ho un tempo di reazione immediata a ciò che accade.

Ho anche un'altra dote, secondo qualcuno, ma non ricordo quale...  non ho proprio memoria. Tra qualche mese, comunque, contatterò chi legge per spiegare il fatto che io non dovevo chiedere scusa adesso.

Un'ultima cosa: parlo con te. Perché ritieni che le poche verità contenute in questo post (se ve ne sono) riguardino proprio te? Chi sei? Robert De Niro?
Leggiti il post 86, Bob, "Code di paglia", così tranquillizzi la tua coscienza artificiale, costruita con tanta fatica. 

 

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