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RITORNI SENZA ANDATE

i fantasmi dell'arte

 

 

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Post n°89 pubblicato il 06 Giugno 2012 da bibe.mt

C'erano una volta due principi, uno bello e buono e l'altro brutto e prepotente, che vivevano nello stesso castello.

Entrambi lavoravano per rendere il castello più bello, importante, sfarzoso. 

Da tutti i villaggi e paesi circostanti, la gente, i villani e i re venivano a visitare il castello e tutti, tra l'invidia e la meraviglia, dicevano: "Che bel Castello! Maccondirondirondello! Che belle pareti bianche! Che bei pavimenti rossi! Che splendidi arazzi con i cavalli! Che torri alte! Che piatti ricchi che ci servite! Arrosti di pernice, pasticci di cinghiale! Bravi, ma specialmente bravo tu, principe bello e buono!"

Ma un giorno, uno dei principi, quello bello e buono, si stancò di quel castello. Cominciò a confidare ad alcuni cortigiani, giullari e servitori che quel castello non gli piaceva... le pareti erano troppo... bianche, i pavimenti troppo... rossi; le torri, gli arazzi e il cibo servito, poi... non ne parliamo. E questo ogni giorno, ogni singolo giorno.

Tutto quello che era nel castello, secondo il principe bello e buono, era stato scelto ed imposto dall'altro, anche alcuni dei cortigiani che lui, bello e buono, non sopportava.

Il principe bello e buono era distrutto. Non mangiava, non dormiva, non respirava, voleva partire forse per sempre, fermarsi... Quante lacrime uscivano da quei magnifici occhi belli e buoni! 

Ed allora, il principe brutto e prepotente, che aveva scelto tutto a danno del principe bello e buono senza rendersene conto, decise di andarsene, pieno di vergogna per i suoi misfatti e partì per Samarcanda, a parlare con una nera signora, lasciando il principe bello e buono nel castello, con lo sguardo perso nel nulla.

Dopo un anno, il principe brutto e prepotente ritornò nel paese, curioso di visitare il nuovo castello. All'orizzonte, vide svettare... alte torri! Sorpreso, entrò e vide le pareti tutte dipinte di... bianco! I pavimenti, invece, erano rossi. Alle pareti c'erano degli splendidi arazzi con dei cavalli e il principe bello e buono gli fece servire arrosti di pernice e pasticcio di cinghiale. Di cinghiale!

Il principe brutto e prepotente, confuso e pentito, si diresse allora nella stanza del trono, dove il principe bello e buono era assiso, circondato dai servitori e da tutti i cortigiani con gli occhi raggianti! C'erano anche quelli che il principe bello e buono diceva imposti dal principe brutto e prepotente, ed essi erano felici e scodinzolanti più degli altri. E più degli altri guardavano con disprezzo il principe brutto e prepotente.

Il principe brutto e prepotente biascicò: "Perdonami, principe bello e buono, e voi solerti e leali cortigiani, se non avevo capito quali erano i vostri progetti e propositi. Tu, principe bello e buono, volevi torri alte e io ti ho imposto di costruire alte torri. Tu volevi pareti bianche e io bianche pareti. Tu volevi pavimenti rossi e io ti ho fatto posare rossi pavimenti. Adesso il castello è del tutto diverso e capisco i servitori, i giullari e i cortigiani che non ti hanno posto domande sul perché io me ne fossi andato: la differenza tra quello che io ti ho imposto e quello che tu invece hai costruito è troppo grande. Potevi rendere partecipe prima anche me dei tuoi propositi, mi sarei comportato meno da malvagio, magari assecondandoli. Ma il silenzio era dovuto alla la tua sofferenza che era troppo grande e bene hai fatto a renderne partecipi pochi cortigiani, quelli che ti accompagnavano nelle tue lontane stanze. Io ero troppo preso dalla nera signora per percepire il tuo immenso dolore."

Così dicendo, uscì a capo chino, lasciando il castello che aveva provato a rovinare senza riuscirci.

Ancora oggi, il principe brutto e prepotente vaga per tutte le discariche del reame, alla ricerca di recuperare i materiali smantellati del vecchio castello, non trovandone alcuno.

Come se qualcuno li avesse riciclati...

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